BILL FRISELL | Valentine

BILL FRISELL
Valentine
Blue Note Records
2020

Mettiamola così: se la chitarra di Bill Frisell potesse parlare saprebbe farlo in una miriade di lingue diverse. Son già quattro decenni che la sei corde del musicista originario di Baltimora risuona autorevole, innovativa e sempre ben riconoscibile nei più disparati ambiti e generi musicali. Tante le stagioni belle e memorabili segnate da progetti, dischi, collaborazioni e incontri che sono già storia. C’è chi è affezionato alla sperimentalità estrema congiunta alle figure di Vernon Reid e John Zorn; chi venera la poliedrica verve e ricercatezza elargita nei gruppi di Paul Motian, Paul Bley e Jan Garbarek (oltre che il segno lasciato in tante produzioni ECM); chi giura di aver vissuto l’esperienza del miracolo tra i solchi del monumentale “Hemisphere” (dove l’allievo teneva testa al maestro-pigmalione Jim Hall) e chi, infine, discrimina in modo certosino i capolavori dalle opere minori del vasto catalogo Nonesuch. Archiviato il breve periodo Okeh (dove in tre album su quattro album a farla da padrone furono principalmente temi e spartiti altrui), Frisell torna ora in scena con il nuovo “Valentine”, seconda incisione domiciliata sotto il blasonato e solido tetto di casa Blue Note.

 

Rispetto al precedente “Harmony” (progetto interlocutorio e di passaggio, imperniato sulla voce di Petra Haden e incline verso un sound raffinato, rilassato e abbastanza monocorde), qui il buon Frisell si mette finalmente in vetrina assieme al contrabbassista Thomas Morgan e al batterista Rudy Royston, elementi con cui il chitarrista scorrazza in giro e prende applausi da un paio d’anni a questa parte. A restare immutati in “Valentine” sono, invece, gli studi di registrazione (quelli del Flora Recording & Playback di Portland), l’uomo in cabina di regia (il produttore Lee Townsend) e la strategia di alternare in scaletta brani originali con cover, traditional e classici standard.

Il lungo rodaggio dal vivo con questo bel trio (ricordando, di passaggio, anche la splendida intesa con il solo Morgan espressa nell’antecedente “Epistrophy”, pubblicato con il marchio ECM lo scorso anno) consente a Frisell di sfoderare diversi dei suoi migliori argomenti come interprete, leader e soprattutto portavoce di una concezione musicale mai univoca e scontata. Freschi o datati che siano, jazz, americana, blues, film e world music sono gli ingredienti accuratamente selezionati di un album che in certi passaggi ed episodi riesce persino a far sballare in modo euforico e senza effetti collaterali.

La band spiega le ali già in apertura con Baba Drame, cover tratta dal repertorio del cantante e chitarrista maliano Boubacar Traoré. Una rivisitazione stupenda (superiore all’originale pur essendo una versione strumentale) in cui il fraseggio di Frisell si sposa con gli effetti a pedale più acidi e allucinati a beneficio di un’ecumenica visionarietà sostenuta da flessuose trame poliritmiche. Le oniriche e dilatate campiture della successiva Hour Glass sembrano esserne la diretta e più naturale conseguenza. Valentine e A Flower Is A Lovesome Thing (Billy Strayhorn) scalano alla grande il crinale jazz; Leeves rimodella archetipi blues mentre Aunt Mary e Keeps Your Eyes Open ripiegano su quel proverbiale clima cinematico (ora languido e cantabile , ora astratto e sospeso) in cui Frisel resta indiscusso artigiano e maestro. Allo stralutano saliscendi di Eletricity e ad una raffinatissima rielaborazione dell’arcinoto motivo di A Flower Is A Lovesome Thing (Burt Bacharach) si contrappongono le consuete (ma sempre brillanti) sortite nella tradizione american-western, espresse dalla cover di Wagon Wheels e dalla materiche alchimie borderline di Where Do We Go? Il sigillo finale a questa che è indubbiamente una tra le opere più rappresentative e riuscite di Bill Frisell degli ultimi anni giunge infallibile con We Shall Overcome, eterno monito in musica a non abbassare la guardia rispetto ai più alti ideali di solidarietà, pace e speranza.

Voto: 8/10
Genere: Jazz / World / Folk / Creative Music

Musicisti:

Bill Frisell – guitar
Thomas Morgan – double bass
Rudy Royston – drums

Tracklist:

01. Baba Drame
02. Hour Glass
03. Valentine
04. Leeves
05. Winter Always Turns To Spring
06. Keep Your Eyes Opent
07. A Flower Is A Lovesome Thing
08. Electricity
09. Wagon Wheels
10. Aunt Mary
11. What The World Needs Now Is Love
12. Where Do We Go?
13. We Shall Overcome

Link:
Bill Frisell
Blue Note Records