Anni ’40, Haiti, nel mite clima del South Est Missouri, nasceva Bob. Alla meta’ degli anni ’50 lascio’ con la sua famiglia il lussureggiante paesaggio della costa per raggiungere “The Windy City” Of Chicago in cerca di fortuna e come molti trovo’ alloggio nel retro bottega di un night club della West Side.
Immaginate che storia ragazzi! Da un lato i gangster con i loro fumosi sigari tra le labbra che sorseggiano bicchieri di whisky e dall’altro gruppetti di musicanti improvvisati con i loro strumenti sbilenchi. Proprio gli stessi che faranno la storia del jazz.
Perche’ le pareti di legno di quei retro bottega, quelle che confinavano con la casa dove viveva il giovane Bob, si impregnavano dell’odore intenso dell’alcool misto ad un suono di note piene di “soul”. Era il blues, era la musica di Howling Wolf o di Muddy Waters, Johnny Ferguson e JB Hutto con la Twisters Band, era il rumoroso, variopinto ed incredibile mondo del popolo afro-americano appena trapiantato nella Big City. La gioia di questa gente era prorompente. Cosi’ Bob, insieme al fratello e batterista John Stroger, mise su una band. Bob suonava il basso elettrico e lo faceva nei migliori club, gli stessi di Memphis Slim, in una bizzarra uniforme nera con un cerchio rosso che gli fece guadagnare il nome di “Red Tops” Band.
Mr. Bob Stroger e’ passato al “Fishmarket” di Padova per raccontarci la storia del Blues. Ci imbattiamo in Stroger mentre esce da un’auto davanti ad un triste hotel nei sobborghi della stazione ferroviaria. Freno la bici di botto e non credo ai miei occhi! Il suo sorriso contagioso riempie il paesaggio poco rassicurante dei dintorni. Non ho il coraggio di approfittarne. Fuggo via, sorridendo, verso il club ed attendo il suo ingresso insieme a tutti gli altri, conscia del fatto che dovro’ aspettare ancora un bel pezzo! La gente si accalca sotto palco, avvolge all’ingresso quella figura eccentrica che esibisce un gilet variopinto e distintivi degni di un blues man e lo segue fino a che non impugna il suo basso e incomincia a suonare.
Mr. Bob, the “Best Blues Bassist” della Blues Fundation nel 2008, scelto da Spike Lee per il film “The Perfect Era Of Rock And Roll” e la sua European Band mescola le carte tra l’America e l’Europa “on the stage” con l’italiano Luca Giordano – chitarra e voce – lo spagnolo Quique “Beer” Gomez – armonica e voce – e i francesi Fred Pg – chitarra – e Guillaume Destarac – batteria.
Sara’ la vicinanza al palco, sara’ quest’aria familiare, sara’ l’accoglienza della gente, sara’ la mia trasognata e fervida immaginazione, ma a me sembra proprio di essere ritornata indietro in quei famosi “Rent Party” di Chicago!
Dopo le sue precedenti collaborazioni con i piu’ grandi musicisti del panorama jazz e blues, dopo Willy Kent e Rufus Forman, dopo Eddie King prima con The King Man e poi con Babee May e The Blues Machine, dopo l’incisione del 45 giri Love You Baby nel ’65, dopo l’incontro con Jessie Grean e Morris Pejo, dopo l’ingresso nel panorama internazionale con Otis Rush e Champion Jack Dupree e The Mississippi Heat, dopo tanti incontri e tanta musica in 50 anni di carriera, questa sera Bob Stroger “Is Back in Town”!
La musica scivola, fa ballare, urlare, viene voglia di muoversi, sgambettare, “swingare”.
“My name is Bob Stroger! I want to hear you!!!” – dice – intonando Just A Sad Boy. Un contro-senso? “Just An Heartrending Boy”, direi! Mr. Bob lascia spazio ai suoi, li accompagna e li trasporta con lui nel regno del piu’ puro divertimento, li asseconda con il suo sound, con quello stile da “walked bassist” che lo ha reso famoso, osannato dai cultori del panorama blues americano ed internazionale, conosciuto quanto basta dal pubblico, tanto da non perturbare troppo la sua aria da jazz man d’altri tempi.
Ed e’ la volta di Key To The Highway (Broonzy, Stroger) – perche’ ognuno ha la sua canzone d’amore – dice – e questa e’ la mia canzone d’amore!
Eseguono in jam gran parte dei brani del lavoro discografico Bob Is Back In Town, da Don’t You Lie Me (di King), Standed In St. Louis (Parker), Blind Man Blues (Stroger), Going To Chicago con Bob Stroger And European Band e Sweet Home Chicago – Baby Don’t Want To Go, lo standard che infervora il pubblico. L’improvvisazione rende originali i brani, la “compagnia” di Bob ci piace anche se non convince del tutto.
Eppure qui la gente “Don’t Want To Go”.
Questa sera tutti torneremo a casa “pedalando” al buon ritmo del blues!
FISHMARKET – PADOVA
19 Marzo 2010
Bob Stroger – basso e voce – Chicago, Illinois
Luca Giordano – chitarra e voce – Abruzzo, Italia
Quique “Beer” Gomez – armonica e voce – Madrid, Spagna
Fred Pg – chitarra – Francia
Guillaume Destarac – batteria – Francia