BILL FRISELL
Valentine
Blue Note Records
2020
Rispetto al precedente “Harmony” (progetto interlocutorio e di passaggio, imperniato sulla voce di Petra Haden e incline verso un sound raffinato, rilassato e abbastanza monocorde), qui il buon Frisell si mette finalmente in vetrina assieme al contrabbassista Thomas Morgan e al batterista Rudy Royston, elementi con cui il chitarrista scorrazza in giro e prende applausi da un paio d’anni a questa parte. A restare immutati in “Valentine” sono, invece, gli studi di registrazione (quelli del Flora Recording & Playback di Portland), l’uomo in cabina di regia (il produttore Lee Townsend) e la strategia di alternare in scaletta brani originali con cover, traditional e classici standard.
Il lungo rodaggio dal vivo con questo bel trio (ricordando, di passaggio, anche la splendida intesa con il solo Morgan espressa nell’antecedente “Epistrophy”, pubblicato con il marchio ECM lo scorso anno) consente a Frisell di sfoderare diversi dei suoi migliori argomenti come interprete, leader e soprattutto portavoce di una concezione musicale mai univoca e scontata. Freschi o datati che siano, jazz, americana, blues, film e world music sono gli ingredienti accuratamente selezionati di un album che in certi passaggi ed episodi riesce persino a far sballare in modo euforico e senza effetti collaterali.
La band spiega le ali già in apertura con Baba Drame, cover tratta dal repertorio del cantante e chitarrista maliano Boubacar Traoré. Una rivisitazione stupenda (superiore all’originale pur essendo una versione strumentale) in cui il fraseggio di Frisell si sposa con gli effetti a pedale più acidi e allucinati a beneficio di un’ecumenica visionarietà sostenuta da flessuose trame poliritmiche. Le oniriche e dilatate campiture della successiva Hour Glass sembrano esserne la diretta e più naturale conseguenza. Valentine e A Flower Is A Lovesome Thing (Billy Strayhorn) scalano alla grande il crinale jazz; Leeves rimodella archetipi blues mentre Aunt Mary e Keeps Your Eyes Open ripiegano su quel proverbiale clima cinematico (ora languido e cantabile , ora astratto e sospeso) in cui Frisel resta indiscusso artigiano e maestro. Allo stralutano saliscendi di Eletricity e ad una raffinatissima rielaborazione dell’arcinoto motivo di A Flower Is A Lovesome Thing (Burt Bacharach) si contrappongono le consuete (ma sempre brillanti) sortite nella tradizione american-western, espresse dalla cover di Wagon Wheels e dalla materiche alchimie borderline di Where Do We Go? Il sigillo finale a questa che è indubbiamente una tra le opere più rappresentative e riuscite di Bill Frisell degli ultimi anni giunge infallibile con We Shall Overcome, eterno monito in musica a non abbassare la guardia rispetto ai più alti ideali di solidarietà, pace e speranza.
Voto: 8/10
Genere: Jazz / World / Folk / Creative Music
Musicisti:
Bill Frisell – guitar
Thomas Morgan – double bass
Rudy Royston – drums
Tracklist:
01. Baba Drame
02. Hour Glass
03. Valentine
04. Leeves
05. Winter Always Turns To Spring
06. Keep Your Eyes Opent
07. A Flower Is A Lovesome Thing
08. Electricity
09. Wagon Wheels
10. Aunt Mary
11. What The World Needs Now Is Love
12. Where Do We Go?
13. We Shall Overcome
Link:
Bill Frisell
Blue Note Records