Intervista a Fabry-T con il nuovo singolo “Aquilone”

Esce “Aquilone”, il nuovo singolo dell’eclettico Fabry-T, sugli stores digitali e dal 28 luglio nelle radio in promozione nazionale. “Aquilone” parla di fobia sociale, il sentirsi vuoti anche quando si è tra tanta gente, vedere il negativo nelle cose e nelle persone, raccontare agli altri che starmi accanto significa vedermi crollare nell’apatia e nel caos delle mie paure È la sensazione di sconforto totale rivolta verso la vita e il disgusto verso la falsità della massa, anche a livello discografico, l’omologazione degli artisti e del genere musicale. Scopriamo news e curiosità in questa intervista.

Ciao Fabry, presentati ai nostri lettori.

Sono Fabrizio in arte Fabry-T. L’impatto con l’arte è stato immediato (già dall’età di tre anni) con il disegno, ma l’interesse per la musica nacque all’età di sei anni con le sigle dei cartoni animati; avevo una predisposizione per il ritmo e ascoltavo la musica e mi chiedevo cosa girasse attorno al lavoro di essa. Durante la terza superiore del liceo artistico, poi, mossi i primi passi mettendomi in gioco con qualche cover pubblicata in rete, ma fu definitivamente nel 2012 che decisi di scrivere dei testi (inizialmente ritornelli) e creare dei beat. Ho coltivato la passione fino ad oggi senza mai fermarmi, producendomi da solo (nel mio home studio), cercando sempre di migliorare il mio stile artistico, vocale e delle produzioni.

Perché il titolo “Aquilone”? Cosa si nasconde dietro la canzone?

Dietro il pezzo c’è molta malinconia, senso di vuoto, fobia sociale, disprezzo verso la società e l’omologazione sia in ambito umano che musicale. L’aquilone rappresenta la felicità e la libertà che sento di non poter raggiungere mai e non poter fuggire da questo senso di sconforto. Però c’è un filo di speranza perché ho chi mi sostiene e chi mi ama.

Hanno un filo conduttore i brani che hai pubblicato negli anni?

Sì, più o meno perché toccano diversi punti e punti di vista dei miei stati d’animo provati nella mia vita, dal cadere sul fondo al risalire a galla.

Un sound che trasuda originalità e personalità, ma anche con molti riferimenti ai grandi del passato, quando la musica rappresentava ancora l’apice dell’espressione umana evolvendo e condizionando l’intera società. Quali i tuoi riferimenti artistici che hanno aiutato la tua ispirazione nella tua musica?

Da piccolo incominciai con Tiziano Ferro e dei suoni r’n’b dell’epoca e poi il primo artista che mi fece capire che potevo fare tutto questo fu Kanye West che con il suo fare poliedrico mi ha dato una spinta a credere in me stesso. E anche grandi artisti come Michael Jackson e Freddie Mercury.

Quali sono i tuoi obiettivi da voler raggiungere? Cosa ti aspetti da questo tuo nuovo percorso artistico e discografico?

Vorrei emozionare con le mie canzoni, portare grandi spettacoli live con buona musica che sia sempre autentica e immortale.

Artisticamente parlando, rifaresti tutto oppure hai dei rimpianti?

Rifarei tutto, perché in ogni caso so di aver fatto tanto grazie alle mie capacità e al mio istinto quindi non rimpiango niente.

L’ultima parola a te! Lasciaci un messaggio!

Dico nel mio piccolo di non ascoltare nessuno e andare dritti per la propria strada, ma soprattutto di essere autentici, i risultati non sono immediati però la pazienza e la tenacia poi ripagheranno.