Figlia del Vesuvio, ispirata dall’energia magmatica che scorre nelle sue vene, ventunenne napoletana verace follemente innamorata del centro storico partenopeo, luogo nel quale trascorre la maggior parte del suo tempo. Lei è Greta Zuccoli, raffinata cantautrice che scopre l’amore per la musica, in particolar modo per il canto, all’età di tredici anni. Inizia a frequentare le lezioni di canto per conoscere e approfondire il suo mezzo vocale. La riservatezza e la timidezza, due tratti distintivi del suo carattere, svaniscono come per magia quando si immerge anima e corpo nella musica. Indissolubilmente legata, su tutti, all’immenso Pino Daniele, le sue prime performance pubbliche risalgono ai tempi del liceo, quando si esibisce per i concerti di Natale, ma poi il suo fulgido talento le permette di crescere professionalmente. Inizialmente dà vita a Greta & The Wheels, band partenopea di cui è fondatrice, successivamente (quasi per caso) è scoperta da Damien Rice durante un concerto del cantautore irlandese. Profondamente colpito da Greta, i due duettano all’ “Olympia” di Parigi e per tutta la durata del tour estivo in barca a vela: il “Wood Water Wind Tour”. L’artista napoletana prende parte al film “Il Ladro di Giorni” di Guido Lombardi, con Riccardo Scamarcio, cantando dal vivo il brano Un’altra vita o ieri, in una scena dove compare insieme ai protagonisti e, inoltre, la sua voce (ri)torna in Stolen Days, che accompagna i titoli di coda del film. Sempre in veste di cantante, collabora anche al progetto di Amnesty International “Eleanor’s Dream”, in cui è ospite di vari eventi in tutta Europa. Nell’estate del 2020 partecipa al tour di Diodato, dal titolo “Concerti di un’altra estate”, come membro della sua band.
Nel 2021, invece, ecco il coronamento di un sogno: Greta Zuccoli approda al teatro “Ariston” di Sanremo nella categoria “Nuove Proposte” presentando Ogni cosa sa di te, canzone della quale è autrice di testo e musica. Questo brano rappresenta per lei una sorta di riappacificazione con tanti stati d’animo contrastanti, il cui intento è quello di fondere le diverse sfumature di se stessa tracciando una linea di confine, per poi cancellarla e provare a superare tutti i suoi limiti, attuando una vera e propria rivoluzione interiore. Di rosso passione vestita, Greta Zuccoli percorre la scalinata dell’ “Ariston”, visibilmente (e giustamente!) emozionata. Interpreta la sua Ogni cosa sa di te con eleganza, con il suo timbro vellutato e carezzevole, intriso di intensa comunicatività, un brano dal testo profondo, pregno di significato e dalla melodia pervasiva. Però, purtroppo, televoto, giuria demoscopica e sala stampa non premiano l’artista partenopea, che è costretta ad abbandonare anzitempo la gara.
Eliminazione immeritata, ingiusta quella della talentuosa Greta, probabilmente perché una canzone così è fin troppo raffinata per far breccia nel cuore dell’ascoltatore medio, che oggi si lascia ammaliare da ciò che l’esasperata e (a volte) stucchevole modernità propone. Ad ogni modo, Greta Zuccoli esce di scena a testa alta, altissima, poiché ha calcato il palco più prestigioso d’Italia dimostrando il suo indiscutibile valore a tutti coloro che amano la buona e vera musica, partendo dai banchi di scuola. Il rammarico c’è, senza dubbio, ma solo passeggero, perché la cantante campana ha davanti a sé la strada spianata verso il successo. Del resto, un suo illustre predecessore, un certo Vasco Rossi, si piazzò al penultimo posto con Vita Spericolata al Festival di Sanremo del 1983. Poi, in realtà, anche le pietre sanno com’è andata a finire.