LINUS + ØKLAND / VAN HEERTUM / ZACH | Light as Never

LINUS + ØKLAND / VAN HEERTUM / ZACH
Light as Never
Aspen edities LP/CD #014
2022

Si rileva un palese continuum vitale per quanto attiene la presente formazione, al nuovo appuntamento discografico presso la label belga Aspen edities – che effettuava il proprio debutto proprio con la prima uscita della band “Mono no aware”, antecedente di un quinquennio.

A partire dalla duale esperienza Linus, che associava il chitarrista e producer Ruben Machtelinckx ed il clarinettista Thomas Jillings, si ampliava la falange arruolando un abituale sodale quale il peculiare performer d’ottoni Niels Van Heertum (abitualmente devoluto al grave euphonium), quindi aprendo alla storica piazza avant-garde norvegese includendo l’alfiere dell’arco tradizionale Nils Økland ed il fantasista di percussioni Ingar Zach; ed il quintetto di suo esplicitava gli assortiti talenti in una serialità concertistica e la precedente fissazione su album, che ne attestava la fisionomia di peculiare laboratorio di sintesi aperta.

Alla rinnovata esternazione della band si dà il via nella concisa Playful,  aprente con l’imperioso e sferzante gesto percussivo di Zach, i disarticolati ma densi accordi di Machtelinckx e gli anticati arabeschi d’arco di Økland, oltre a più sottili figurazioni dei fiati, preludendo alla fascinosa fisionomia di Ostinato, imbastita su rintocchi di corde, ondulanti unisono tra fiati ed arco, un possente respiro ‘droning’ alimentato dall’apparato percussivo, a conferire energica strutturazione ad un brano di sensibile tono meditativo.

Non è questo un aspetto isolato della musicalità dell’album, che riprende sulla solida contemplazione in acustico e nel rasserenante tema dell’eponima Light as never, in cui meglio riconosciamo l’influente firma chitarristica di Machtelinckx e le toniche sferzate dell’arco di Økland, procedenti sulle alonature del resto del combo. Maggior vocazione sperimentante nel laboratorio di Affirms Nothing, che lascia decantare con blande energie variegati fermenti acustici entro un ‘brewing’ di ricombinazione sonora.

Tra i vertici delle collettive tensioni, Conway configura un’incalzante progressione entro un soundscape sabbioso ed opaco, conformato dallo stantuffante fiato di Van Heertum, dalle risonanze iperbasse della grancassa di Zach, dalle sferzanti arcate di  Økland.

S’avvicenda l’anticlimax della distesa linearità di First Notes, arcadico e tratteggiato da rade note di corde di metallo e budello, che infittiscono un po’ il dialogo con le libere esternazioni dei fiati; i fermenti si stemperano ulteriormente nella catartica e serotina Echo, arioso passaggio contemplativo segnante il congedo da un articolato programma.

Si ritiene di poter vantare dimestichezza con gli orizzonti estetici e creativi dell’ensemble ( di cui non era sfuggito l’esordio presso Smeraldina-Rima con “Felt Like Old Folk”, del 2016) e vi si rileva coerenza che non è però sinonimo di prevedibilità; di fatto molteplice, ma speso almeno su un duplice versante sia di disciplina che di istinto, il cangiante ed organico sound del collettivo si palesa quale vettore di una polifonia post-moderna e laboratorio d’improvvisazione connotato da un inusuale carattere di fruibilità.

Molto probabilmente improntato dalla regia chitarristica di Ruben Machtelinckx (da noi appena apprezzato nel notevole duo acustico con Arve Henriksen “A Short Story”), il flusso creativo d’insieme tesaurizza gli apporti di personalità investite nel mutuo ascolto, conformando con forza interlocutoria una poliedrica e multi-identitaria piattaforma della libera espressione.

Qui non si ode tanto un incontro tra mondi diversi, piuttosto la creazione di uno nuovo” secondo le note introduttive; “un mondo in cui il blend tra fraseggi di violino scandinavo, panorami elettronici, melodie meditative che si ripetono ed improvvisazione d’ispirazione jazz non rappresentano più un esperimento quanto uno stato della mente”.

Genere: Avant-garde, Improvvisazione

Musicisti:

Ruben Machtelinckx: chitarra acustica, chitarra baritono, banjo
Thomas Jillings: sax tenore, clarinetto alto, synth
Nils Økland: violino Hardanger
Niels Van Heertum: euphonium, tromba
Ingar Zach: percussioni, grancassa

Tracklist:

01. playful 1:54
02. ostinato 7:44
03. light as never 5:10
04. affirms nothing 5:45
05. conway 8:30
06. first notes 5:02
07. echo 2:35

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