Qualcuno forse la riconoscerà per la sua partecipazione ad uno dei talent della televisione. Ma non è questo il punto focale. Poi la sua vita in Inghilterra, il ritorno e quel succulento fuoco di blues che porta in ebollizione il suo temperamento e la spiritualità con cui Margherita Zanin affronta la scrittura. Da cantautrice ma soprattutto da cantante: esce “Zanin”, un esordio di spiccatissime qualità compositive e di produzione. Ci regala 8 brani, di cui solo due in italiano – il singolo di lancio “Piove” e la cover di De Gregori “Generale” – e poi 6 nuove scritture in lingua inglese che troviamo assolutamente ricche di personalità. Come gran parte della critica anche dal nostro ascolto sembrerebbe che l’ago di una ipotetica bilancia di gradimento si muova nella direzione internazionale del disco. Quest’unico singolo “Piove” che sembra provenire da una miscela strana fatta di canzone italiana degli anni ’60 (nella parte solare del brano la timbrica della Zanin non lascia scampo a questo sapore) e di un sound attualissimo, melanconico, da cui ci saremmo aspettati più elettronica portante di quanto in realtà ne viene utilizzata. Messe da parte queste due parentesi nostrane, ci troviamo di fronte ad un disco di soul e di blues, peraltro molto pregiato ma – ahimè – assolutamente italiano…per quanto la produzione di gran mestiere ce la metta tutta per oltrepassare il confine. Dettagli sottili a parte, è davvero un esordio importante…
Vorrei partire da un binomio che trovo protagonista in questo disco che è tradizione e underground. Passato e futuro dialogano assieme in questo disco e non solo nell’omaggio a Francesco De Gregori. Non trovi?
Si, ho sempre ascoltato tanta musica e ho sempre preferito non pormi limiti nell’ascolto. De Gregori è un grande autore e io amo la musica italiana.
“Zanin” lo trovo un disco decisamente internazionale. Come mai questa direzione? Anche nel singolo “Piove” mantieni comunque un appeal decisamente non italiano…
Devo dire che la musica mi piace tutta e dico, proprio tutta tutta. Mi piace molto ascoltare vari generi come il rock, il jazz, il blues.. così, i vari generi che ho ascoltato, hanno influenzato il mio progetto.
Da più parti ti chiedono come mai solo un inedito in italiano. Insomma, vista la resa di tutto il resto del disco, non hai mai pensato di tenerlo fuori o di convertirlo in inglese?
No, ogni pezzo è nato in modo naturale… “Piove” fa parte di una nuova Marghe, una persona più sicura e consapevole. Poi se non si vive, non si può crescere.
C’è un mood malinconico quasi su tutto il lavoro. Come mai?
Sono una persona molto malinconica ma vivo la vita attivamente e cerco di pensare sempre positivo. Il mio disco racconta una parte della mia vita, non sempre è filato tutto liscio. Sono contenta di essere quella che sono, ho superato molte difficoltà e sono riuscita a canalizzare tutte le mie emozioni più nascoste nella musica, grande compagna di viaggio.
L’esperienza nei Talent televisivi in qualche modo ha condizionato o è stata addirittura determinante per essere l’artista che sei oggi?
È stato fondamentale, determinante, certo. Sono esperienze che formano sia a livello lavorativo che a livello psicologico.
Oggi sono quello che ho vissuto in passato, pur essendo molto giovane.
E per chiudere mi incuriosisce la scelta del titolo. Cosa spinge un artista a dare ad un’opera il proprio nome? Che significato c’è dietro?
Il titolo “Zanin” ha due significati ben precisi: “Ciao papà, ti voglio bene.. questo disco è dedicato a te” e “Ciao Marghe, ricordati sempre di volerti bene e non dimenticare mai le tue radici”.