U’PAPUN | Cabron!

U'Papun
Cabron!
Justplaymusic
2012

Cabron! e’ il secondo album degli U’Papun. Torna dunque “l’uomo nero” con un nuovo lavoro dopo il disco d’esordio Fiori innocenti e questa volta la band si presenta con ritmiche piu’ serrate che risentono maggiormente di influenze rock e prog esaltate dai synth e dalle chitarrone distorte. C’e’ meno folk dunque nel nuovo cd degli U’Papun, ma c’e’ pur sempre l’attitudine teatrale che contraddistingue il gruppo formato da un cantautore, quattro musicisti e un teatrante, i quali tutti insieme propongono uno spettacolo di musica e teatro che va dal cantautorato alla musica etnica, dal folk al funk, dal jazz alla tradizione popolare, tutto miscelato ad un sound rock e moderno; in altri termini: atmosfere mediterranee, indie-rock, punk, reggae, balkan e teatro canzone si fondono amabilmente tra loro in questo nuovo lavoro discografico. Cabron! inoltre e’ impreziosito dall’orchestra d’archi curata dal maestro Leo Gadaleta e quindi e’ soprattutto la fusione tra il rock e l’orchestra che emerge nel nuovo lavoro del gruppo pugliese.



Si parte dal forte impatto della title-track, brano dalle sonorita’ psychobilly sottolineate da chitarre elettriche convinte in tutto il loro rock. Si nota piu’ o meno la stessa idea anche nella quinta traccia, Storia di una disoccupata, anche se in questo caso le medesime atmosfere psychobilly sono introdotte da un pianoforte da saloon e le sonorita’ appaiono piu’ originali soprattutto per gli intrecci di chitarra elettrica e di pianoforte; un altro elemento caratteristico del brano e’ la sfacciataggine della giovane protagonista del testo, una giovane escort che punta solo sulla propria estetica per realizzare i suoi sogni e viene spinta soprattutto dalla madre che desidera per la figlia un futuro sicuro e non precario. La nuova impronta piu’ rock degli U’Papun e’ presente senza dubbio nel primo singolo Indiesposto, pezzo contro l’omologazione di massa, il quale sin dal primo ascolto rimane impresso principalmente per il ritornello in stile tormentone; la stessa sfrontatezza rock inoltre si nota anche nell’unica cover del disco, Io non mi sento italiano, brano di Giorgio Gaber con un testo ancora molto attuale. In entrambe queste ultime due tracce, oltre alle dosi certe di rock e di elettronica, sono presenti buone influenze dub. Il folk e’ comunque ancora parte integrante del sound del gruppo e brani come Luna, L’Ultimo e Fior della censura lo dimostrano ampiamente: in particolare negli ultimi due si sposano molto bene le sonorita’ spettrali valorizzate dalle intenzioni orchestrali guidate sapientemente dal maestro Leo Gadaleta. L’abito e’ un pezzo che si apre nelle parti strumentali sempre per merito dell’orchestra, ma anche per le solite chitarre distorte e per il synth; la pacatezza rap delle strofe introduce un ritornello sorprendentemente indie e tra i piu’ originali di tutto il cd. Amore cialtrone e’ un brano piu’ complesso dal punto di vista musicale per il tempo in 7/8, ma rimane indubbiamente molto semplice e immediato nell’ascolto. Le ballad delicate Terra madre e Arte spicciola sono due pezzi eleganti e cantautorali che ci aiutano ancora una volta a comprendere che il suono degli U’Papun e’ caratterizzato da molteplici influenze. Il finale del cd contiene altre due sorprese: la prima e’ Uomo di marzapane, brano punk rock di un minuto e 50 secondi con chiaro riferimento alla favola di Hansel e Gretel, anche se qui non sono le casette, ma le persone ad essere fatte di marzapane a causa della loro fragilita’ manifesta nei vari contesti della societa’ moderna; la seconda sorpresa e’ Cliche’, filastrocca blues molto divertente.


 




Cabron! e’ un album in cui gli U’Papun hanno curato maggiormente l’aspetto rock della loro musica rispetto alle atmosfere folk che avevano caratterizzato maggiormente Fiori innocenti. Il gruppo si esprime dunque dal punto di vista musicale tramite una nuova chiave di lettura e cio’ conferma la maturita’ gia’ presente in altre forme nel primo lavoro. Ancora una volta poi la band riesce ad osservare la realta’ e a prenderne atto, permettendo all’ascoltatore di riflettere con ironia. Gli U’Papun sono poliedrici. Ascoltare per credere.



 




Musicisti:


Testi: Alfredo Colella


Musiche: Alfredo Colella, Gigi Lorusso, Enrico Elia.


Arrangiamenti: Gigi Lorusso, Enrico Elia, Cristiano Valente, Pantaleo Gadaleta.



Alfredo Colella,
Voce, Autore, Compositore


Gigi Lorusso, Chitarra elettrica, strumenti etnici, compositore, arrangiatore, cori, fonico


Enrico “Ze” Elia, tastiere, piano, synth, compositore, arrangiatore


Mario Orlandi, Basso, arrangiatore


Cristiano Valente, Batteria, percussioni, arrangiatore, fonico



 




Brani:


01. Cabron!


02. Indiesposto


03. Luna


04. L’abito


05. Storia di una disoccupata


06. Amore cialtrone


07. Terra madre


08. L’ultimo


09. Io non mi sento italiano (G. Gaber)


10. Arte spicciola


11. Fior della censura


12. Uomo di marzapane


13. Cliche’



 




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U’Papun – Indiesposto (video ufficiale): http://www.youtube.com/watch?v=Hp9WQ_f0Rw8