Marco Dorian, conosciuto anche come Marco Menichini, è un nome noto del panorama musicale italiano. Nato a Latina nel 1990, si fa conoscere al grande pubblico prima andando al festival di Castrocaro e poi sorprendendo tutti a Sanremo Giovani edizione 2011, dove raccoglie consensi a tutto tondo dei nomi più importanti della musica italiana. La ballata Tra Tegole e Cielo è l’espressione delle sonorità dell’artista, e di una poliedricità che troverà espressione nel prosieguo della carriera.
Subito dopo l’esibizione sul palco dell’Ariston, comincia le sessioni di registrazione in studio ed il 5 Luglio pubblica il suo album d’esordio Capitolo primo, contenente 6 inediti e una cover. Dopo la collaborazione con Stefano Senesi, nel 2016 Marco approda a Londra, dove tutt’ora risiede, in cerca di nuovi orizzonti e ispirazioni per la sua musica.
Dal 2019 arriva la collaborazione con la Radar Label, e l’uscita del singolo If You Like, che ha segnato il ritorno dell’artista e il cambio di nome. “Il mio nuovo nome è un chiaro riferimento a Dorian Gray, e rappresenta quella parte di me istintiva e meno ponderata, che con il tempo ho deciso di tirar fuori ed esprimere attraverso la mia musica”.
L’ultimo singolo, in uscita il 13 dicembre 2021, è la cover del grande successo degli Evanescence My immortal: “Un brano che mi ha profondamente segnato; quando l’ho sentito la prima volta sono rimasto affascinato dalle sonorità gotiche e dai testi così pieni di significato della band, che mi hanno portato ad esplorare una parte di me che ancora non conoscevo. E questo singolo è anche una dedica a mia nonna, venuta a mancare da poco tempo, alla quale non sono potuto stare vicino nei suoi ultimi giorni. Questa canzone mi ha accompagnato durante il lutto e mi è sembrato doveroso sdebitarmi nel miglior modo che potessi. In particolare una parte del pre-ritornello della canzone dice “Queste ferite sembrano non guarire, questo dolore è fin troppo reale, c’è davvero troppo che il tempo non può cancellare”, ed è proprio questa la realtà delle cicatrici emozionali: non guariscono mai, semplicemente ci abituiamo al dolore“.