Intervista a Davide Tonello con il singolo “Inutile in mezzo agli inutili” tra Nietzsche e rock

Inutile in mezzo agli inutili” è il nuovo singolo dell’artista Davide Tonello, suonato con la straordinaria collaborazione di Gigi Cavalli Cocchi, storico batterista di Ligabue con i Clandestino, batterista dei CSI e de Lassociazione, disponibile sui principali stores digitali e nelle radio in promozione nazionale. La canzone nasce da una riflessione sul famoso aforisma 125 della Gaia Scienza. Ognuno di noi si può trovare, in un dato momento della propria esistenza, nella situazione dell’uomo folle descritto da Friedrich Nietzsche. Il titolo del brano descrive perfettamente lo stato d’animo provato dal protagonista, incapace di far conoscere al mondo una chiara verità invisibile agli occhi degli altri. “Inutile in mezzo agli inutili” è quell’uomo che cerca senza riuscita di far comprendere il valore di un qualcosa che non viene preso in considerazione da una società impegnata solamente ad apparire, ad accumulare oggetti e ad occuparsi di sciocchezze insignificanti come le mode del momento. Scopriamo news e curiosità in questa intervista!

Ciao Davide, presentati ai nostri lettori.

Ciao. Sono un cantautore a cui piace scrivere storie e metterle in musica. Perché ho scelto di scrivere canzoni? Perché non dispongo della pazienza e della costanza per scrivere libri.

Perché il titolo “Inutile in mezzo agli inutili”? Cosa si nasconde dietro la canzone?

“Inutile in mezzo agli inutili” è quell’uomo che non riesce a far comprendere alle altre persone un valore o un concetto. Può essere un genio incompreso che magari proprio perché incompreso viene deriso dagli altri. Tutti noi, in un dato momento e senza la pretesa di essere dei geni possiamo provare la condizione di impotenza nei confronti di chi non ci capisce. Capita soprattutto quando riusciamo a comprendere dei valori e ci battiamo per essi senza riuscire a trasmetterli agli altri. Un esempio? Provate a spiegare il valore del rispetto degli animali a chi non li ama.

Hanno un filo conduttore i brani che hai pubblicato negli anni?

Due dei miei lavori del passato sono album a tema. “Otto testimonianze sull’amore” racconta il differente punto di vista degli otto personaggi protagonisti circa i rapporti amorosi e il successivo “E fu così che bussai ad un bordello” narra le vicende tragicomiche di un uomo che tenta di perdonare il tradimento della propria compagna. Negli ultimi anni ho abbandonato questo modo di concepire gli album; forse un po’ per pigrizia ma soprattutto per essere più libero di trattare differenti tematiche all’interno di un disco. Un filo conduttore dei miei album credo sia la voglia di sviluppare a fondo determinati argomenti, dando in tal modo maggior preponderanza alle parole che alla musica.

Un sound che trasuda originalità e personalità, ma anche con molti riferimenti ai grandi del passato, quando la musica rappresentava ancora l’apice dell’espressione umana evolvendo e condizionando l’intera società. Quali i tuoi riferimenti artistici che hanno aiutato la tua ispirazione nella tua musica?

Soprattutto nelle mie prime canzoni si sente l’influenza di Fabrizio De André, cantautore che probabilmente ho più di tutti amato. Oltre a lui amo il cantautorato in ogni sua forma e mi piace molto il rock anni 70 e 90. Ho ascoltato e ascolto moltissima musica, perciò con ogni probabilità molti degli artisti che hanno avuto una qualche influenza nelle mie canzoni non li saprei citare nemmeno io. Ho sempre però trovato più spunti nella letteratura che nella musica: Zola, Strindberg, Svevo, Hugo, sono solo alcuni degli scrittori che amo e da cui mi sono lasciato ispirare, senza contare tutti i grandi filosofi, da Platone a Nietzsche, eterne fonti di spunto sui pensieri senza tempo.

Quali sono i tuoi obiettivi da voler raggiungere? Cosa ti aspetti da questo tuo nuovo percorso artistico e discografico?

Il mio obiettivo principale è che la mia musica sia ascoltata da un sempre maggior numero di persona. Riguardo “Inutile in mezzo agli inutili” l’obiettivo è lo stesso, spero che tantissime persone la ascoltino.

Artisticamente parlando, rifaresti tutto oppure hai dei rimpianti?

Sono sempre piuttosto attento a quello che scrivo proprio perché conosco il rischio di riascoltare qualcosa realizzata precedentemente e desiderare eliminarla. Mi è capitato di peccare di leggerezza in questo senso con una canzone scritta quand’ero molto giovane ma di cui, per mia fortuna, non vi è praticamente più traccia.

L’ultima parola a te! Lasciaci un messaggio!

Vi ringrazio per avermi dedicato del tempo e vi invito ovviamente ad ascoltare “Inutili in mezzo agli inutili”! Alla prossima!