GUIDO DI LEONE & DARIO DEIDDA
In Duo – Live at the Duke Jazz Club Bari
Abeat Records
2023
E, al tempo stesso, c’è una fetta di pubblico che non ha voglia di stupirsi e di strizzarsi il cervello più di tanto nel tentare di masticare e digerire questo o quel nuovo linguaggio o forma espressiva ma che preferisce distendersi semplicemente ascoltando dell’ottima musica.
Proprio in questi ambiti, del tutto “di nicchia”, che vivono di vita autonoma e parallela, senza riflettori scintillanti, illuminati di luce propria attraverso la capacità tecnica ed artistica dei musicisti che ne fanno parte, si inquadra il Duke Jazz Club che il brillante chitarrista, compositore ed insegnante Guido Di Leone gestisce, assieme alla sua scuola di musica, in quel di Bari, rivolgendosi a quel pubblico che vuole ed apprezza proprio questo tipo di proposta un po’ “retrò” ispirata alle mitiche session, a tutt’oggi ineguagliabili e ineguagliate, che i più grandi del jazz tenevano negli anni ’50 e ’60 nei romantici locali fumosi di New York o di New Orleans.
In questo album disco In Duo – Live at Duke Jazz Club di Bari, la scelta minimale del Di Leone, assieme al bassista Dario Deidda, che non ha bisogno di presentazioni, è stata appunto quella di registrare “In duo”.
Questa scelta – mi permetto di sottolineare – significa che due soli musicisti caricano su se stessi tutta la responsabilità di trasmettere gli aspetti melodici, armonici e ritmici di ogni brano in maniera completa ed esauriente, senza i quali il jazz perderebbe gran parte del suo significato. Ma, trattandosi di due artisti più che ben piantati, con grande esperienza in ogni ambito dei meandri dell’improvvisazione e che, nel corso delle loro carriere, hanno inciso decine di dischi con al fianco i più grandi nomi del panorama nazionale ed internazionale, la sfida non sorprende.
Inoltre, nello spirito di quanto illustrato sopra, la scelta della scaletta è caduta su brani tra i più significativi ma meno inflazionati della produzione degli autori dei classici del jazz, i cosiddetti “standards”.
La parola “classico” è, già di per se stessa, sinonimo di capolavoro senza tempo che non avrà mai fine ma, nel jazz in particolare, assume anche un altro valore: permette, al musicista che lo affronta, di assimilarlo, di farlo proprio, di manipolarlo e proporlo secondo il suo modo di rileggerlo e di interpretarlo trasmettendo il suo gusto e la sua sensibilità. Sarà poi compito dell’ascoltatore, a fronte di una melodia già nota, saper valutare ed apprezzare lo sforzo propositivo e la componente di originalità che ogni musicista offre a suo modo e di “sfogare” appropriatamente la propria voglia di… battere il piede a tempo di swing.
Si sviluppa così il carosello di questo album, a partire da Careful, del chitarrista, compositore nonchè “caposaldo” della chitarra jazz nordamericana Jim Hall, passando per la notissima Flamingo, scritta da Ted Grouya nel 1940, per Tricotism di Oscar Pettiford, pubblicata nel ‘54, al Canto De Ossanha, che Baden Powell, genio anch’egli della chitarra ma stavolta nell’ambito della bossa-nova, scrisse nel 1966 accompagnando il testo del poeta brasiliano Vinicius De Moraes, e così via via (l’elenco completo si trova a fine pagina), passando per Edward “The Duke” Ellington (e come trascurare colui che dà il nome al locale che ospita la “live session”?), Sonny Stitt, Guy Wood, si arriva a Scherzi, brano originale dello stesso Di Leone, di intenso sapore latino americano.
Ascolto fluido e piacevole, impreziosito – e non poteva essere altrimenti – dalla bravura di due autentici “fuoriclasse” dei giorni nostri…
Musicisti:
Guido Di Leone, chitarra
Dario Deidda, basso
Tracklist:
01. Careful (Jim Hall)
02. Flamingo (Ted Grouya)
03. Tricotism (Oscar Pettiford)
04. Canto De Ossanha (Baden Powell)
05. Tangerine (Victor Shertzinger)
06. Prelude To A Kiss (Sonny Stitt)
07. My One And Only Love (Guy Wood)
08. Scherzi (Guido Di Leone)
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