Nuovo disco per il cantautore ligure Davide Geddo. Lo ha intitolato “Fratelli”, mostrando in copertina un’immagine assolutamente chiara e inevitabilmente romantica: incontrare un “se stesso” che qui prende anche e soprattutto la dimensione spirituale del fare musica assieme, della comunicazione, della condivisione… l’incontro con anime affini e quindi il loro mutuo contaminarsi. Un disco quindi che si fa collaborativo anche grazie alle tante featuring che troviamo in queste nuove 13 canzoni, istintive, libere, classiche nella loro estetica, dal suono che un poco mi ricorda le roots americane e un poco i dipinti lasciati “liberi di essere anarchici”. Di rabbia e di amore, di vita e di resistenza… niente politica ma tantissima fedeltà ad un certo modo di stare al mondo. Non sono dischi di rivoluzione, non sono momenti di nuove scoperte. Sono cammini che durano nel tempo.
Suono pop, liriche d’autore, melodie che però non cercano alcun tipo di trasgressione vero?
La mia trasgressione è nell’essere sempre diverso in ogni canzone. Si passa un po’ per ogni genere e mood e in questo periodo di proposta eccessivamente ripetitiva in nome della riconoscibilità io credo o spero di essere diverso e di uscire in qualche modo dai generi e dal comfort del già sentito. Non disdegno il pop in quanto tale, ma passo per la canzone d’autore, per il rock, il pezzo di atmosfera, il pezzo addirittura quasi dance e il blues. Magari si fa fatica a starmi dietro, ma l’obiettivo è non rientrare in nicchie descrittive che ti imprigionano nelle etichette.
E nel fermento di oggi dove ogni cosa cerca la novità, tu e il tuo essere artista che posto ti dai? Te lo chiedo visto che ritrovo quasi esclusivamente richiami classici… e per noi è un grande bene direi…
La mia è una musica di ispirazione neoclassica. Tiene conto di tutta la canzone d’autore italiana e di quella americana. Non me ne importa un fico secco di rappresentare o meno la novità. Invece non mi dispiacerebbe sperimentare nelle prossime produzioni alcune piccole grandi avventure mai realizzate come il disco acustico o la registrazione di un live. Vorrei nel mio piccolo riuscire a realizzare una discografia completa di ogni sfumatura.
Tante collaborazioni. Da Max Manfredi a Federico Sirianni. E non solo cantautori ma anche musicisti… la lista si fa lunga. Come li hai scelti e perché?
(Stimo Max e con lui ho diviso qualche palco ma effettivamente discograficamente parlando non ho mai avuto una collaborazione con lui anche se prima o poi sicuramente). Li ho scelti tra una minoranza obiettivamente sottovalutata e non si capisce perché. Sono tra i pochi artisti italiani on the road, legati ancora alla strada, artisti che hanno aperto circuiti e bonificato culturalmente interi territori. Artisti che hanno un seguito vero e non (solo) di followers. Artisti che sono stati bistrattati in nome dell’eterna ricerca di quelle novità che oltre a non essere durate un minuto sulla strada non hanno lasciato nulla.
Qualcuno hai dovuto lasciarlo fuori dal disco?
Ma no, per me la loro collaborazione è un onore e arricchisce il mio disco non solo dal punto di vista artistico ma anche umano. La mia gratitudine per chi è riuscito a darmi qualcosa è eterna. Ci sono ancora tante persone con cui mi piacerebbe collaborare, ma ho intenzione di pubblicare ancora molte canzoni…
Parliamo del suono. L’ho trovato assai spigoloso, poco ricco di quei bassi che in genere rendono dolce la canzone d’autore, quella pop… sbaglio?
In effetti è poco accomodante. Quando il disco è finito l’ho trovato anch’io un po’ ruvido ma riascoltandolo l’ho trovato anche graffiante, incisivo e un po’ diverso. Così alla fine ho pensato che desse anche un tono di autenticità che non mi dispiaceva in mezzo a tanta musica leccata. Mi dava un’impressione più affine ai miei live.
Per finire: nell’era del grande apparire, ci sembra (anche guardando su YouTube) che tu sia ai margini di queste politiche. Contenuto prima che estetica. Sbaglio forse?
Non ti nascondo che è anche una questione di budget. Preferisco fare pochi video ma possibilmente belli e quelli costano soprattutto in rapporto a quello che danno. Purtroppo per questo disco anche per colpa della pandemia in corso non sono ancora riuscito a fare il video che vorrei ma ne farò uno quanto prima. Poi che il contenuto debba prevalere sull’estetica non ci sono dubbi ma ho dei piccoli progetti che prima o poi miglioreranno anche questo aspetto.