Pubblicato dall’etichetta Barly Records (By Encore Music), “Blond Rascal” è la nuova realizzazione discografica dell’eclettico bassista, pianista, tastierista, compositore e arrangiatore Danilo Visco. L’album contiene dieci brani originali frutto dell’ispirata vena compositiva di Visco, affiancato in questo progetto da dieci brillanti partner: Judy Puccinelli (voce), Gianluca Littera (armonica), Alberto D’Alfonso (flauto), Sergio Vitale (tromba e flicorno), Luca Giustozzi (trombone), Enrico Ghelardi (sax soprano e sax tenore), Alessandro Tomei (sax tenore), Natalia Dudynska (violino), Kinga Fabia Sadzinska (violoncello) e Giorgio Di Tullio (batteria). In questo album il groove regna sovrano, il sound della band è avvolgente, caldo e accattivante. Il tutto nel segno del funk e del jazz fusion, in cui non mancano momenti più distensivi e meno incalzanti sotto l’aspetto ritmico. Danilo Visco racconta e descrive “Blond Rascal” secondo la sua concezione artistica.
photo by Judi Puccinelli
Ciò che colpisce subito di questo album, fin dalle prime misure, è il sound marcato, corposo e caldo della tua band. Stilisticamente, il mood funkeggiante e le sonorità appunto funky e fusion sono ciò che in questo momento della tua vita artistica ti rappresenta di più?
Certamente. Queste sonorità mi appartengono pienamente e corrispondono artisticamente al mio modo di esprimermi. Questo mood, ricco di tanti colori, è presente in modo preponderante. Rispecchia le mie origini musicali e non, il background in tutti i sensi.
Oltre all’aspetto del suono e all’aspetto ritmico, ascoltando il disco si apprezzano molto i tuoi arrangiamenti ricchi di soluzioni armoniche particolarmente interessanti. Proprio dal punto di vista armonico, nello specifico, come hai concepito questo lavoro discografico?
La continua ricerca delle espressioni armoniche, dei suoni e dei timbri fa parte di un lungo e costante studio, ma anche di tante culture musicali. Questo album è partito da un punto fermo: esplorare nuovi sentieri. Ciò mi ha proiettato liberamente in un campo dove non necessariamente si dovessero adottare alcuni linguaggi e stereotipi comuni. Le varie influenze musicali legate al jazz, al funk, alla musica classica, al rock e al latin mi hanno aiutato molto a farlo.
In questo CD suoni basso, Fender Rhodes e tastiere. Essere polistrumentista, soprattutto a livello compositivo, ti consente di avere una visione stilistica più ampia?
Credo proprio di sì. Penso che l’idea compositiva nasca, prenda forma e si sviluppi anche attraverso la conoscenza di altri strumenti. Ho iniziato suonando la batteria, per poi passare al piano e alle tastiere fino ad arrivare al basso elettrico, che in realtà è il mio primo strumento senza tralasciare il contrabbasso. Questo mi permette di avere una visione completa sia della parte ritmica che di quella armonica sull’intero brano.
Analizzando i tuoi brani, Your Dream e Woired sono le due composizioni che rispetto alle altre si differenziano stilisticamente, in quanto sono pezzi più eterei e più distensivi. Con questi due brani hai voluto evidenziare la tua poliedricità stilistica proprio da compositore?
Sul piano compositivo è un connubio tra forme musicali che sembrerebbero distanti per le loro caratteristiche intrinseche. Sotto certi aspetti potrebbero rappresentare un puro stato d’animo riconoscibile e nascosto in qualche parte di noi. Sono due brani in cui la mia vena compositiva ha avuto slancio verso una sensualità apparente, dovuta a uno scambio continuo tra uno o più strumenti, con brevi intervalli.
Guardando alla scelta dei musicisti che hanno registrato “Blond Rascal”, per caratteristiche tecniche e interpretative sono stati i compagni di viaggio perfetti per l’idea di progetto discografico che avevi in mente?
Direi che la scelta è stata fatta principalmente proprio in base alla concezione del progetto discografico e, di conseguenza, è stata dettata dalla conoscenza delle qualità artistiche di questi musicisti. Loro, d’altra parte, hanno collaborato attivamente e con libertà d’espressione, immergendosi completamente senza limiti di sorta. “Blond Rascal” sono io in persona! La copertina dell’album mi rappresenta in toto.
Da qui alla fine dell’anno conti di poter presentare la tua nuova creatura discografica dal vivo anche fuori dall’Italia?
Porsi degli obiettivi da raggiungere è nella natura delle cose. Proporre e portare questo progetto anche all’estero sarebbe un valore aggiunto a un lavoro svolto fin qui. La speranza di essere presente fuori dal nostro Paese sarebbe motivo di grande soddisfazione per me, per coloro che hanno contribuito alla realizzazione e anche per chi dà la possibilità di farlo conoscere.