Un soffio di Brasile ci avvolge al Bluestone di Napoli, un’aria accattivante, un mite torpore ci circonda e ci accarezza nella “voce di velluto” di Rosalia De Souza.
Magnetica, semplicemente ricercata, elegante senza eccessi, affascinante, seducente ammaliatrice, apre il suo concerto con dolcezza irresistibile e grande intensita’, intonando “Banzo”, brano di Marcos Valle e Odilion Olyntho Filho, eseguita anche dalla “regina madre” della musica brasiliana Leny Andrade, dalla voce piu’ corposa, molto piu’ “soul” rispetto alla Souza che assume qui, invece, toni pacati, sussurrati, molto “Amarcord”, pur interpretando un pezzo di grande significato, incarnando quel sentimento misto di sofferenza ed estrema nostalgia dei deportati africani in terra brasiliana, ad opera dei portoghesi, fino alla loro totale perdita di liberta’.
Rosalia De Souza inaugura l’inizio del nuovo anno nel cartellone musicale del Bluestone di Napoli con gentilezza e fervore, reduce della registrazione del concerto dell’Epifania presso l’Auditorium della Rai, pronta a riproporci molti dei brani di “D’Improvviso”, ultimo lavoro discografico pubblicato da Schema Records, i brani contenuti nell’album d’esordio presentato dal padrino spirituale e musicale Nicola Conte, “Garota Moderna”, sempre per Schema Records, e poi i brani interpretati durante tutta la sua ormai lunga carriera sia nei club italiani che nei circuiti internazionali.
L’accompagnano Alfonso Deidda al piano, Roberto Taufic alla chitarra/cori, Roberto Rossi alla batteria/percussioni/cori, Marco De Tilla al contrabbasso in sostituzione di Antonio De Luise, Giancarlo Maurino al sax ed infine Antonello Sorrentino alla tromba.
Nata a due passi dalla scuola di samba di Beija – Flor nel distretto di Nilopolis a Rio de Janeiro si esibisce in una “Sambinha” molto nu-jazz, dove la presenza della sua voce fa da corona suadente e mai squillante all’espressione controllata e al contempo fantasiosa dei suoi compagni di “jogo”, tutti jazzisti di prim’ordine: introduzione di fiati seguita da assolo di chitarra, sottofondo di contrabbasso, il tutto ornato da soffi all’unisono di tromba e sax, amalgamati sapientemente.
Il Brasile entra nella musica italiana ormai 60 anni fa, molto e’ scritto per il cinema, molte le interpreti nostrane, da Ornella Vanoni ai tempi di Toquinho alla piu’ recente Fiorella Mannoia di “Onda Tropicale” o alle fascinazioni latine di Stefano Bollani in “Carioca”. Rosalia de Souza, incoronata migliore interprete della musica brasiliana in Italia, ci regala un brano del venezuelano e ormai scomparso Aldemiro Romero, “De Repente” in traduzione italiana, “D’Improvviso” che ci riconduce in quell’atmosfera d’altri tempi che e’ segno contraddistintivo della sua musica e della sua personalita’ modernamente retro’. Permane sensualita’ nella voce che non toglie, nonostante l’italianizzazione del testo, nemmeno un battito necessario al ritmo di bossa, toni felpati, sonorita’ calde e morbide che mai invadono, ma pervadono e persuaduono accattivanti nota dopo nota.
L’atmosfera si riscalda per il “Candomble'” di Danilo Caymmi, Paulo ed Edmundo Souto e la “roda” e’ presto introdotta dalle percussioni “capoeira style” dello squillante ed inconfondibile suono di “agogo” misto alla batteria e al coro del “cantador”, fino all’armonica mescolanza del tutto nelle tinte “blue jazz” della voce di Rosalia.
Di nuovo soft nella “ballada” “Ondina” di Giovanni Maria Guaccero e Marco Antonio Costa Santos, lascia sgorgare dalla soffice delicatezza delle sue corde un canto disteso, di un’intensita’ profonda e sotterranea, rilassata e rilassante.
Guerriera della purezza della musica brasiliana contaminata da suoni che non ne alterino le strutture piu’ primitive e profonde, intona un'”Amanh