BEN BERTRAND | Manes

Ben Bertrand

les Albums Claus 015
2020

Perviene a nuova espressione discografica il musicista da Bruxelles, quel Ben Bertrand già alfiere di una personale espressione del prediletto clarino basso e di soundscapes elettronici (e di nuovo in collaborazione con l’ingegnere sonoro Christophe Albertijn), ora affrancandosi da qualche schematismo classicista (quantunque rispettabilissimo) percepibile nel precedente “Ngc 1999”, palesandosi adesso in una nuova raccolta tematicamente devoluta ad insolite fonti ispirative (come poi esporremo).

 

Richiamando subito nel titolo due capitali quanto diversificati Maestri dell’avanguardia del Novecento (tali i Feldman e Ligeti in “Morton and György in the Battista Mist, che curiosamente cita anche il nostro Pergolesi) il brano si sviluppa in cavernosità , piegando lo strumento d’ebano fino a risonanze iperbasse da didjeridoo, guadagnando gradualmente maggior trasparenza nel corso dello sviluppo, entro un clima complessivamente lento e nebuloso, carattere condiviso dal successivo Those Behind Us That We Follow, lungo cui si dipana l’alito lento e profondo dell’evocativo clarino basso.

Più nitida brillantezza d’impianto (e certamente affinità al mondo del John Surman elettroacustico, astutamente omesso tra i riferimenti) caratterizza l’increspata e spedita Incantation 3; remota e siderale paesaggistica nella vibratoria (ed appena robotica) Delayed Monologue, concludendo nella eterea dispersione della forma lungo la serotina e sospesa The Manmaipo (traente ispirazione da femminili figure medianiche della provincia cinese di Guangdong, devolute alla comunicazioni con i trapassati), laddove il titolo dell’album, Manes, fa riferimento alle benevolenti e vigili figure dell’aldilà nel culto dell’antica Roma, ad ulteriore chiarimento del carattere di certi titoli.

 

Dal medesimo Belgio che è oggi interessante arena di sperimentanti talenti (potremmo indicare i contributori alla label Aspen edities, a paradigma), Ben Bertrand mantiene tuttora radici formali connesse a leggibili morfologie e regolari geometrie, e in un nuovo lavoro d’estensione tutto sommato contenuta (cinque tracce di media durata) trova i propri organici ingredienti nel parsimonioso impiego di eufoniche elettroniche e nella lenta sensualità della vellutata ancia del clarino basso, le cui ponderate figurazioni tratteggiano una sintesi tra idioma jazz e sintassi post-classica, incorporando su schemi nitidi e circolari una personale estetica minimal, entro un generale quanto temperato gusto esplorativo e creativo.

 

 

Musicisti:

Ben Bertrand, clarino basso, elettroniche
con:
Claire Vailler, voce in Manmaipo

 

Brani:

01. Morton And György In The Battista Mist 09:17
02. Those Behind Us That We Follow 05:03
03. Incantation 3 06:29
04. Delayed Monologue 06:02
05. The Manmaipo 04:36

 

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