AB QUARTET | Do Ut Des

AB QUARTET
Do Ut Des
Red&Blue
2022

Pur non essendo esattamente un “Easy Listening”, Do Ut Des” degli AB Quartet, fin dal titolo, dalla grafica di copertina e dalle prime note del primo brano del disco, è un lavoro nel suo insieme fluido e scorrevole che sa prendere l’ascoltatore per mano per condurlo fino in fondo stimolando abilmente la sua curiosità. I segreti di questo percorso sono diversi.  Il progetto è ricco, dinamico e pieno di spunti originali, certamente frutto di conoscenza approfondita dei classici, della musica colta da cui, come vedremo, trae ispirazione, ma anche di meticolosa e puntigliosa attenzione e cura per la ricerca in ambito compositivo ed espressivo. Il titolo del CD e, subito poi, quelli dei brani, tutti rigorosamente in latino, la grafica del disco, dichiaratamente ispirata alle vetrate policrome delle antiche chiese medievali, sono il chiaro indizio del forte richiamo alla musica polifonica sacra e al canto gregoriano – per loro natura simmetrici e armonici –  che permea trasversalmente il progetto emergendo a tratti, dileguandosi e stemperandosi in sviluppi “dissacranti”, caratterizzati da dissonanze, componenti blues e tratti tipicamente distintivi del jazz contemporaneo, per poi riemergere ancora. C’è poi, fin dal primo brano, l’uso di ritmiche dispari e sincopate, che hanno la spiccata capacità di creare nell’ascoltatore uno stato d’animo sospensivo, la sensazione di attesa del completamento di un ciclo, che resta sistematicamente incompiuto, alimentando l’inutile attesa di appagamento nella battuta successiva.

Il disco si apre con Lux Originis, brano dalla ritmica di sapore latino-americana, ma le atmosfere del disco sono nel loro complesso misteriose, introspettive, a tratti oniriche, improntate a tonalità minori e con l’uso del clarinetto basso, uno strumento non usuale dalla tonalità severa, la presenza di molte prestazioni in primo piano del contrabbasso e la prevalenza del settore sinistro del pianoforte in diverse battute portanti;  tutti i suoni gravi che danno una piacevole sensazione di pienezza dell’insieme. Il nome del quartetto è formato dalle iniziali del leader della formazione, il pianista Antonio Bonazzo, che è anche l’arrangiatore dei brani e l’autore di cinque dei sette pezzi, complessivamente caratterizzati da eleganza e raffinatezza, che compongono l’album; l’ensemble è poi completata da Cristiano Da Ros,  contrabbassista e autore dei brani Lente Sed Sine Misericordia e Ut Queant Laxis, da Francesco Chiapperini al clarinetto e clarinetto basso e da Fabrizio Carriero alla batteria e alle percussioni. Do Ut Des”, come peraltro è spiegato con chiarezza nelle note di copertina, rappresenta la trasposizione in termini musicali di una scala che si sviluppa dal Do al Do al Re bemolle, applicata a molti dei temi presentati nel disco nell’intento di “ri-creare”, ovvero creare novità, elaborare forme nuove a partire dalla ricchezza di offerte e di spunti provenienti dalla musica antica.

 

Genere: Contemporary Jazz

Musicisti:

Francesco Chiapperini, clarinet and bass clarinet
Antonio Bonazzo, piano
Cristiano Da Ros, double bass
Fabrizio Carriero, drums and percussion

Tracklist:

01. Lux Originis
02. Aetio Dicatum
03. Dies Irae
04. Lente Sed Sine Misericordia
05. Do Ut Des
06. Ut Queant Laxis
07. Beata Viscera

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