Con “La fiera dei luoghi comuni”, i Giullari Digitali dimostrano ancora una volta la loro abilità nel mescolare il serio con il faceto, la critica con il sorriso. Questo brano, che si aggiunge alla loro discografia, è una satira pungente della nostra tendenza a utilizzare frasi fatte e slogan scontati per affrontare la vita. Ogni verso del brano è come un’esposizione di frasi che sentiamo ogni giorno, ma che, come ci ricordano i Giullari Digitali, non sono altro che suoni vuoti.
Il testo offre una galleria di luoghi comuni, alcuni universalmente riconosciuti e altri appartenenti più alla cultura popolare. La critica è chiara: queste frasi ci rassicurano, ma ci impediscono di andare oltre la superficie. “I soldi non fanno la felicità” e “L’erba del vicino è sempre più verde” sono solo alcune delle affermazioni che popolano il testo, ripetute fino a diventare parte del nostro linguaggio quotidiano, ma vuote di vera sostanza.
Musicalmente, il brano non tradisce la tradizione della band: una base ritmica coinvolgente, un sound fresco e spensierato che rende la canzone perfetta per il pubblico. Nonostante il tono scherzoso e il ritmo ballabile, la canzone è tutt’altro che superficiale, trasmettendo una critica velata alla superficialità delle nostre convinzioni.
La conclusione del brano, “Alla fine è solo fumo e niente arrosto”, è la sintesi perfetta di questo messaggio: un invito a non accontentarsi delle frasi fatte, ma a cercare qualcosa di più profondo.