Roberto Magris Trio
Kansas City Outbound
PCAMI / J-Mood Records
2009
In Italia abbiamo i Gaslini e i Pieranunzi, i Salis e i Bollani, i D’andrea e gli Intra, i Rea e i Moroni. Ne siamo fieri e contenti, li lodiamo e li glorifichiamo, ma anche un pianista di razza come Roberto Magris ce lo dovremmo tenere molto caro e anche piu’ spesso in mente, specie in occasione dei consueti sondaggi e referendum nazionali di fine anno. Paradossalmente, infatti, il pianista e compositore triestino sembra avere piu’ considerazione e seguito all’estero, laddove i maggiori festival internazionali e i club piu’ quotati (sia europei, sia statunitensi) non hanno alcuna esitazione a includere e a presentare nei loro programmi i suoi compositi progetti. Kansas City Outbound testimonia, infatti, una delle frequenti sortite del pianista negli States, nella fattispecie un concerto in trio tenuto nel 2007 presso l’American Jazz Museum di Kansas City in onore del grande Jay McShann, scomparso pochi mesi prima. Coda di quell’evento, le session in studio dell’album in questione, effettuate nei due giorni successivi con la partecipazione del leggendario contrabbassista Art Davis (mancato per un tragico destino tre settimane dopo questa sfavillante performance) e l’avvicendamento dietro ai tamburi dell’esperto batterista Jimmy “Junebug” Jackson e del piu’ giovane Zack Albetta. Diviso tra brani originali, noti standard e alcune pepite sotterranee dell’afroamericana a stelle e strisce, il repertorio esalta lo stile agile, rutilante e percussivo del pianista gia’ nell’iniziale title track e in Iraqui Blues (due dei quattro originali firmati da Magris), in cui viscerali colori coltraniani e tour-de-force tyneriani sono splendidamente sottolineati dalla cavata flessuosa e articolata di Davis nonche’ dalla frizzante e scoppiettante scansione ritmica di Jackson. Il rispetto ma anche il gusto melodico e la sensibilita’ contemporanea con cui Magris si accosta ai grandi classici si notano, viceversa, nelle raffinate e terse trame armoniche di A Flower Is A Lovesome Thing di Strayhorn (eseguita dal pianista in perfetta solitudine), nelle avvolgenti atmosfere danzanti di Reverend Du Bop di Andrew Hill (chiosata da un prezioso assolo da parte di Davis), nei labirintici passaggi e perfetti incastri strumentali della monkiana Bemsha Swing. Anche negli episodi di maggiore volutta’ sentimentale come Lonely Woman (quella di Benny Carter) e Darn That Dream il trio sa adoperarsi per renderne fragrante, moderno e accattivante il groove intrinseco, tessendone con strepitosa scioltezza e bravura tecnica la sofisticata ragnatela melodica. Swing e brio a fiumi nel dialogo tra Davis e Magris in Alone Together (qui totalmente svestita della sua struggenza di jazz ballad) e nell’effervescente botta e risposta continuo tra la tastiera del pianista e le bacchette di Albetta nella finale rendition di Bye Bye Baby. Contagioso, lirico e vivace, Kansas City Outbound e’ un disco per piano trio come se ne sentono pochi ultimamente, con il raro pregio d’essere insieme un fantastico omaggio agli immortali del jazz e un singolare contributo alla reputazione della scuola italiana oltre i suoi confini.
Voto: 8/10
Genere: Straight-Ahead / Modern Jazz
Musicisti:
Roberto Magris – piano
Art Davis – double bass
Jimmy “Junebug” Jackson” – drums (# 1,2, 3, 8)
Zack Albetta – drums (# 5, 6, 7, 10, 11, 12)
Brani:
01. Kansas City Outbound
02. I Fall In Love Too Easily
03. Iraqi Blues
04. A Flower Is A Lovesome Thing
05. KC Inbound
06. Reverend Du Bop
07. Rainbow Eyes
08. Bemsha Swing
09. Lonely Woman
10. Darn That Dream
11. Alone Together
12. Bye Bye Baby
Links:
Roberto Magris: www.myspace.com/robertomagrisjazz
PCAMI / J-Mood Records: www.paulcollinsartistmanagement.com