I Canostra ci raccontano il loro primo EP omonimo

Esce venerdì 5 maggio 2023 “Canostra”, primo EP dell’omonima band veronese, già anticipato dai singoli “Fare il morto a galla” e “Fermo immagine”. “Canostra” vuole significare sentirsi a casa, al sicuro nella propria comodità e intimità, ma anche in compagnia delle proprie incertezze, riflessioni più profonde ed esistenziali. Ciascuno di questi 6 brani racconta un aspetto della vita, un’analisi altamente introspettiva, un’esperienza che chiunque può aver sperimentato e che può ora ascoltare sulla poltrona nel salotto di casa, attorno al calore di un fuoco insieme agli amici più fidati o al buio nel silenzio della propria camera.

Qual è stato il momento in cui avete capito che era ora di dar vita al vostro progetto musicale?

Fondamentalmente è partito tutto da qualche demo registrata in casa con chitarra e voce e dalla volontà di non lasciarle rinchiuse in qualche cartella del pc.

Sin dalla fase di pre-produzione, iniziata a fine 2020 tra covid, zona rossa ecc, quando la band non si era ancora completamente formata, ci siamo resi conto che i pezzi erano molto validi, suonavano ed avevano un’anima forte. Queste impressioni si sono poi confermate e rafforzate ancor di più quando abbiamo cominciato a lavorare alle registrazioni finali in full band, dove la soddisfazione di sentire i pezzi completamente arrangiati ci ha fatto capire che la direzione era quella giusta.

Come sperate di evolvere nel corso del tempo?

Speriamo sicuramente di crescere a livello musicale, noi ce la mettiamo tutta, con questo primo EP abbiamo cercato di dare la giusta direzione al nostro suono cercando di trovare la nostra identità, il nostro tocco personale che lo renda il più riconoscibile possibile. Con i prossimi lavori vogliamo consolidare ed elevare ancora di più questo aspetto, sarebbe bello che la gente potesse dire “questo è un sound da Canostra”. Vogliamo anche arrivare ad offrire un grande spettacolo live, che non si limiti alla musica ma magari incorpori proiezioni video, collaborazioni… In questo senso, nel nostro piccolo, stiamo già sperimentando.

In che modo “Canostra” vi rappresenta come persone e come band?

Canostra è il nostro luogo sicuro in cui rifugiarci per perderci nelle nostre riflessioni e nei nostri pensieri, ma è soprattutto dove possiamo veramente esprimere noi stessi senza freni e senza filtri, con le nostre fragilità e punti di forza, senza bisogno di dover indossare finte maschere. In questo senso sia nei pezzi che sul palco ci piace  metterci in luce per ciò che siamo veramente, in modo trasparente ma soprattutto libero. In poche parole, ci piacerebbe essere autentici e sinceri, e Canostra è il miglior posto in cui provarci.

Che musica state ascoltando in questo periodo?

Siamo in 5 elementi quindi di musica ne passa tanta attraverso le nostre orecchie, anche se siamo piuttosto affini sui gusti musicali: oltre a qualche classico del cantautorato italiano che periodicamente rispolveriamo, come ad esempio i classici di Battiato e Battisti (l’album Anima Latina lo abbiamo ormai consumato), ascoltiamo parecchia musica internazionale. In questo momento alcuni di noi stanno recuperando i The National, visto che è appena uscito il loro nuovo disco, peraltro molto bello, e Angelo De Augustine, che ci ricorda molto Sufjan Stevens, uno dei nostri ascolti preferiti. Tra le ultime uscite ci sono piaciuti molto anche l’esordio di Daniela Pes “Spira” e l’ultimo di Dente.

C’è un artista con cui vorreste condividere il palco?

Parlando di giganti, Arcade Fire,

Motta

Iosonouncane