“A volte ritornano”, potremmo dire citando Stephen King… Ed ecco, quindi, che con piacere ci ritroviamo a riscoprire oggi un’artista cult degli anni ’80: Franco Nanni in arte Celiodie, che accende di nuovo i riflettori su di sé, questa volta in streaming con un nuovo progetto musicale intitolato “WET”.
Per chi non lo ricordasse, nel lontano 1987 l’artista ebbe un notevole consenso di pubblico e di critica, soprattutto oltreoceano, con l’album ELICODIE, divenuto un cult negli Stati Uniti ed in Giappone. Quindi, un periodo di silenzio, durato in realtà 30 lunghi anni, in cui Franco Nanni si è dedicato agli studi ed alla psicologia, per poi ripresentarsi al pubblico ora con questo nuovo progetto musicale, che come lui stesso racconta: “è un rito di guarigione dall’angoscia del vuoto”.
Tre brani iniziali: WET DANCE #1, IL SEME DEL VUOTO, e WET DANCE #2 a cui si è recentemente aggiunto il nuovo singolo WET DANCE.
Un album che trae spunto da sonorità ambient e dance, che sfocia poi in un viaggio introspettivo e personale, attraverso gli stati più profondi della coscienza. Un’opera che trova il suo apice ne IL SEME DEL VUOTO, unico brano cantato, con un testo estratto da un’opera di David Foster Wallace.
Racconta a tal proposito l’artista: “Mi è sembrato che quelle parole chiedessero di essere trasformate davvero in una canzone che culla consola e nello stesso tempo inquieta. In questo modo l’intero album diventa una sorta di rito di guarigione dall’angoscia”.
Celiodie ci sorprende in WET con una ricerca musicale estremamente raffinata e colta, lontana dagli stereotipi più tipicamente commerciali, e che sa risultare attuale nonostante affondi le proprie radici nel passato.
Un’opera a tratti ipnotica, che trascende e risale lungo i percorsi impervi della mente, in un mantra che solo alla fine – forse – ci renderà liberi.