Alessia Luongo pubblica “Tarantella di Spaccanapoli” su colascione a 415 hz

La compositrice Alessia Luongo da anni ha riscoperto l’antico strumento musicale napoletano “il colascione” restituendolo al pubblico e alla sua Napoli. La Luongo è musicista e ricercatrice: studia e ricerca la figura del commediante dell’arte da molti anni.
Studia al conservatorio di Santa Cecilia di Roma nel dipartimento di Teoria e Analisi, Composizione e Direzione d’orchestra.  Dalle sue ricerche teatrali e musicali ha creato numerosi progetti artistici che sono stati ospitati in numeri festival e rassegne in Italia e in Europa. Diversi enti e giornalisti, tra cui la Rai Nazionale, hanno parlato delle sue composizioni sulle musiche della commedia dell’arte. Hanno scritto di lei “La Repubblica”, “il Corriere del Mezzogiorno”,”Le Cronache di Napoli”,”Irpinia tv” e tanti altri.
Tra i progetti più recenti c’è una profonda ricerca sulla valorizzazione del colascione, strumento iconografico di dipinti e proverbi, ma ormai in disuso.
La Luongo ha fatto rinascere questo strumento, tipico degli “Zanni” nato per accompagnare il canto, danze e tarantelle.
Strumento per eccellenza della commedia dell’arte, utilizzato da molti zanni negli iconici balli di Sfessania di Jacques Callot, come ama raccontarci.
È uscito da poco il nuovo singolo del Maestro Alessia Luongo “Tarantella di Spaccanapoli” su colascione a 415 hz. Un brano che è giocoso come una tarantella ma che esprime tutta la drammaticità, tutta l’amarezza che purtroppo la città di Napoli vive. Un brano riflessivo che rievoca i suoni arcaici, rievocando il settecento quando a Napoli il colascione era “il re” degli strumenti. Il singolo è disponibile su tutte le piattaforme.
Il Maestro Luongo ci racconta: “L’idea è venuta cercando di restituire come una missione e poetica, il suono delle piazze, quello suonato dalle maschere della commedia dell’arte. Contemporaneamente, contro la modernità e il caos di una Napoli che fagocita sé stessa, voglio fotografare l’istante per cui contrastando tutto un gioco di antico e moderno, prevale la sensazione di portare sulle spalle una salma. Un antico ricordo. Non c’è niente di malinconico e romantico. Sicuramente però il tentativo è un intervento a cuore aperto”.
Nel brano si può ascoltare uno strumento accordato a 415 hz recuperando la maniera della musica antica, Alessia Luongo cerca così una sperimentazione unica e originale ossia di essere davvero il compositore del seicento che ha a disposizione tale strumento, sé stesso e la sua voce. Il colascione del Maestro Luongo sta facendo innamorare molta gente, come continua a raccontarci e ha una straordinaria modernità e il timbro così capace di parlare e accompagnare i secoli.
Dice l’artista di sé stessa “La mia missione è di riportare i suoni della commedia dell’arte, di cui il colascione ne è protagonista.
Il mio lavoro si realizza nelle performance, le mie composizioni non sono solo da ascoltare ma da guardare e vivere a 360°.
Quando vedi il pezzo di un puzzle messo nel suo posto capisci tutto. La mia musica è da vivere, da vedere in scena, sulla quale ballare, sulla quale parlare e scatenarsi”.
Per la Luongo è essenziale il coinvolgimento con il pubblico, la sua partitura subisce improvvisazioni e cambiamenti in base all’energia presente in sala.
Ci racconta lei stessa “Ogni volta che mi trovo a cantare, recitare e suonare non immagino mai mai di essere la musicista che esegue unicamente, ma di essere un personaggio in maschera che interpreta e vive tutto, ciò regala energia, vitalità e diciamolo anche una bella dose di disinibizione che all’arte fa un bene dell’anima. Spogliarsi sulla scena fa tanto paura, ma se la gente ha pagato per vedertelo fare devi restituire ogni singola goccia di sudore. L’esperienza deve essere totalizzante, rituale per l’artista e il pubblico”.
Il singolo si può ascoltare su tutte le piattaforme.
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