Esce “The Horizon”, singolo del musicista e compositore Angelo Viviani. Il brano è il singolo estratto da un Ep di prossima pubblicazione che denota già dal primo ascolto il talento dell’artista e la strada che verrà percorsa tra pathos e melodie. “The Horizon” è sui principali stores digitali e in promozione nazionale. Scopriamo news e curiosità in questa intervista!
Ciao Angelo, qual è stato il tuo percorso di crescita musicale?
Buongiorno e grazie per avermi invitato. Cerco di esser il più coinciso e chiaro possibile: ho sempre amato e sempre amerò la musica più di me stesso. Nasco come musicista elettrico: i primi gruppi, i primi studi. Poi mi sono davvero appassionato e così ho intrapreso una carriera contrabbassistica che mi ha portato al conseguimento del diploma accademico di II livello al Conservatorio “G.Verdi” di Torino e tutt’ora sto perseguendo un master a Maastricht. Ho sempre mantenuto le mie passioni per il jazz ed il funk, nonostante gli studi classici mi abbiano influenzato radicalmente nei miei scritti e performances. Così, anche la composizione ne risentì e “The Horizon” è frutto di ciò.
Potrebbe sembrare una domanda banale e magari lo è: “Dove sta andando la musica? E dove sta andando la tua di musica?
La mia musica non ha ancora un versante ben delineato. Sono un neo- compositore, dunque, non posso sapere esattamente dove andrò a finire. Un dato è certo: lontano da dove la musica di quest’oggi sta mettendo le radici sul globo, soprattutto sul versante nazionale.
Ad avere la possibilità di aprire un concerto in uno stadio di un big della musica, affrontandone il pubblico con la tua musica, chi scegliereste? E perché?
Quanti artisti interessanti che ci sono! È una domanda molto complessa. Sicuramente, per il tipo di musica che sto scrivendo in questo momento, potrei scegliere un Giovanni Allevi. Mi sento assai matto e con tanti capelli (battute a parte) quanto lui. È una bella responsabilità. Il percorso che sto intraprendendo per l’appunto richiede proprio questo.
Un sound che trasuda originalità e personalità, ma anche con molti riferimenti ai grandi del passato, quando la musica rappresentava ancora l’apice dell’espressione umana evolvendo e condizionando l’intera società. Quali i tuoi riferimenti artistici che hanno aiutato la tua ispirazione nella composizione?
Le mie composizioni attuali si ispirano alla musica minimalista e allo stile romantico dell’Ottocento. Avendo una formazione classica, ho le radici trapiantate in quel preciso punto. Ovviamente, non ho mai trascurato la musica del Novecento, quella che da ragazzino mi colpì in primis!
Quali sono i tuoi piani più immediati?
Studiare, produrre e suonare dal vivo. Devo organizzare la cosa più importante: un tour da solista. Non sarà facile, una bella sfida mette sempre più alla prova!
Chi vorresti ringraziare per chiudere questa intervista?
Vorrei ringraziare principalmente la mia famiglia che da lontano mi sostiene moralmente. Un grazie infinite ai colleghi, fonte quotidiana di ispirazione nel suonare e nello studiare cose sempre diverse. Un ultimo grazie… alla musica! Fonte di rinascita quotidiana.