Data: 18/02/2015
Città : Prato - Prato (Toscana)
“Un sassofonista dal cognome ingombrante che con quieta tenacia ha raggiunto vette di assoluta eccellenza, a dimostrare che il jazz è tutta questione di personalità” sottolinea il direttore artistico Stefano Zenni.
Era il 1967 quando John Coltrane muore prematuramente. Una tragedia per il mondo del jazz, ma un trauma maggiore per il piccolo Ravi Coltrane, che aveva solo due anni. Vent’anni dopo, con un cognome ingombrante, il giovane si avvia a diventare un sassofonista di rilievo. L’ambiente nel quale cresce è quello dell’M-Base di Steve Coleman, che negli anni ‘80 rinnova il linguaggio a colpi di tempi dispari, cicli ritmici complessi, scale dissonanti e assimilazione di suoni ed energie dell’hip-hop. È la scuola da cui escono anche Vijay Iyer e Steve Lehman, ma sul giovane Coltrane quell’esperienza spinge in una direzione diversa. È il 1997 quando il sassofonista, dopo una vasta esperienza con tanti grandi del jazz, da McCoy Tyner a Herbie Hancock a Kenny Barron, incide il suo primo disco da leader. Da quel momento ad oggi Coltrane ha maturato ciò che sembrava impossibile: un suono del tutto personale, che non ricorda quello del padre; un fraseggio fitto, incalzante e angoloso, erede delle speranze con l’M-Base, una concezione compositiva nel solco della tradizione hard bop contemporanea, come in un prolungamento attuale della scuola Blue Note degli anni ‘60, ma con un tocco di personale eccentricità; un gusto per l’interplay nel gruppo energico e trascinante. Insomma, oggi Ravi Coltrane è uno dei protagonisti della scena attuale, e lo è senza che la sua musica debba nulla di rilevante al padre, se non nella misura in cui tutti gli sono debitori. La sua carriera dunque è il segno che il jazz oggi è davvero un linguaggio nel quale è possibile aprirsi nuovi spazi espressivi, senza dimenticare la grande storia del passato.
Lunedì sera si conclude anche la mostra fotografica, a ingresso libero, “Uno scatto con Duke. Fotografie e materiali storici del jazz al Metastasio, 1967-1972” a cura di Fabrizia Bettazzi e Stefano Zenni visitabile tutti i giorni dal lunedì al sabato dalle 9.30 alle 12.30 e dalle 16.00 alle 19.00 e durante l’apertura del teatro per i concerti.
PREZZI SINGOLI BIGLIETTI intero: 18 euro; gruppi, soci Coop, over 65: 14 euro; under 25: 10 euro.
Teatro Metastasio
Via B. Cairoli, 59
59100 Prato
Telefono + 39 0574 6084
http://www.metastasio.it/it/met-jazz/
https://www.facebook.com/metastasiojazz
Per i biglietti:
I biglietti sono acquistabili presso la biglietteria del Teatro Metastasio
dal lunedì al sabato 9.30/12.30 e 16.00/19.00
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