Il Premio Carosone festeggia i 100 anni del Maestro

L’Arena Flegrea ha aperto ieri sera le sue porte alla 18. edizione del Premio Carosone, edizione speciale, che celebra i 100 anni della nascita del Maestro.

Il direttore artistico Federico Vacalebre ha meticolosamente costruito una serata elegantemente varia ed eterogenea, che ha entusiasmato il folto pubblico presente, accorso ad uno dei primi eventi collettivi organizzati dopo il lockdown che ha caratterizzato la prima parte di questo 2020 e che ha anche, di fatto, posticipato la realizzazione dell’omaggio a Carosone, nato il 3 gennaio 1920.

E poiché “siamo un po’ tutti Carosoniani”, ha “un non so che” di magico l’apertura di una giovane e talentuosa arpista, Micol Arpa Rock, che magistralmente incanta con una inedita versione di Tu Vuó fá l’Americano.

Intensa e toccante è l’interpretazione delle EbbaneSis, duo femminile chitarra e voce, che si esibiscono con ‘O Sarracino e Piccolissima Serenata.

I premiati, accolti dai presentatori Gianni Simioli e Mariaelena Fabi, si alternano sul palco e ricevono una significativa riproduzione in ceramica di un dipinto del Carosone pittore: è la volta della voce de La Zero che, con Alessio Rossetti alla chitarra, dà una connotazione Urban a Mambo Italiano; cambio veloce di palco e la raggiunge lo Speaker Cenzou, definito da La Zero come il “megafono di Piazza San Gaetano”: il prodotto della loro sinergia – ed energia – è una versione Urban Rap di Chella Llá.

Una esplosione di applausi accoglie l’attore Massimiliano Gallo, che, emozionantissimo, dedica a suo padre Nunzio una canzone di Totó, Scettico Napoletano. Omaggia poi Carosone con l’allegra ed accattivante Badu Badu, accompagnato dalla big band, capitanata dal Maestro Gigi De Rienzo.

Ospite a sorpresa è il drammaturgo Enzo Moscato, che si esibisce, cantando Giacca Rossa ed omaggiando Sergio Bruni con O’ Juke Box ‘e Carmela, sapientemente mixata con Only You dei Platters.

L’attenzione dei più giovani spettatori della platea viene catturata dal comunicativo quanto avvenente Stash dei The Colors, che, per la prima volta, si cimenta cantando Giuvann’ c’á Chitarra e ‘O Sarracino, raccogliendo il meritato consenso del pubblico presente.

La magica voce nera del cantante catanese Mario Biondi ci offre una inedita ed emozionante versione della dolcissima Maruzzella; continua ad infiammare la platea con un duetto con Nello Daniele, con il quale omaggia Pino Daniele eseguendo A Me Mi Piace ‘O Blues.

Nello Daniele sceglie, per il suo tributo a Carosone, Na’ Canzuncella Doce Doce, il brano che il maestro portò a Sanremo nel 1988 e che fu uno degli ultimi della sua carriera canora, prima dell’annuncio del ritiro dalle scene, di cui, in apertura della serata, è stato mostrato il filmato.

Un gioioso entusiasmo accoglie in scena Marisa Laurito che, con la big band regala un breve brano carosoniano, ‘A Nebbia e, richiamando sul palco Nello Daniele, si esibisce in una coinvolgente versione di Pigliate ‘Na Pastiglia. Ed ancora ci regala ‘A Tazza ‘E Café, raccontandocene la genesi: Capaldo si innamoró perdutamente di Brigida, la cassiera di un bar, ma lei continuava a respingerlo; allora lui, disperato, decise di andarsene e le lasciò sulla cassa il testo di questa canzone, scritta per lei. Brigida, a quel punto, se ne innamorò a sua volta, ma Capaldo non lo seppe mai, perché era andato via.

Grandi applausi accolgono il pianista Stefano Bollani che racconta di essere stato stregato ad 11 anni dalla magia di Carosone, che eseguiva il brano Kitten On The Keys di Zez Confrey: ce ne regala quindi una sua brillante esecuzione. Resta al piano ed accompagna Renzo Arbore che canta, ammiccando, la scanzonatamente irriverente T’è piaciuta.
Ed ancora, Bollani accoglie sul palco il collega pianista napoletano Lorenzo Hengeller, con il quale condivide un coinvolgente brano “a due pianoforti” che accompagnano poi la voce di Hengeller in una divertente Io, Mammeta E Tu.
‘A Casciaforte e ‘O Russ’ Quand Vere A’ Rossa C’ Vene A’ Tosse sono i due simpatici pezzi che Hengeller ci regala, prima di esibirsi con Bollani e con il sassofonista Daniele Sepe in una acclamatissima versione di L’Hai Voluto Te.

Un caloroso applauso accoglie in scena Andrea Sannino che, accompagnato al piano da Hengeller, canta La Signora. Il pubblico lo invita a cantare la sua ormai celeberrima Abbracciame, la sua canzone che echeggiava dai balconi napoletani durante il periodo del lockdown.

Federico Vacalebre ci racconta un po’ dell’essenza e della genesi della manifestazione ed introduce Enzo Avitabile che, con Caravan Petrol omaggia Carosone: una scelta eccellente!

La luna è rossa e calante, l’atmosfera è emozionante: una serata d’estate davvero calda – e non soltanto per le temperature – per tributare il giusto affetto e la dovuta riconoscenza ad un grande napoletano, Renato Carosone, che ha saputo portare Napoli in giro per il mondo con la sua classe, garbo, arte ed ironia.

Grazie e buon centesimo compleanno, caro Maestro!

Premio Carosone, 27 luglio 2020, Arena Flegrea, Napoli