GIIN torna sulla scena musicale venerdì 5 luglio 2024 con “Cuore di plastica”, un nuovo singolo intenso e introspettivo che esplora le complesse emozioni del desiderio e dell’infatuazione. Il brano arriva dopo il capitolo d’esordio “Stare male con te”, che ha conquistato diverse playlist di Spotify e ottenuto numerosi passaggi radiofonici sulle emittenti Rai. “Cuore di plastica” è un nuovo tassello importante nel percorso artistico di GIIN, un’artista in continua evoluzione che con la sua musica sa emozionare e conquistare il pubblico.
Abbiamo provato a conoscere meglio GIIN facendoci raccontare qualcosa sul suo percorso musicale:
Qual è stato il momento in cui Ginevra è diventata GIIN?
Non c’è stato un momento preciso, è stato più un percorso che piano piano mi ha fatto arrivare a GIIN. Però diciamo che la nascita vera e propria di questo progetto è stata l’anno scorso, quando per la prima volta sono entrata in studio con dei brani finiti e la prospettiva di un EP.
Ci racconti qualcosa sulla tua formazione musicale? Hai seguito dei corsi istituzionali o sei autodidatta?
Ho iniziato frequentando dei corsi di chitarra alle medie, che poi però ho mollato continuando come autodidatta perché sentivo di avere delle basi abbastanza solide per iniziare a scrivere, dato che in fondo è quello che mi è sempre interessato. Al liceo ho preso due anni di lezioni di canto per poi smettere durante il covid e riprendere qualche anno dopo con la mia vocal coach. In più l’anno scorso ho iniziato a sentire il bisogno di conoscere meglio la chitarra ed avere anche qualche base teorica musicale, così mi sono iscritta al Saint Louis, un’accademia a Roma, al corso di chitarra rock/blues.
Che cosa racconta di te il brano “Cuore di plastica”?
Racconta la mia continua ricerca e voglia di passione, di emozioni e desideri che ti consumano per intero. In particolare, però, l’ho scritta in un periodo in cui mi sentivo bloccata in questo ambito, e quindi non riuscendo a fare o sentire quello che volevo potevo solo sognare di avere questa fortissima e travolgente relazione con la persona che mi piaceva al momento. È anche super significativa per me la frase “arriva fino al mio osso, dimmi non è solo vuoto”, ispirata dal film “Bones and All” di Luca Guadagnino e quindi un accenno al cannibalismo come metafora di un amore così profondo da scavarti dentro, conoscendo ed accettando ogni parte. Nel mio caso, poi, in quel periodo mi sentivo abbastanza vuota, quindi mi sarebbe piaciuto avere qualcuno che mi guardasse dentro assicurandomi che quel vuoto non era l’unica cosa che avevo, che c’era di più di me.
C’è in programma qualche disco? Hai voglia di dirci qualcosa sui tuoi progetti futuri?
Ho un Ep già pronto di cui sia “Cuore di Plastica” che “Stare male con te”, il mio altro singolo, faranno parte insieme ad altri quattro brani. Il prossimo uscirà a settembre ed è il mio preferito. Non vedo l’ora.
C’è un artista con cui vorresti condividere il palco?
A livello italiano mi piacerebbe tanto suonare con i Marlene Kuntz in quanto hanno un sound che adoro ed ammiro e “Nuotando nell’Aria” è uno dei miei brani preferiti in assoluto. Mi piacerebbe aggiungere a quei muri di chitarre anche la mia.