Madredeus
Faluas Do Tejo
EMI Records
2005
A meno di un anno dal loro ultimo album Amor Infinito, il prolifico gruppo di Lisbona Madredeus torna ad incidere per la EMI un nuovo album, Faluas Do Tejo. A differenza dei due precedenti, questo e’ senza dubbio piu’ luminoso e spensierato. Tutte le sue dieci canzoni sono dedicate a Lisbona o hanno per tema motivi cari al fado di Lisbona. Lontani dalle melodie che li hanno resi celebri (Lisbon Story di Wim Wenders) i Madredeus tornano alle origini, al cuore della citta’ che li ha resi celebri, dedicandole un intero disco. Il titolo e’ piuttosto indicativo: Faluas e’ il nome di una lunga imbarcazione per la navigazione fluviale; Tejo e’ il nome portoghese del Tago, il vasto fiume sul cui estuario Lisbona fu costruita migliaia di anni fa’ da fenici e greci e nel quale scomparve la leggendaria imbarcazione citata. Nel mistero di una poesia dolce e suadente, affondano le note che vanno a pescare antiche melodie.
Per chi non conoscesse i Madredeus, questo disco puo’ essere un’ottima opportunita’ per entrare nel loro piccolo mondo letterario-musicale. Essi nascono quindici anni or sono, a Lisbona, citta’ ‘finis terrae’, affacciata sull’oceano, piccolo gioiello di un’Europa che pare dimentica delle sue piu’ belle citta’. Mescolano melodie tradizionali portoghesi a suoni nuovi, fedeli sempre e in ogni caso alle melodie classiche della propria terra. Il gruppo ha due chitarre classiche, un basso acustico e un sintetizzatore. Su tutti si staglia inconfondibile la voce di Teresa Salgueiro, che accompagna sempre con grande tensione emotiva le parole e le musiche di Pedro Ayres Magalh