Mickey Finn + Cuong Vu
Gagarin
El Gallo Rojo Records - distr. El Gallo Rojo
2009
Sin dal disco d’esordio (l’ottimo Dudek del 2006) la cifra estetica del progetto Mickey Finn si e’ fatta riconoscere ed apprezzare soprattutto per il suo mood fluttuante, visionario ed ipnotico. Attributi che sembrano visibilmente accentuati in Gagarin, seconda prova sulla lunga distanza per il combo del collettivo El Gallo Rojo che ritrova, adesso come allora, l’acida e fantasmagorica tromba di Cuong Vu a spingere il discorso su versanti onirici e immaginifici di grande presa mentale ed emozionale. La figura del leggendario cosmonauta ed aviatore sovietico non poteva essere scelta migliore per questo tuffo sonoro nel vuoto di uno spazio extraterrestre capace da sempre di istigare tanto la fantasia quanto il senso d’avventura dell’uomo. Capita cosi’ che le trame e i motivi strumentali orditi dal quintetto abbiano spesso, in questo specifico caso, una perfetta equivalenza con tali suggestioni, riuscendo a riprodurre sotto forma di aforismi sonori quelle sensazioni contrastanti di euforia, mistero e inquietudine che di solito intervengono quando si pensa ad infiniti orizzonti cosmici ed intergalattici. Ad una prima parte assolutamente dinamica e strepitosa, caratterizzata dalle lisergiche e inquietanti movenze space-jazz-prog di The lady Is A Trans (cupamente introdotte e contrappuntate dal basso acustico di Danilo Gallo), dal jazz-rock “fuso” di Again, Again (trascinato da un vorticoso e ostinato fraseggio di Cuong Vu) e dalle avvolgenti armonie notturne e sublunari di Serpente (una melodia grandiosa dettata dalle mesmeriche tastiere di Giorgio Pacorig, squarciata dal pressante ritmo di Zeno De Rossi e dilatata in modo lancinante sia dalla chitarra elettrica di Enrico Terragnoli che dalla tromba di Vu) subentrano le nuances piu’ crepuscolari, astratte o liberamente articolate di tracce quali I Met Einstein In A Dream (dove il clima confidenziale e il timbro serico della tromba sembrano rasentare stilemi douglasiani), Land Mine (improvvisazione allo stadio piu’ creativo e sulfureo, tra free rock, afroamericana e moderno gusto funk-progressive) e Jean Gabin (atmosfere flemmatiche e nostalgiche, eleganti e misteriose). A variare improvvisamente atmosfera e registro in modo inconsueto spuntano poi due composizioni, in rapida successione, altrettanto belle e brillanti, vale a dire Gian Maria Volonte’ (omaggio al grande attore milanese, motivo morriconiano estremamente cinematico, elaborato in modo zorniano e segnato dal ficcante suono di uno scacciapensieri) e I Can’t Feel It Anymore (brano intenso e in magica sospensione, interpretato nella sua consueta originalita’ da Carla Buzolich). E se And Again ripropone, dopo un intro interlocutorio, il frenetico motivo-tormentone di Cuong Vu, l’epilogo dell’album si fregia del clima struggente e visionario di Amy, brano firmato da Gallo in cui morbide linee di chitarra e tastiera dialogano con le delicate campiture del trombettista, quasi a ricreare immaginifici landscapes e ovattati miraggi friselliani. Piccolo grande capolavoro di scrittura, lirismo e improvvisazione, Gagarin e’ un saggio esemplare di come superare e integrare il linguaggio jazzistico con uno spirito esplorativo pregno di sostanza, originalita’ e concretezza. L’intesa tra Cuong Vu e Mickey Finn si mostra sempre piu’ solida e fruttuosa, rispecchiata da questo disco (una delle poche produzioni italiane da tenere sicuramente a mente per le playlist di fine anno) come pure dalle piu’ recenti performance dal vivo del progetto.
Voto: 8/10
Genere: Avant Jazz / Progressive Jazz-Rock
Musicisti:
Cuong Vu – trumpet, effects
Enrico Terragnoli – guitars, podophono
Giorgio Pacorig – keyboards, piano
Danilo Gallo – double bass, acoustic bass guitar, 12 string bass
Zeno De Rossi – drums, percussion
Carlo Buzolich – vocals
Brani:
01. The Lady Is Trans
02. Again, Again
03. Serpente
04. I Met Einstein In a Dream
05. Land Mine
06. Gian Maria Volonte’
07. I Cant’ Feel It Anymore [feat. Carla Buzolich]
08. Jean Gabin
09. … And Again
10. Amy
Links:
El Gallo Rojo Records: www.elgallorojorecords.com