Un nuovo lavoro per il cantautore ligure Davide Geddo. Questo “Alieni” raccoglie la tradizione e il gusto antico di una canzone d’autore pop, in cui senza trasgressioni di sorta si parla degli altri… degli alieni… del vivere che egli stesso misura attorno, vede accadere, ne conta i segni che lascia sulla pelle. Ci sono persone irrisolte, ci sono ballate ben quadrate, ci sono situazioni da capire e canzoni che nel loro classicismo si capiscono da subito… almeno nella forma. E badando alla forma, Geddo fa sfoggia di quella sana e tradizionale canzone d’autore italiana.
Chi sono gli Angeli di Nashville?
La canzone contiene diverse chiavi di lettura, alcune personali e poco comprensibili, ma gli angeli di Nashville sono i padri della canzone americana, visti come luogo di salvezza e di ricordo insieme al sogno urbano di New York e all’arte italiana, simboleggiata dai quadri di Firenze. Naturalmente finora non sono mai stato né a New York né a Nashville, quindi il fatto che si parli di deja-vu forse significa che il narratore è un’altra persona o, forse, io da vecchio.
Mi incuriosisce anche la mafia integrata tra Marsiglia e la Lombardia… a chi ti riferisci di preciso?
La canzone “Alle bionde piace noir” è basata sulle avventure dell’Ispettore Calcagno raccontate dalla penna dello scrittore di romanzi Maurizio Pupi Bracali. Calcagno svolge le sue indagini nella riviera ligure e spesso intralciano l’asse criminale ben saldo tra Marsiglia e Milano. E’ una mafia che ha trovato spesso riscontri soprattutto nel ponente estremo, dove le cosche hanno da sempre qualche picciotto per sbrigare gli affari di frontiera collegati alla mafia ormai affaristica che opera a Milano.
Gli altri… ecco chi c’è dietro questo nuovo disco, giusto?
Assolutamente sì. Per quanto non sia mai stato ammalato di autobiografismo, al terzo disco e in questo contesto storico ho sentito l’esigenza di esprimere la mia forma canzone in una direzione molto estroversa. Credo che sia il momento per la canzone di riflettere la nuova socialità e asocialità che ci circonda senza lasciare tutto il campo dell’interazione ai social.
Chi sono per davvero gli Alieni?
Le nostre identità moltiplicate e amplificate dalla tecnologia somigliano sempre di più a veri e propri mondi in fuga dalla dimensione della “persona” e sempre più multiformi. L’era dell’accesso permette di connettersi con un amico in Australia con un tasto ma quanto riusciamo a connetterci con il vicino di tavolo? Se il rapporto tra persone diventa un rapporto tra mondi questi saranno alieni gli uni rispetto agli altri.
E tu, come cantautore, quanto ti senti alieno in questo tempo? Quanto personaggio irrisolto?
Non rinnego l’etichetta di cantautore ma forse è un po’ fuorviante; a me di fatto interessa sviluppare la potenza della forma canzone, l’esperienza di trasmettere idee, racconti e spunti di riflessione in modo leggero e toccante. Mi sento alieno nella difficoltà di avere un’interazione e una comunicazione di qualità e nel ritrovarmi umano in mezzo a gente che comunica molto ma si capisce poco.