Esce lunedì 9 maggio 2022 “Andrea“, il nuovo singolo degli Overlogic che segue il precedente capitolo “From another world” e anticipa il nuovo EP “Hermes“. Il progetto di Bologna gioca sul sentimento dell’amore inteso come assoluto. La voglia di amare è un sentimento potente e la canzone lo esprime gia dal suo titolo “Andrea” nome per antonomasia sia maschile che femminile non associato quindi a nessun sesso in particolare. Da sempre ingestibile e complicato abbiamo cercato di dare la nostra interpretazione sul coraggio di amare senza pregiudizi, senza dover spiegare motivazioni, lasciarsi semplicemente andare.
- Cosa ne pensate dei talent? Musica e televisione possono andare d’accordo? La musica è anche competizione?
Non siamo mai stati grandi oppositori dei talent, semplicemente non ci interessano. Sono programmi televisivi, hanno le loro regole e soprattutto i loro tempi. Quello che deve fare l’artista è costruirsi un pubblico e a volte la scorciatoia talent è la scelta di molti. Il problema è che secondo noi si bruciano di gran lunga le tappe e può essere controproducente per le band e gli artisti. Sulla competizione invece non siamo assolutamente d’accordo, non è una gara a chi ha più visual o a chi fa meno errori, dovrebbe essere al limite un confronto dove quasi sempre se ne deve uscire migliori. Noi dai nostri colleghi preferiamo imparare.
- In una città musicalmente attiva come Bologna, sentite mai una competizione in atto con i vostri colleghi?
No, mai. Il nostro progetto – per quanto magari simile ad altre nel genere elettronico – è molto singolare e diverso da altri come proposta italiana. Questo può essere sia un punto di forza, sia un punto debole: è più difficile farsi sentire e proporre cose nuove, tuttavia si esclude completamente il concetto della competizione.
- Pare evidente la vostra ispirazione classica che vi accompagna nel percorso verso Hermes, il vostro nuovo EP. Come avete raggiunto tutti gli elementi che compongono questo immaginario?
È ovvio che c’è un po’ di mitologia nel simbolismo di questo lavoro. La colonna della copertina ne riprende un po’ l’architettura, il nome del disco è una divinità greca.. ma siamo sicuri che quando uscirà l’artwork dell’EP capirete la vera connessione tra immagine e musica. Abbiamo collaborato con due grandi professionisti in merito: il fotografo Benito Tansi e il grafico Pietro Colantonio “Piezaroth”, che non finiremo mai di ringraziare.
- Cosa dobbiamo aspettarci da Hermes?
Hermes nasce dalla voglia di tornare a suonare live, è un EP che abbiamo scritto quasi di getto. Abbiamo composto tantissimo materiale negli ultimi due anni, ma questi cinque brani avevano una specie di filo conduttore. Parla di legami, di affetto, di relazioni.. ma non entra mai nello specifico, non vuol parlare di amore. Non vediamo l’ora di farvelo sentire.