Quarta serata per la XXII Edizione del Festival Ethnos, progetto co-finanziato dalla Regione Campania e diretto da Gigi Di Luca, che ancora una volta si conferma come una delle manifestazioni artistico-culturali più interessanti del panorama musicale e non solo della nostra Regione. Un progetto che sta portando non solo nei Comuni Vesuviani (quest’anno ci sono nuovi Comuni partner oltre al Comune capofila San Giorgio a Cremano come Bacoli, Casandrino, Massa Lubrense, Somma Vesuviana, Napoli e Torre del Greco) alcune delle più innovative proposte della musica etnica del mondo.
Sabato 23 settembre in Piazza Umberto I nel Comune di Casandrino il concerto di un gruppo tra i più particolari dell’intero Festival: BandAdriatica. Unico gruppo italiano dell’intera Rassegna in realtà di italiano hanno solo la provenienza, la Puglia e le sonorità della musica della loro terra, il Salento. La loro musica è un insieme di elementi balcanici, orientali, nordafricani e gitani. Il loro ultimo lavoro discografico “Babilonia” ci parla di Turchia, Libano, Armenia, passando attraverso ritmi nordafricani, ballate gitane, e sonorità new balcan fino ad intrecciarsi con la pizzica e i canti delle feste popolari salentine, in una sorta di “viaggio musicale“che va oltre qualsiasi barriera culturale e qualsiasi “confine”. La stessa banda si presenta in uniformi “marinaresche” e più volte lo stesso leader Claudio Prima (organetto e voce) invita il pubblico a “salire” virtualmente sulla loro barca e a partecipare attivamente al loro viaggio verso il nuovo, il “diverso”, i mondi “sconosciuti” per poter allargare i propri orizzonti, i propri limiti, accettando la diversità culturale come elemento di arricchimento e non di discriminazione.
Le musiche sono talmente coinvolgenti che ben presto il pubblico si fa conquistare e partecipa attivamente con balli scatenati per tutta la durata del concerto, facendosi coinvolgere dai ritmi trascinanti del gruppo, dimostrando davvero che siamo tutti figli del Mediterraneo e che la musica può essere davvero uno dei pochi, veri, elementi di unione e di condivisione fra popoli e culture diverse ma spesso capaci di realizzare il superamento di qualsiasi barriera. Una Babilonia musicale certo, ma tesa all’unione dei popoli anziché alle inutili quanto distruttive differenze o divisioni, che portano solo a sentimenti negativi come diffidenza e razzismo.