BARMAGRANDE | Libertà, il nostro inno alla vita

Se vi aspettate che i vegetariani siano noiosi e prevedibili, i BarmaGrande (alias Emma Lercari ed i fratelli Sandro e Marco Donda) sono pronti a smentirvi. Stiamo parlando di un sorprendente gruppo reggae che, pur senza dread e lungi dal fumare ganja, si trova da anni alla ricerca della propria identita’ spirituale e sonora.  Questa consapevolezza passa attraverso grandi musicisti, giamaicani e non, con cui la band e’ solita suonare.

I BarmaGrande nascono nel 1996 a Latte, al confine tra Italia e Francia. Cantano in italiano, inglese, francese e ligure. Hanno all’attivo quattro album autoprodotti, Cume Son” (1999), “Troppo Facile” (2003), “Taca Ataca” (2005) e “Musica Di Frontiera” (2009), mentre il quinto, “Liberta’”, uscito lo scorso gennaio e distribuito con licenza Creative Commons BY-NC-SA 3.0 Italia, vede la co-produzione di Stephen Stewart.

Lo spirito del gruppo e’ sempre stato quello di far entrare nella “grande caverna” (e’ proprio questo il significato del loro nome, ndr) ogni genere di musicisti, pur mantenendo come stile principale il reggae roots.Per questo motivo si sono succeduti negli anni diversi artisti, che hanno collaborato nei concerti e nelle registrazioni dei loro dischi, rendendone le sonorita’ estremamente orecchiabili e particolari.


Abbiamo incontrato i BarmaGrande per un’intervista, nella quale gli artisti hanno spiegato come la loro musica nasca in realta’ dalla commistione tra il suono e due importanti filosofie: il buddismo ed il vegetarianismo.

 

S.C.: Lo scorso gennaio e’ uscito il vostro quinto album, intitolato “Liberta’”. Come e’ nato e cosa rappresenta?

Il disco aggiunge alle sonorita’ tipiche del roots reggae il messaggio della filosofia buddista e del vegetarianismo: tutti i testi sono infatti ispirati dalle parole del S.S. il XIV Dalai Lama Tenzin Gyatso e del monaco vietnamita Thich Nath Hanh. “Liberta’” vede la partecipazione di alcuni dei piu’ importanti artisti della scena roots giamaicana ed e’ stato coprodotto da Stephen Stewart, vincitore di due Grammy Awards con Burning Spear e con Toots and the Maytals.

 

Sappiamo che l’album e’ stato registrato in Giamaica: che tipo di esperienza e’ stata per voi?

E’ stato un qualcosa di eccezionale. Siamo stati in Giamaica nell’autunno del 2011 per una quarantina di giorni, trenta dei quali trascorsi interamente in studio. L’album e’ stato registrato nel prestigioso Harry J. Studio di Kingston, dove sono stati incisi alcuni degli album di Bob Marley eamp; The Wailers, come “Rastaman Vibration” e “Catch A Fire”,  e dove hanno registrato importantissimi artisti internazionali tra i quali Rolling Stones, The Who e Grace Jones. Siamo andati in Giamaica con l’intenzione di autoprodurci il disco, ma durante la registrazione Stephen Stewart ha chiesto di diventare co-produttore e ha coinvolto i piu’ grandi musicisti reggae giamaicani nelle session di registrazione. Non ci aspettavamo che a tutti gli artisti coinvolti  interessasse cosi’ tanto il significato dei nostri testi: hanno preso a cuore il progetto, cosi’ tanto da decidere di aumentare il loro impegno con molte piu’ ore di lavoro, dimostrandoci immenso rispetto.


Quali artisti hanno collaborato con voi? C’e’ un aneddoto in particolare?

Da Big Youth, a Cedric Myton The Congos, da Freddie McGregor a Franklyn Montague, assieme a tanti altri nomi. Uno degli aneddoti piu’ curiosi e divertenti sui nostri nuovi brani riguarda “Back To The Future” che vede la partecipazione di Bernard “Satta” Collins Abyssinians. Bernard sembrava molto scontroso dopo essere entrato in studio. Poi Stephen Steward gli ha fatto ascoltare il nostro pezzo, gli e’ piaciuto e ha deciso di studiarselo subito. E’ stato allora che lo stesso Stephen ha deciso di diventare coproduttore del nostro lavoro.


A parte l’esperienza musicale, cosa vi ha piu’ colpito della vostra esperienza in Giamaica?

Indimenticabile l’incontro ad Ocho Rios con Prof.I , profeta e guru della cultura rasta. Ci ha impressionato molto lo stile di vita ed il carisma di questa persona, che ben si sposa con la nostra filosofia.

 

Come nascono le vostre canzoni e quali sono i temi a cui solitamente vi rivolgete?

Solitamente il nostro lavoro si distingue in due fasi: partiamo dalla ricerca delle sonorita’ a cui poi aggiungiamo le parole. Crediamo che la musica venga prima di tutto. I nostri testi parlano dell’interconnessione tra uomo e natura, tra le scelte alimentari e l’ambiente, la ricerca di equilibrio interiore dal quale nascera’ la pace fra le nazioni, l’importanza della ricerca spirituale, della consapevolezza e della compassione, della grande ingiustizia che opprime popoli come quello tibetano al quale abbiamo dedicato “Liberta’”.

 

 

 

 

Cantate in italiano, inglese, francese e persino nel vostro dialetto ligure…come mai questa scelta linguistica su piu’ fronti? Con quale lingua vi trovate meglio?

La lingua e’ ormai entrata nel processo di globalizzazione e noi, in quanto artisti, ne facciamo sicuramente parte. Ci diverte esprimerci ogni volta in modo diverso e fare in modo che piu’ gente possibile ci comprenda fino in fondo. Anche i dialetti fanno parte della cultura globale: in Italia abbiamo l’esempio dei Sud Sound System, che sono una realta’ significativa in questo senso. Sicuramente ci troviamo piu’ a nostro agio con l’inglese, per via della sua internazionalita’ e delle sonorita’ che consente. Con l’italiano, invece, incontriamo qualche difficolta’ perche’ mancano i mezzi toni.

 


Un’ultima domanda: come mai avete deciso di proporre il vostro album in free download?

Principalmente per evitare limitazioni burocratiche ed economiche, che inciderebbero sul budget e quindi sul nostro lavoro. Purtroppo, con la crisi della discografia, abbiamo capito che le uniche vie per farci conoscere sono l’autoproduzione, i live a stretto contatto con il pubblico, ed indubbiamente i network. Siamo convinti che il download gratuito dei nostri brani sia la miglior forma di pubblicita’.


Per scaricare il disco della band in free download e’ possibile andare sul sito www.barmagrande.net

Questa la tracklist di “Liberta’”: “Interconnection” (ft. Big Youth), “Vegetarian man” (ft. Cedric Myton The Congos), “Back from the future” (Bernard “Satta” Collins Abyssinians), “Waiting for help” (ft. Luciano), “C’est la vie” (ft. Queen Ifrica), “My meditation” (ft. Freddie McGregor), “Good man” (ft. Franklyn Montague), “Peace in oneself” (ft. Tony Rebel), “Inner potential” (ft. Max Romeo), “Free Tibet”, “Liberta’” (ft. Bob Andy).