Gerardo Albanese è uno dei soci fondatori dell’Associazione JazzFlirt di Formia, che organizza il Festival JazzFlirt, giunto quest’anno alla sua ventesima edizione. L’Associazione non ha una figura di direttore artistico vero e proprio, ma ha voluto mantenere una collegialità nelle scelte artistiche. Ma Gerardo è il collettore di tutte le attività dell’Associazione.
Ciao Gerardo! come nasce l’Associazione JazzFlirt, ormai 20 anni fa, con quale intento e con quali propositi? tutti sicuramente visto che festeggiate la ventesima edizione del Festival…
Eh sì, in effetti 20 anni non sono pochi per delle realtà locali come la nostra. Per dei sodalizi poi è ancora più difficile mantenere in vita queste situazioni. Siamo molto contenti di aver raggiunto questo traguardo, che era impensabile alcuni anni fa.
Già altri prima di noi avevano organizzato concerti, manifestazioni festivaliere in ambito jazzistico. Però diciamo che pian piano la cosa si era un po’ “assopita”. E vent’anni fa, complici anche alcuni incontri favorevoli, ad esempio i primi corsi di giornalismo musicale a Terni, quelli organizzati da Luciano Vanni, mi venne l’idea di metter insieme tutte le potenzialità di cui l’area pontina era piena. Di mettere insieme appunto tutti questi appassionati, musicologi, musicisti e vedere se era possibile fondare un’associazione e creare delle iniziative in loco. Anche perché forse, diciamo, eravamo stanchi di andare a sentire i concerti un po’ fuori zona.
Ecco, quindi, nel 2004 nasce l’associazione culturale. Ricordiamo anche che quei corsi a cui facevi riferimento vedevano come protagonisti Stefano Zenni, Vincenzo Martorella, quindi diciamo erano molto costruttivi.
Esatto. Ed è proprio grazie a Vincenzo Martorella e Luciano Vanni se ci siamo fatti conoscere come associazione, perché 7 incontri tenuti da loro due, come Guide all’ascolto, ci hanno permesso di crearci già un primo sostrato di appassionati e di sostenitori. Sono partiti poi successivamente i primi concerti, e questo grazie, bisogna dirlo, alle amministrazioni comunali che ci hanno sostenuto, a volte con più, a volte con meno risorse, intravedendo nella nostra attività un potenziale per rivitalizzare la nostra zona. Dalla nostra siamo riusciti sempre a dare continuità al nostro festival e a organizzare sempre eventi qualitativamente validi. Il nostro intento, il nostro obiettivo era quello di diffondere la cultura musicale in generale, in particolar modo ovviamente quella di matrice afroamericana che è quella che più privilegiamo.
I concerti del Festival JazzFlirt si sono sempre tenuti a Formia o anche in altre città e in altri luoghi?
Prevalentemente e maggiormente a Formia, poi nei comuni limitrofi. Dall’interlocuzione con assessori alla cultura particolarmente lungimiranti sono nati concerti anche in posti diversi, ad esempio nel Comune di Itri o nel Comune di Minturno. Però il grosso è sempre stato fatto a Formia.
Siamo partiti subito alla grande nel 2005 con un Festival che prevedeva in cartellone l’ottetto di Gianluigi Trovesi, il quintetto di Paolo Fresu, il quintetto di William Parker [era una delle prime volte che William Parker con Hamid Drake veniva in Italia] e un trio inedito con Bearzatti, Ottolini e UT Gandhi. E questo, quindi, ci ha dato modo di farci conoscere. Ma parallelamente al Festival durante l’anno abbiamo sempre organizzato iniziative collaterali quali guide all’ascolto, proiezioni di video e seminari o workshop per preparare il pubblico al Festival estivo.
Chiaramente il tutto mosso prima di tutto da una grande passione. E l’associazione contava e conta ancora dei soci che facevano parte del nucleo originario. Vuoi ricordare qualcuno?
