Ivan Sossan, noto semplicemente come Ivan, è un musicista e cantautore italiano. Si avvicina al mondo della musica da bambino attraverso lo studio del pianoforte e in età adulta intraprende lo studio del canto. Dalla collaborazione con Giuseppe Ferdinande Zito, cantante dei Jaspers, nasce una un progetto artistico solista che porta al primo EP che prende il titolo dal singolo “Come Beethoven”. I brani raccontano in maniera autoironica la generazione di fine anni ’80 e inizio ’90, ormai disincantata e sempre meno al passo coi tempi. In estate esce con il suo secondo singolo, una cover dell’intramontabile “Nessun dolore”, frutto del genio di Lucio Battisti e Mogol, rivisitata in una chiave rock dalle tinte decisamente più scure, in quello che oltre a un tributo vuole essere anche una reinterpretazione di questo grande classico.
Qual è stato il momento in cui hai capito che era ora di dar vita al tuo progetto musicale?
La voglia di proporre qualcosa di mio a livello musicale c’è sempre stata. Ho avuto diversi progetti in passato, tra cui anche un gruppo in cui ho cantato per diversi anni, con dei miei grandi amici. Questa esigenza che avevo ha poi trovato uno sbocco, quasi casualmente, un paio di anni fa, con l’incontro con Giuseppe Ferdinando Zito che mi ha spronato a perseguire questa strada. Quello che mi guida in ogni caso è l’esigenza di comunicare qualcosa senza però piegarmi a un’ottica commerciale. In sostanza faccio quello che mi piace.
Ci parli della tua collaborazione con Giuseppe Ferdinando Zito?
L’ho conosciuto come insegnante di canto, che dava particolare spazio al lato artistico. Da subito abbiamo cominciato a lavorare su delle idee che avevo nel cassetto. Mi ha dato una grande mano nel focalizzare i punti forti della mia voce senza voler strafare come ero portato a fare. Mi ha seguito poi nell’arrangiamento dei pezzi e nella fase di registrazione in studio. Sicuramente è una collaborazione che perdurerà nel tempo.
In che modo senti che il brano “Nessun Dolore” ti rappresenta?
Come gran parte dei pezzi di Battisti, “nessun dolore” rappresenta non solo me stesso ma una grandissima parte di noi. Quello che mi piace dei brani composti dal duo Mogol-Battisti, è la semplicità e l’immediatezza che si mescolano al lirismo all’interno dello stesso brano. Una visione dell’amore, o della fine di un rapporto, come nel caso del brano in questione, che non trascende mai nel patetico, senza però risultare asettica. Mi rappresenta nel modo di vedere le cose, in generale.
Che musica stai ascoltando in questo periodo?
Ultimamente ho ascoltato molto i Verdena, Giorgio Poi, Willie Peyote, ma alla fine ricado sempre nei vecchi vizi, e ascolto Radiohead, Jeff Buckley, Dalla, Battisti, Morricone…
C’è un artista con cui vorresti condividere il palco?
Gianluca Grignani senza dubbio.