Primo, la presenza della chitarra elettrica di Lorenzo Corti, special guest con profonde cicatrici indie rock-pop (Cristina Donà, Nada, Cesare Basile, Le luci della Centrale Elettrica, Alessandro Fiori) che qui allarga non solo i ranghi della formazione ma anche tutto lo spettro sonoro. Secondo, queste dieci tracce ri-registrate in studio sembrano e suonano ancor meglio (a mio modesto parere) delle già stratosferiche versioni originali.
Confusi? Allora ricapitoliamo. “A View Through A Slot” schiera sempre il leader, Danilo Gallo (basso elettrico, chitarra baritono), insieme ai fidati ed eccelsi Massimiliano Milesi (tenore e soprano, che da sostituto pro tempore di Francesco Bearzatti pare ci abbia preso gusto e stia facendo di tutto per restare in pianta stabile nel progetto), Francesco Bigoni (sax tenore e clarinetto) e Jim Black (batteria). La stravolgente rivoluzione copernicana è invece rappresentata dall’innesto del già citato Lorenzo Corti, da par suo attivo anche individualmente e discograficamente con il moniker Musical Buzzino.
Altra novità è la scaletta del repetorio, compattata e rimescolata per tenere solo nove delle tredici tracce di “Hide, Show Yourself!”, lasciando così in panchina e fuori dal terreno di gioco Inside The Crack e Brick On Tilt assieme alle “reprise” di Short Memory e The Tree And The Water. Il numero pari dei pezzi (cioè dieci) è ottenuto invece con l’aggiunta di una nuova e inedita “reprise”, ossia quella di No Boundaries.
La raddoppiata carica elettrica data da basso e chitarra aggiunge tanta energia quanto nuovi accenti e soluzioni armoniche, timbrico-ritmiche in cui si riconfigurano, logicamente, anche i ruoli dei fiati accanto a diversi scambi delle parti strumentali rispetto a quelli ascoltati nella veste primigenia dei brani interessati. Un maquillage in cui un ceramista e un fabbro ferraio del ritmo qual è Jim Black ci sguazza che è una meraviglia. L’esperimento di riarrangiamento colpisce nel segno anche aiutato dalla forma-canzone che, al di là dei consueti inserti improvvisativi, Danilo Gallo ha concepito per molte composizioni demandate a questo fantastico progetto.
Prova ne sia il covante senso di allucinazione, rumorismo e convulsione post-punk che interagisce con il tenore urban jazz di Demolition, il groove spiritato, schizofrenico e ironico di No Boundaries (dove tra i botta e risposta di clarinetto, tenore e chitarra sembra agitarsi addirittura l’ombra dei Gong) e la destrutturata andatura impro-noise-prog di If U Raise A Wall U Get Low, altro climax dell’album e splendido compromesso pluristilistico tanto quanto la sulfurea sintassi e matericità in salsa jazzcore di Rubber Dust.
Il quintetto funziona altrettanto bene in Eyes Of Twilight, Gummy Wall e Short Memory, momenti più atmosferici ed esplorativi dove comunque la tensione viene mantenuta alta da continui saliscendi sghembi e dissonanti. Insomma, un disco formidabile questo “A View Through A Slot”, da suonare ad alto volume per godere del chicchirichì di un Gallo sempre più in forma e inarrestabile.
Voto: 8/10
Genere: Avant Jazz / Alternative Rock / Creative Music
Musicisti:
Danilo Gallo – bass, baritone guitar
Lorenzo Corti – electric guitar
Massimiliano Miles – tenor sax, soprano sax
Francesco Bigoni – tenor sax, clarinet
Jim Black – drums
Tracklist:
01. Demolition
02. No Boundaries
03. Eyes Of Twilight
04. The Tree And The Water
05. Rubble Dust
06. I Can’t See You
07. Gummy Wall
08. No Boundaries Reprise
09. If U Raise A Wall U Get Low
10. Short Memory
Links:
Danilo Gallo
Clean Feed Records