Esce “Una sola notte”, nuovo singolo del poliedrico artista Raffaele Schirone, sui principali stores digitali e dal 1° settembre nelle radio in promozione nazionale. “Una sola notte” è una canzone che parla di un amore che si viene a presentare al momento sbagliato del cantante con la persona della vita. Sulle note elettro-pop e con un testo malinconico e speranzoso, la canzone è composta da un ritornello su un drop dance che va in contrasto con il testo che risulta più cupo. Scopriamo news e curiosità in questa intervista.
Ciao Raffaele, presentati ai nostri lettori.
Ciao a tutti, sono un ragazzo che ama la musica di tutti i generi e cerco di esprimere i miei pensieri e desideri attraverso le mie canzoni. Canto e scrivo sia in Inglese che in Italiano e mi diletto nel cambiare genere, a seconda di quello che voglio esprimere in quel momento.
Perché il titolo “Una sola notte”? Cosa si nasconde dietro la canzone?
La canzone nasce in una serata atipicamente fredda di giugno e parla di ricordi di quando ero felice e non lo sapevo. “Una sola notte” è un richiamo alla mia speranza di poter superare ostacoli invisibili e che sembrano insormontabili. Tante persone giuste al momento sbagliato e viceversa, hanno poi completato il testo di questo mio ultimo singolo.
Hanno un filo conduttore i brani che hai pubblicato negli anni?
Quasi tutti i miei brani parlano di esperienze che mi hanno colpito negli anni, sia positivamente che negativamente. Sono più ispirato quando sono triste e malinconico, perciò le canzoni che testi felici sono in minor numero ma cerco di “colmare” il tutto, facendo contrastare il testo con le basi strumentali dal carattere elettro-pop.
Un sound che trasuda originalità e personalità, ma anche con molti riferimenti ai grandi del passato, quando la musica rappresentava ancora l’apice dell’espressione umana evolvendo e condizionando l’intera società. Quali i tuoi riferimenti artistici che hanno aiutato la tua ispirazione nella tua musica?
Le mie influenze derivano principalmente da Michael Jackson ed Ed Sheeran. Sono cresciuto ascoltando il pop americano ma nel tempo mi sono appassionato anche a quello italiano. Credo però che la mia ispirazione principale sia il dj svedese Avicii, che ha lasciato una grossa eredità alle prossime generazioni.
Quali sono i tuoi obiettivi da voler raggiungere? Cosa ti aspetti da questo tuo nuovo percorso artistico e discografico?
Ovviamente la speranza è quella di essere ascoltato da quante più persone possibile. Ho fatto sempre tutto senza un secondo fine, divertendomi e sfogandomi contemporaneamente ma mi piacerebbe pian piano aprire un concerto, magari del mio idolo e farmi conoscere da tutti.
Artisticamente parlando, rifaresti tutto oppure hai dei rimpianti?
L’unico mio rimpianto è quello di essere partito troppo tardi, forse perché ero più giovane ma soprattutto perché c’era la paura di espormi. Per il resto, sono felicissimo per come si sono sviluppati questi anni.
L’ultima parola a te! Lasciaci un messaggio!
Non abbiate paura di esprimere i vostri talenti. Non abbiate paura delle critiche, che siano esse positive o negative. Ognuno di noi ha un qualcosa da raccontare e se arriva a quante più persone possibile, può essere d’aiuto o anche di compagnia. Fatelo. Vi farà solo stare meglio e vi divertirete anche voi. A presto!