“Jungle Corner” dei Bright Magus è un album in cui jazz, funk, rock, avant e psichedelia si fondono in un sound fluido guidato e spinto dalle cinque eccezionali personalità che interagiscono tra improvvisazione e scritture originali dentro e fuori l’estetica di tale nume tutelare. Il disco contiene 6 brani inediti registrati in presa diretta, liberi da strutture rigorose e durate prestabilite.
Qual è stato il momento o l’ispirazione chiave che vi ha spinti a creare questo album? C’è una storia o un evento particolare che ha influenzato il vostro processo creativo per questo progetto?
Giovanni: L ispirazione arriva da lontano, quando ci siamo conosciuti con Leziero, circa 25 anni fa. Abbiamo cominciato a suonare insieme su varie cose e subito ci siamo accorti di avere un’attitudine molto simile per alcuni suoni e alcune atmosfere, tra queste la musica di Miles Davis e in particolare quel magico periodo elettrico che sentivamo molto vicino al nostro gusto.
L’improvvisazione è parte integrante del vostro sound. Come bilanciate la spontaneità con la scrittura e la struttura nelle vostre composizioni e nelle vostre esibizioni dal vivo?
Giovanni: Si, l’improvvisazione è una parte molto importante di questo progetto, è anche un momento intenso e sospeso dove ci incontriamo musicalmente cercando di attivare qualcosa che possa creare suspance.
I temi in testa e in coda alle composizioni ci permettono di avere un momento in cui ci allineiamo, e poi è abbastanza tipico del genere avere un tema, che infondo spesso è un pretesto per tuffarsi dentro un’altra avventura estemporanea.
Oltre alle influenze di Miles Davis, quali altri artisti o generi musicali hanno avuto un impatto significativo sulla creazione di “Jungle Corner”?
Giovanni: Le mie influenze in realtà spaziano davvero tanto, Davis è un grande genio per tanti versi anche nel suo atteggiamento.
Io sono cresciuto con Led Zeppelin, Pink Floyd, Brian Eno, Bowie e ovviamente Stones e Beatles, solo per citare i classici. Ma in realtà ho divorato musica di ogni genere, Sono molto influenzato dal KrautRock dei Can, Kraftwerk, dalla musica concreta e sperimentale di Zorn e Frith e dalla musica elettronica di Aphex Twuin e Autechre….Ma questi nomi sono solo l un per cento, ascolto davvero tanta musica e ciò c he mi rimane addosso si va a sedimentare nel mio modo di riproporre la musica.
Come descrivereste il vostro processo collaborativo all’interno della band? Come lavorate insieme per sviluppare le vostre composizioni e arrangiamenti?
Giovanni: L incontro della Band è stata molto naturale e stranamente malgrado fossimo tutti impegnati e nel caso di Maure Tre anche lontani.
Io e Leziero abbiamo pensa che era il momento di fare qualcosa che avevamo sempre amato e di cui spesso avevamo teorizzato le linee principali, cosi abbiamo contattato Alberto Turra alla chitarra, Gianni Sansone alla Tromba e Mauro Tre ai tasti, e magicamente dopo la prima prova ci siamo resi conto che eravamo già pronti per affrontare un esibizione, ma non perché eravamo bravissimi e basta, soprattutto perché c era molto interpola tra di noi e l improvvisazione era già un linguaggio che ognuno di noi aveva masticato per anni.
Quali sono i prossimi passi per i Bright Magus dopo il lancio di “Jungle Corner”?
Giovanni: Il 29 novembre suoniamo a Milano al Biko per presentare il disco, e poi speriamo di essere in giro più possibile per portare in più posti possibili la nostra proposta musicale che è un omaggio e un tributo al Miles elettrico che a suo modo aveva rivoluzionato nel mondo del jazz un linguaggio che oramai sembrava aver detto tutto, almeno per lui.