TRICKY | Knwole West Boy

Tricky
Knwole West Boy
Domino Records - distr. Self
2008

Assente dalle scene per un lustro buono dopo l’assai opaco Vulnerable, Adrian Thaws aka Tricky bussa prepotentemente alla porta con un nuovo album che ci restituisce una star piu’ terrena e alla mano, uscita dal tunnel del proprio ego (sovente il genio prende la forma quadra e vuota di una cella di prigione) per riflettere con serenita’ e maturo disincanto su un tragitto artistico piu’ che stupefacente, che da Knowle West, sobborgo della nati’a Bristol, arriva a New York passando da Los Angeles. E cosi’ Knowle West Boy manda a dire di un Tricky acceso e inestinguibile come una torcia olimpica, non piu’ truce reporter dei bassifondi e di avveniristiche apocalissi metropolitane, ma sapiente manager dei codici della black music (passata, odierna e futura) frullati insieme a rock, pop ed elettronica con uno spirito piu’ solare, diretto e anche (perche’ no?) smaccatamente ruffiano. A fronte di esplicite dichiarazioni rilasciate dal Nostro, si tratta anche di un disco dove Tricky soddisfa il suo lato artistico piu’ emulativo, omaggiando amori mai sopiti quali gli Specials (nella febbrile silhouette dance-rap-ska di Council Estate), Tom Waits (con il jazz-soul-blues quadrifonico di Puppy Toy) oppure Howlin’ Wolf (nelle assai visionarie e narcolettiche dodici battute in punta di piano di Joseph). Il consistente ripiego ai duetti e l’avvicendamento di voci femminili e maschili (alcune quasi ignote, altre scoperte quasi per caso ma nondimeno abili nel dissipare con la loro intensita’ e capacita’ interpretativa il ruolo di semplici comparse) e’ l’ennesima furbata di Tricky per dare spessore e colore al suo monocorde e scuro sussurro, un marchio di fabbrica che riesce a tenere miracolosamente a galla anche numeri altrimenti scialbi e piatti come la chitarrosa C’mon Baby e la climatica enfasi dub di Past Mistake. Meno riuscite e un poco insopportabili sembrano invece le tastiere e il groove hip hop-ragga-soul a’ la Sean Paul di Bacative e sulla stessa onda gli stop and go ritmici e vocali di Baligaga. Autocompiacimenti di bassa lega da mago dello studio di registrazione controbilanciati, per nostra fortuna, da geniali commistioni ritmico-armorniche che prendono le forme delle asciutte linee tribali e del sanguigno spessore nu soul di Veronika, del sinistro gangsta-rap cameristico di Coalition, degli archi sottesi agli arpeggi e ai riff rock della bellissima Far Away, dello slide western-country postmoderno e morriconiano di School Gate e, non ultimo, del glamour matrix-techno-rock di Slow, cover dell’hit di Kilye Minogue ed Emiliana Torrini. In ultima analisi non un capolavoro e nemmeno un album da playlist di fine anno ma un segnale positivo che Tricky c’e’ e potrebbe un giorno ricacciare l’asso vincente dalla manica.


 





Voto: 7/10


Genere: Urban Soul, Hip Hop, Post Blues /Electronic, Pop-Rock


 


 





Musicisti:


Tricky – lead vocals, keyboards, programming, bass, drums


Alex Mills – vocals


Veronica Coassolo – vocals


Lubna – vocals


Rodigan Morgan – vocals


Joseph – vocals


Hafdis – vocals


 





Brani:


01. Puppy Toy [feat. Alex Mills]


02. Bacative [feat. Rodigan Morgan]


03. Joseph [feat. Joseph]


04. Veronika [feat. Veronica Coassolo]


05. C’mon Baby


06. Council Estate


07. Past Mistake [feat. Lubna]


08. Coalition


09. Cross To Bear [feat. Hafdis]


10. Slow


11. Baligaga [feat. Rodigan Morgan]


12. Far Away [feat. Veronica Coassolo]


13. School Gates [feat. Lubna]


 


 


 





Links:


Tricky: www.trickyonline.com


Domino Records: www.dominorecordco.com