Captain Mantell, space trio il cui nome trae spunto dall’omonimia esistente tra il cantante del gruppo, Tommaso Mantelli, ed il primo pilota morto inseguendo un UFO, il capitano Thomas Mantell. Da poco la ciurma di musicisti-astronauti ha pubblicato il suo terzo album, Ground Lift, che chiude la trilogia tematica in cui si immagina essenzialmente il viaggio dello sfortunato pilota; dunque Tommaso Mantelli alias Captain Mantell (voce, basso, chitarra, synth), Nicola Lucchese alias Doctor Ciste (drum machine, synth, voce) e Omero Vanin alias Sergente Roma (batteria, synth drum, piano, voce) hanno appena concluso la saga con il loro ultimo lavoro e per saperne di piu’ noi di Sound Contest.com abbiamo intervistato proprio il frontman della band Tommaso Mantelli.
Sound Contest: Al di la’ della vostra trilogia che con ‘Ground Lift’ giunge alla sua conclusione, in questi anni e’ cambiato il vostro modo di comporre? Se si’, in che modo?
Tommaso Mantelli: In realta’ non e’ il modo di comporre che e’ cambiato, procedimento che per me e’ ancora avvolto da un alone di magia…Piuttosto, volta per volta, cambia l’approccio al lavoro in studio. Nel primo album era piu’ intimo, nel secondo piu’ happy. In questo terzo lavoro invece la ricerca si e’ focalizzata sulla sonorita’ sporca e ruvida, sulla profondita’ spaziale e sulle narrazioni dei testi. Un esempio a livello tecnico: non c’e’ stato editing della batteria e quindi la naturalezza ritmica ci ha portato a esprimerci in maniera piu’ selvaggia e meno controllata che in precedenza.
In questo vostro terzo album tornate sulla terra. Come descrivereste tale ritorno dal punto di vista musicale? Quali elementi lo caratterizzano?
Il nostro ritorno dallo spazio si conclude con uno schianto sul pianeta Terra. Questo incidente sporca di fango le nostre tute bianche da astronauti e si riflette simmetricamente nella nostra musica portando un sound che si avvicina al rock piu’ di quanto ci sia mai successo. L’elettronica rimane come protagonista ma e’ in avaria, difettosa…mentre l’introduzione della chitarra ha sicuramente virato il nostro tiro da astronauti a naufraghi sul nostro stesso pianeta.
Il ritorno sulla terra costituisce anche la voglia di tracciare un bilancio di questi anni?
In effetti si’. Un nostro bilancio, ma anche un bilancio riguardante il pianeta stesso, che decisamente ha bisogno di una riparazione. We Need A Fix!
Giusto! Come il pezzo d’apertura di ‘Ground Lift’! Dunque, proviamo ora a capire meglio alcuni dei tredici brani del vostro cd e cominciamo dal primo singolo “Before We Perish”. Com’e’ nato?
Dopo una furiosissima Becherovka Session siamo rimasti incastrati in questa ritmica spezzata!! Con l’aggiunta di qualche solo di synth, un’apertura super funk punk finale e un testo che esprime la speranza nell’attimo prima della catastrofe, “Before We Perish” e’ risultato essere il singolo perfetto per annunciare l’uscita del nuovo album. Il video realizzato dal cattivo tenente EEVIAC ha rappresentato perfettamente la sensazione di avvicinamento al pianeta Terra…la picchiata che preannuncia lo schianto.
Bene. Al primo ascolto colpisce positivamente “Mr B”. Quando avete concepito tale pezzo? E soprattutto: chi e’ Mr B?
“Mr B” e’ un simbolo. Rappresenta le persone che dimostrano che arrivare al potere e’ un’ambizione e una prerogativa degli avidi e dei prepotenti. E’ ora di liberarsene!