Già anticipato dalla personalissima cover di “Thank You” di Dido, è in uscita da venerdì 28 aprile 2023 per Record Y l’album di debutto del progetto Hoodya. Un nuovo e definitivo capitolo per il duo formato da Rosa Brunello e Camilla Battaglia, unite da un fortunato incontro a Berlino nel 2017. Non potevamo che sentirle per scoprire qualcosa in più.
Il vostro repertorio prende spesso ispirazione da diverse tradizioni e paesi. Ce ne parlate più nel dettaglio?
Io e Rosa condividiamo diverse passioni, ma viaggiare è sicuramente tra le più profonde per entrambe. Siamo due persone a cui piace scoprire tutto quello che non conosciamo e sicuramente ci piace la sorpresa nel venire a contatto con una cultura, una musica, uno stile di vita che siano distanti dal nostro.
La musica che proponiamo nell’album ne è davvero la riprova perché parla di epoche e storie lontane ma accomunate da una realizzazione che può sembrare semplice, ma che è in realtà profondamente vera: l’amore in tutte le sue forme, resta sempre.
Il vostro incontro musicale risale ormai a 6 anni fa. Come è evoluto il vostro progetto nel corso di questo tempo?
Non parlerei di un’evoluzione perché devo ammettere che è partito in una modalità profondamente pura e appassionata dagli inizi ed è tornato in questa veste durante molte performance successive. Trovandoci a suonare in tanto contesti diversi abbiamo sicuramente scoperto che il nostro nucleo creativo è la vera forza del progetto al di là delle varie possibilità di set up (voce e contrabbasso/ voce, elettronica e basso elettrico/ voce e basso elettrico). La malleabilità è dunque l’evoluzione che ho potuto apprezzare negli anni.
Vi è mai capitato di dover affrontare qualche divergenza a livello musicale? Se sì, come ne siete venute a capo?
Io e Rosa siamo molto amiche ma abbiamo due caratteri molto diversi. Io sono impulsiva nella comunicazione (cosa su cui cerco di lavorare!) mentre Rosa è più riflessiva quindi nelle difficoltà abbiamo bisogno di tempo e spazio per poter comunicare sullo stesso piano emotivo, però l’abbiamo sempre fatto!
Il nostro è matrimonio artistico libero e felice 🙂
Il titolo che avete scelto per il vostro album di debutto “A song has a thousand years” è molto suggestivo. Cosa significa per voi?
Il titolo è stato estrapolato dalla consapevolezza di affrontare un repertorio di canzoni, per un motivo o per l’altro, iconiche, ma anche dalla realizzazione che una parte di ciascuna canzone mai scritta vivrà per sempre nella memoria delle persone.
Una canzone scritta bene può parlare a chi l’ascolta in epoche e contesti sociali diversi.
C’è una, in particolare, a cui vi sentite più legate? Perché?
Io mi sento molto legata a Replay perché è legata alla mia adolescenza ma anche perché è legata ad un amore.
Alcune frasi ma anche la melodia stessa fanno riaffiorare specifiche immagini ed emozioni ogni volta.