La violinista degli Yo Yo Mundi, Chiara Giacobbe, scende in campo con un progetto personale e di inediti. Si intitola “Lionheart” e potremmo raccontarlo come un lungo concept di 13 inediti pop bohémien sul tema della donna, come creatura quasi spirituale, quasi eternamente bambina – bellissima dedica a lei con l’infanzia dello strumentale “Pet Lion” – quasi arrogante di energia e forte nella vita che arriva – come nella prima ballata quasi rock “Let You Breathe”. Insomma ci troviamo in piena Irlanda che però si macchia di Mexico e di latinismi vari, si tinge di America e chissà dove si va nascondendo anche la radice del nostro santo pop da copertina. Chiara Giacobbe sforna un disco difficile, armonioso e melodico, di contenuto… attenzione al non cadere nel banale delle prime impressioni. In rete il video ufficiale del singolo “Particle Physics” a cui forse avremmo richiesto un lato bohémien più spiccato e più coerente al brano come a tutto il resto del disco.
Cos’è per te la tradizione? Possiamo dire che questo lavoro è un omaggio alla tradizione?
La tradizione è fatta prima di tutto di memoria, di dialogo tra le generazioni. La tradizione per me è ispirarsi a qualcosa che viene dal passato che ci ha formato e ispirato; in questo senso posso dire che la mia musica si ispiri alla moltitudine di input che mi vengono dalla musica e dalla letteratura con cui sono cresciuta. Non ho pensato mai ad un omaggio a qualcosa mentre mettevo insieme le canzoni di questo disco, ho scritto liberamente, cercando di non limitarmi e di non dare una direzione all’ ispirazione.
Di sicuro però possiamo parlare di concept album, che ne dici?
Non so come si possa definire, forse “concept album” è il termine più adatto, ma il tema del mio album si è materializzato naturalmente, senza intenzione; probabilmente mi è venuto naturale raccontare storie di donne perché io sono una donna e ho accanto esempi femminili, donne che nella mia vita sono state davvero importanti.
E proprio parlando di questo: come mai proprio il tema della Donna?
Mi è venuto spontaneo raccontare le vicende di donne che conosco, parlare di certi stati d’animo, ispirarmi ad esempi importanti per me, mia madre, mia nonna, la mia insegnante, donna meravigliosa che mi ha insegnato tutto ciò che conosco del violino, le mie amiche. In realtà mi sono resa conto strada facendo che stavo andando in una certa direzione, in maniera molto naturale.
Anche tu hai il tuo “Pet Lion”?
Si! Più di uno, in carne ed ossa!
Io sono un’animalista, vegetariana e impegnata per la salvaguardia degli animali… la gatta sulla copertina del mio disco è un esempio lampante!
In italiano? Hai mai pensato di scrivere e tradurre la tua musica in italiano?
Sinceramente no, e non credo lo farò.
La mia musica nasce cosí, con parole inglesi, e sarebbe un’operazione difficoltosa tradurre con adattamenti le parole in italiano. Amo molto la musica dei Cantautori italiani, Guccini, Conte, De Gregori… mi ha formato e ispirato, ma il mio ” codice” (almeno per ora) resta la lingua inglese.