Marcin Wasilewski Trio w / Joakim Milder
Spark Of Life
Ecm, 2400 379 2957
2014
Si può andare a cercare una scintilla di vita cominciando così? Con un’elegia, celestiale, con l’emozione che sale alla gola, una ballata lenta, solo un battito d’ali nel finale, “In loving memory of Austin Rivalta”, lo struggimento dietro ogni nota di pianoforte, ogni strappo – lieve, in realta’, lievissimo – di corde del contrabbasso, ogni delicato crepitio di percussione?
Marcin (Wasilewski), Slawomir (Kurkiewicz) e Michal (Miskiewicz), tre amici, amici di una vita – erano il Simple Acoustic Trio già più di vent’anni fa (!), poi le tante cose insieme al maestro Tomasz Stanko, mirabili, e poi il Marcin Wasilewski Trio, gli album con Ecm – questo é il quarto con Eicher -, un interplay stellare, “canzoni” così belle che vanno subito in playlist; Marcin, Slawomir e Michal decidono di sì.
E non c’é contraddizione, perché di vita, dolcissima, addirittura estasiata, é imbevuta, fino a traboccarne, il brano che il trentanovenne pianista e compositore di Slawno ha voluto dedicare al genio precoce, tragicamente scomparso, di “Capricornus”.
Tant’é vero che poi quando arriva “Spark of life”, alla traccia 3, con un giusto contraccolpo ascoltiamo un brano che, nella sua tessitura così immateriale, misteriosa, risulta uno dei più felicemente irrisolti del cd. Intervallato da una strutturata rapsodia baltica, “Sudovian dance”, risoltissima invece. In entrambi i brani, la “voce” di Joakim Milder, ospite inatteso e avventuroso in questo nuovo capitolo del Trio, dall’approccio al sax tenore nasale e nostalgico, sfrondato.
E’ bello anche l’omaggio a Krysztof Komeda, con un’intensissima “Sleep safe and warm” che stava nella colonna sonora di “Rosemary’s baby” di Roman Polanski (e allora Komeda, Stanko, e magari pure il Novi Quartet, e poi Ursula Dudziak su su fino a questa splendida attuale icona che é il Wasilewski Trio: ma lo vogliamo appuntare un pensiero, così, al volo, sul jazz polacco? Speriamo non suoni criptico: ascoltandolo, da sessant’anni a questa parte incluso questo “Spark Of life”, ogni disquisizione se il jazz europeo sia ormai – o debba comunque tentare di essere – autonomo rispetto ai modelli afroamericani risulta, risulterebbe, oziosa. Insensata).
E “Message in a bottle”? Sì, proprio la canzone di Sting? Non siete curiosi di ascoltarla nel rifacimento di questa allegra banda di musicisti lirici e palpitanti? E’ giusto che lo siate, e infatti é uno dei brani centrali del disco, i passaggi dalla tonalità in minore a quella in maggiore scivolamenti, rincorse. In un refrigerante paesaggio di neve.
Ma i brani di questa raccolta ampia, generosa nella durata, sono tutti significativi, andrebbero descritti uno per uno. Diciamo ancora almeno di “Three reflections”, a livelli altissimi: un pianoforte perlaceo, dal fraseggio aereo, imprendibile, e poi in picchiata, con conseguenti scossoni emotivi, il contrabbasso che si imbatte in un assolo importante, di quelli che danno tonalità a un intero disco, la batteria che discorre, trattiene, crea percorsi.
E attenzione perché, ancora solo in trio, “Spark life” ritorna, all’ultima traccia. Torna quella melodia, quella tessitura. E’ ambrata, quasi desolata. Poi il disco finisce, e si resta a pensare.
Musicisti:
Marcin Wasilewski, piano
Slawomir Kurkiewicz, double bass
Michal Miskiewicz, drums
Joakim Milder, tenor saxophone
Brani:
01. Austin 7:07
02. Sudovian Dance 6:28
03. Spark Of Life 6:33
04. Do rycerzy, do szlachty, do mieszczan 4:37
05. Message In A Bottle 7:36
06. Sleep Safe And Warm 6:55
07. Three Reflections 8:33
08. Still 6:44
09. Actual Proof 6:05
10. Largo 8:05
11. Spark Of Life (var.) 5:01
Link:
Marcin Wasilewski Trio