Certamente. Grazie a loro, grazie al sacrificio, all’impegno, alla passione di tutti abbiamo raggiunto questo traguardo. Eravamo 21 i fondatori. Nel corso di questi anni si sono avvicendati ben quattro presidenti che ricordo, nell’ordine, Rossella Costigliola, Antonio Passaretta, Francesca Nasti, l’attuale Emilio Civita. Tra i nostri soci fondatori ne contiamo ancora adesso 5 o 6 rimasti da quel nucleo iniziale. Ci fa piacere ricordare il professor Giunta, decano dei musicologi della zona, che quest’anno ha tenuto degli incontri di guida all’ascolto. E siamo quindi arrivati, se posso fare brevemente il riassunto di questi 20 anni, a 19 edizioni, 180 concerti, 738 musicisti. E la cosa che ci fa più piacere ricordare è che, di questi nostri concerti, 30 sono stati acquistati e trasmessi da Radio Tre, dove Pino Saulo è tra i nostri maggiori estimatori. Tanto è vero che abbiamo sempre riportato nelle nostre brochure un suo giudizio su questo Festival: “un Festival piccolo, estremamente agguerrito, coriaceo, con idee chiare e non scontate, la cui programmazione si caratterizza per uno sguardo originale e obliquo su quanto si muove di nuovo nel campo della musica jazz. E’ un grande esempio di come, anche a partire dai limiti di budget, si possa mettere in piedi in maniera continuativa una rassegna sensata con una linea editoriale illuminata, autonoma e pertinente.” E questo per noi è stato senz’altro un bellissimo omaggio.
Un Festival piccolino, appunto, che però ha avuto anche la fortuna di essere portato, grazie alla Rai, su un palco nazionale seppur virtuale come la radio, e attraverso la radio una platea molto ampia ha potuto godere delle produzioni anche originali che negli anni si sono succedute all’interno del vostro Festival.
Gerardo, ci vuoi illustrare brevemente la programmazione di quest’anno, che prevede tanti eventi e tanti concerti?
La programmazione per questo ventennale è già iniziata all’inizio dell’anno. Già a febbraio abbiamo fatto due serate, diciamo così, di avvicinamento all’ascolto, tenute sempre da un nostro socio, Giovanni Forte, dal titolo “Dal Prog al Jazz, Viaggio musicale di un’adolescente”. Poi, come dicevo, ci sono stati altri due incontri tenuti dal professor Giunta su “Il popolo del Blues, Una storia del Jazz attraverso i suoi principali protagonisti”, abbiamo dato il nostro contributo nell’ambito della Giornata Internazionale della Donna con il duo di Emilia Zamuner e Paolo Zamuner e la nostra presenza è stata garantita anche quest’anno all’International Jazz Day con il Sudoku Killer di Caterina Palazzi.
E poi siamo arrivati a questa parte finale, che abbiamo divisa in due fasi, con un’anteprima che rispecchia la linea editoriale di JazzFlirt che è stata sempre quella di privilegiare progetti originali, progetti di musicisti che non trovano spazio in festival più blasonati del nostro e a cui cerchiamo di dare spazio. Così come cerchiamo di garantire uno spazio a giovani realtà locali del nostro territorio. E quindi in più abbiamo programmato una proiezione il 3 luglio del documentario su Pietro Umiliani, grazie alla presenza in sala del regista Massimo Martella. Abbiamo inaugurato la mostra dei vent’anni di JazzFlirt grazie alla disponibilità dei fotografi che nel corso di quest’anno hanno immortalato i musicisti che si sono susseguiti sui nostri palchi. Siamo partiti, dunque, con il primo concerto gratuito il 5 luglio con l’Illogic Trio di Salerno. Stasera ospiteremo Roberto Ottaviano con il quintetto Eternal Love e il 7 luglio il gruppo dei Tetrad Quartet, che è un gruppo composto da musicisti della zona ma che ha all’attivo un primo CD, che ospita Gloria Trapani.
Una precisazione che ci tengo a fare è che questa edizione del Festival è stata inserita nell’ambito di una manifestazione ben più ampia che si chiama Formia live, curata e organizzata dal Comune di Formia, che, appunto, ha fatto proprie le nostre proposte, più quelle che noi avevamo avanzato al Comune per consentirgli di partecipare ad un bando regionale. Con questa sinergia si sono potuti organizzare i concerti del 12 luglio di Karima e Walter Ricci, del 20 luglio del quintetto composto da Elisabetta Serio, Letizia Gambi, Giovanna Famulari, Ilaria Capalbo e Elisabetta Saviano, il 29 luglio il Recital Pianistico di Danilo Rea e il 3 agosto di Tosca. E dunque grazie all’amministrazione comunale di Formia il JazzFlirt Festival 2024 è quest’anno anche Festival Città di Formia.
I concerti prevedono anche la possibilità di un abbonamento a tre di questi, che sono appunto concerto di Karima e Walter Ricci, il quintetto di Elisabetta Serio e Danilo Rea a 30 €. Fuori abbonamento Tosca 25 € tutto acquistabile su TicketOne o anche nelle biglietterie locali.