POLO | Back Home
poLO
Back Home
CAM Jazz
2014
Incasellare “Back Home” in uno specifico genere o scena musicale è impresa ardua e un po’ complicata, il che, a mio avviso, dovrebbe già indurvi a supporre che qualcosa d’interessante e speciale queste tracce l’abbiano davvero e riescano anche bene a manifestarlo. Mi spiego, i nuovi poLO non suonano né post-jazz né post-rock, ma nemmeno calcano la mano su una precisa sintassi “progressive”, “jazz-rock”, “new wave” “avant folk”, “ambient” o “alternative pop”. Di volta in volta, brano dopo brano, sono diverse o tutte queste cose insieme, un ottovolante sonoro zeppo di rimandi e influssi sia radicati nel passato sia appartenenti all’immediato presente.
Ne scaturisce una visione estetica duttile e polivalente, che andrebbe bene a braccetto tanto con quella dei britannici Polar Bear e Get The Blessing quanto con quella degli americani Kneebody o di molte formazioni della nuova scena scandinava. Si deve poi riconoscere che in breve tempo Paolo Porta e Andrea Lombardini sono riusciti a trasformare la loro creatura in un’entità musicale salda e strutturata, una band vera e propria dove il timone e la rotta vengono lasciati con piena fiducia anche agli ultimi arrivati, specialmente a De Paola, il cui nome ricorre spesso tra i crediti compositivi dei dodici brani originali.
Tra essi è difficile trovarne uno meno che eccellente e prescindibile, anzi insieme caratterizzano una qualità che merita d’essere subito sottolineata: il suono, registrato e catturato in modo così perfetto da evidenziare le più sottili sfumature timbriche e armoniche d’ogni strumento ed effetto. Vale anche la pena di rimarcare come l’entrata in formazione di Valerio De Paola sia risultata particolarmente indovinata e strategica, avendo rivoluzionato in modo positivo l’approccio creativo del progetto e favorito la definitiva messa a punto di una formula strumentale ora più che mai brillantemente basata sulla forma-canzone. Pennellata da accordi di chitarra acustica e trascinata dal languido sax di Porta l’iniziale Eggplant muta lentamente la sua fisionomia da sospesa ipnosi a tenue inquietudine notturna di stampo metropolitano, lasciandosi trafiggere a metà corsa da granulose note di chitarra elettrica ed effetti elettronici. Più nervoso, insistente e viscerale il tema proposto invece da Tragicomedy, con basso e batteria che contrappuntano in modo denso e pneumatico le parti discorsive di sassofono e chitarra elettrica, quest’ultima calamita di ulteriori effetti digitali che amplificano lo stile e il gusto contemporanei del pezzo.
Successivamente giunge Owl, uno dei brani più sorprendenti e affascinanti del lotto, vuoi perché c’è di mezzo un banjo fantasmagorico e cantilenante vuoi perché l’atmosfera si carica di una maniacalità “hard boiled”, ritmicamente grave e cadenzata nonché acidamente deviata dalla tonalità timbrica della chitarra elettrica. Uno di quei pezzi che diresti figlio del Bill Frisell ispiratissimo di “Quartet” o Nashville”, nelle sua logica e struttura gemello del più arioso e altrettanto splendido Wally, dove echi di “americana” cinematica intersecano iridescenti arcobaleni sonori di stampo jazz-pop. Bella anche l’idea fusion-pop che gira intorno alla moderna viscosità “urban jazz” della title track mentre Mirror è una perlacea ballad canterburiana alla Robert Wyatt magistralmente cantata da De Paola, premessa alle articolazioni rock-progressive di Boris. Apparentemente effimera, la vena sperimentale del quartetto è invece ovunque tenace e presente, solo che gioca e lavora a favore della vis melodica, come d’altronde dimostrano Symbiosis, Jow, Sodermalm e la finale reprise strumentale di Mirror, composizioni tra loro climaticamente e stilisticamente differenti eppure portavoci di un ecclettismo ricercato, sempre attento a coinvolgere se non a sorprendere l’ascoltatore. Dunque perché esitare, mettetevi subito in casa “Back Home” e provate anche voi i PoLO, un quartetto con ottima musica intorno.
Voto: 8/10
Genere: Creative Music / Contemporary Jazz / Alternative Pop-Rock
Musicisti:
Paolo Porta – tenor sax, bass clarinet
Valerio De Paola – guitars, electronic, voice on # 5
Andrea Lombardini – bass
Michele Salgarello – drums
Brani:
01. Eggplant
02. Tragicomedy
03. Owl
04. Back Home
05. Mirror
06. Wally
07. Boris
08. Yellow Girl
09. Symbiosis
10. Jow
11. Sodermalm
12. Mirror (Reprise)
Links: