Internazionale fin dentro il DNA di quest’artista che ha origini italiane, giamaicane e lunghi tratti americani. FRANCESS sposa la lingua italiana per un disco che raccontammo già tempo fa su queste pagine dal titolo “A bit of Italiano”. Ma ora, di quando in quando ripescando quella bellissima formula di fare a ping pong tra l’inglese e la lingua nostrana, Francess pubblica per Sonic Factory un disco dal titolo “SUBMERGE” di 10 brani di cui 9 inediti e una sola cover, rigorosamente in lingua inglese e per di più con arrangiamenti e rifiniture di grandissimo mestiere internazionale. Certamente non possiamo paragonare questo lavoro ai grandi scenari oltre confine, anche se la sua timbrica assai particolare e tutta la scelta di arrangiamenti non avrebbe troppo da invidiare ai grandi colossi del pop digitale e dell’R’n’B a stelle e strisce. Brani come “Ivory” dai filamenti berliniani o la metropolitana fumosa di giorno che vedo chiaramente in “Ready Set Go” non fanno altro che richiamare alla mente immagini di grandi coreografie e la visione di uno scenario da ghetto della grande mela si fa assolutamente sfacciata. Funziona questo disco, funziona per i suoi intenti anche se forse mi sarei aspettato un brano dalla presa maggiore. Il singolo “Follow me” in rete si arricchisce di un video che forse avrei preferito più americano. Segno evidente che comunque la produzione vive e si alimenta dell’aria melodica e solare della nostra terra. Come se vivesse in una linea di mezzo, un confine sul quale tutto tace e non esistono scossoni che lo facciano sbilanciare da una parte piuttosto che dall’altra. Un gran lavoro ma che manca di una forte anzi fortissima identità.
Parafrasando il testo di questo singolo “Follow me”: cos’è il tempo per Francess?
Il tempo è il ritmo che scandisce la vita. Sarebbe bello ogni tanto riuscire a rallentarlo o addirittura a fermarlo per farlo ripartire quando ci sentiamo pronti.
Dal tuo punto di vista: la musica digitale per te è il futuro o una comodità?
È il presente. Il futuro non si può prevedere specialmente nel mondo in cui viviamo oggi che cambia sempre molto rapidamente. Penso che ogni cambiamento arrivi con i suoi vantaggi e svantaggi e l’unica cosa da fare è cercare, con i propri strumenti, di tirarne fuori il meglio.
Hai mai scritto in italiano?
Ultimamente, forse proprio grazie al lavoro di incrocio culturale e linguistico che sto facendo negli ultimi tempi, ho iniziato a scrivere qualcosina in italiano. Chissà, magari prima o poi uscirà un brano di Francess tutto in italiano.
“Submerge”: che significato ha prima di tutto per te?
“Submerge” è il brano che dà il titolo all’album. L’atmosfera creata dall’arrangiamento ha guidato la scrittura del testo portandomi a riflettere su quella sensazione di impotenza che a volte proviamo difronte all’enormità della vita e che come un’onda ci sommerge. Ho raccontato l’esperienza di questo “dolce naufragar” descrivendo l’oceano prima come un re imponente e severo e poi come un accogliente ventre materno.
Un disco internazionale sicuramente. Escono fuori le tue origini popolari. La tua tradizione confonde nell’omologazione digitale oppure hai cercato di celebrarla in qualche modo?
Cerco sempre di celebrare le mie radici e i mondi che fanno parte della mia tradizione. Il singolo estivo del disco (Follow Me) è il tentativo più esplicito di onorare le mie origini italiane e internazionali fuse dentro di me e di conseguenza nella mia musica.
E per chiudere dico che sono bellissime canzoni come “Memory Lane” o anche “Until Dawn”. A proposito di tradizione c’è tanto blues antico dentro o sbaglio?
Sono cresciuta ascoltando tanti generi di musica diversi ma blues, soul e jazz sono sicuramente quelli che hanno influito di più sul mio modo di vivere, di sentire e poi di fare musica quindi sicuramente ci sono brani in cui questa influenza emerge in modo abbastanza evidente.