UMBRIA JAZZ 2024 | Una frenetica settimana di jazz!

A Umbria Jazz ha inizio una nuova settimana di musica con un concerto, lunedì 15 luglio, all’ombra delle fronde dei Giardini Carducci, piacevolmente cullati dalle note country dei bolognesi Lovesick: Paolo Roberto Pianesi alla voce, chitarra e lap steel, Francesca Alinovi al contrabbasso ed al brush pad ed Alessandro Cosentino al violino ci introducono alle atmosfere musicali americane degli anni ’40 e ’50.

La loro coinvolgente performance è imperniata sui temi del divertimento, dell’amore e del tradimento, elementi ispiratori e tipici della musica country.

Alle 15.30 in Sala Podiani andiamo a prenderci l’“Abrazo” dei francesi Vincent Peirani, fisarmonicista ed Émile Parisien, sassofonista: fascino ed eleganza, intimismo e passione trasudano da ogni nota di questo prezioso concerto: tra i brani, The Crave e Memento.

Alle 18 ci imbattiamo nella marciante dei colorati Funk Off, che, con grande affluenza e partecipazione di pubblico, eseguono sul Corso Vannucci il loro brano dedicato al festival, Waking up at Umbria Jazz.

Alle ore 21.00 all’Arena Santa Giuliana vanno in scena quattro ‘pezzi da novanta’ del jazz mondiale: il sassofonista Chris Potter, il pianista Brad Mehldau, il contrabbassista John Patitucci ed il batterista Jonathan Blake. L’ unione dei rispettivi talenti è strepitosa: i quattro mescolano in maniera sapiente le loro molteplici ed eccellenti esperienze professionali, ottenendo una sintesi musicale vicina alla perfezione.

Lovesick_umbria jazz
Lovesick

Apertura con Dream Of Home, poi, tra gli altri, Aria For Anna, dedicata alla figlia di Potter. E continuano con gli omaggi: From The Sky di Hendrix, Nana di Evans, Teen Town di Pastorious fino all’acclamatissimo bis The Chicken.

Cambio palco per “Remembered”, un raffinato tributo all’arte di Gil Evans realizzato dal tastierista Pete Levin, che ha riunito in un’orchestra i principali musicisti che suonarono con Evans durante il decennio ’70 – ’80.

L’ idea gli venne in occasione di uno spettacolo – tributo che realizzarono in un club newyorkese poco prima dello scoppio della pandemia; portare questo progetto in tour è stato il naturale prosieguo del lavoro da lui svolto; finalmente adesso, dopo lo stop per cause di forza maggiore, ciò è diventato una bellissima realtà, capace di suscitare emozioni anche negli spettatori che non c’erano ai tempi di Evans. Gli applausi e l’entusiasmo dei presenti lo confermano.

Seguendo le note della musica nell’aria, ci rechiamo nei Giardini Carducci per ascoltare la graffiante ed ammiccante voce di Thornetta Davis, la regina del blues della città di Detroit. Il grande entusiasmo di una platea che balla davanti al palco al ritmo di musica, nonostante l’ora tarda, avvalora il talento e l’empatia di questa cantante, pluri-premiata  dal Detroit Music Awards.

 

Martedì 16 luglio scegliamo di ascoltare “Weave4”, il progetto di Francesco Bigoni al sax e clarinetto, Francesco Diodati alla chitarra, Benoit Delbecq al pianoforte e Steve Argüelles alla chitarra: un concerto fluido e ad alto tasso improvvisativo per un bel connubio italo-francese, del quale volutamente non vengono presentati i titoli dei brani. Veniamo infatti simpaticamente invitati ad incontrare i musicisti al termine del concerto ed a dar loro dei soldi: avremo così in cambio dei CD e conosceremo i titoli dei brani eseguiti. Una strategia di marketing davvero ingegnosa, non c’è che dire!

Ad ora di pranzo, cerchiamo un po’ di ombra e troviamo le belle note di chitarra e contrabbasso dall’inconfondibile sound gitano manouche degli Accordi Disaccordi ai Giardini Carducci: li incontreremo nuovamente e piacevolmente anche più tardi, in occasione dell’aperitivo delle 18.30 organizzato al Priori Secret Garden.

Alle 17.00 al Teatro Morlacchi appuntamento con “Something Else!”, spettacolare progetto musicale soul jazz del sassofonista alto Vincent Herring con Wayne Escoffery al sax tenore, Jeremy Pelt alla tromba, Paul Bollenback alla chitarra, Dave Kiloski al piano, Essiet Essiet al contrabbasso e Joris Dudli, sostituto del purtroppo assente Nash, alla batteria.

Smisurata competenza musicale e tanto cuore sono gli ingredienti di questo splendido concerto che presenta in chiave moderna un repertorio di brani classici dei grandi maestri anni 50 – 60: tra le altre, Caribbean Fire Dance di Henderson, It Doesn’t Matter, Naima di Coltrane fino all’acclamatissimo bis, Hard Times di Ray Charles.

Un imperdibile doppio concerto di scena stasera all’ Arena Santa Giuliana: direttamente da Chicago, ecco la cantante Lizz Wright che conquista la platea non soltanto con la sua soave e versatile vocalità, ma anche con il suo modo elegante e convincente di tenere la scena.

Band leader ed autrice dei brani che esegue, ha recentemente fondato una propria etichetta discografica, la Blues & Greens Records per non dover sottostare ai condizionamenti artistici delle major e sentirsi libera di esprimersi artisticamente.

Alterna racconti ai brani che esegue, tra i quali ricordiamo Sparrow, un messaggio positivo che ci ricorda che la musica, l’amore, la speranza ed il senso di vicinanza tra di noi sono elementi sempre presenti per darci forza nei momenti difficili.

Sul finale, canta e suona il pianoforte in Who Knows Where The Time Goes?

Cambio palco per la versatile e geniale pianista giapponese Hiromi, che ci presenta il suo “Sonicwonder”: progetto di funky duro, nato nel 2016, che miscela sapientemente rock, jazz e funky, resi con sonorità elettroniche ed acustiche molto originali ed innovative.

Hiromi apre con Utopia ed introduce alcuni brani e presenta i musicisti, parlando un po’ in italiano ed un po’ in inglese: con una mano sulla tastiera del piano ed una su una tastiera elettronica, suona spesso in piedi, quasi a rappresentare lei stessa il ‘tramite’, letteralmente saltellando tra l’acustica e l’elettronica.

Chiude il concerto con un piano solo, Place To Be, dedicato alla memoria di Ahmad Jamal, del quale aprì il concerto durante la 10 edizione di Umbria Jazz Winter ad Orvieto nel 2002: emozionata, spiega di essere a lui molto grata per questa fortunata iniziazione alla frequentazione di questi luoghi dell’Umbria, che lei ama molto.

 

Mercoledì 17 luglio la Sala Podiani ci presenta “My Louis”, il riuscito progetto dedicato a Louis Armstrong dal trombettista Mirco Rubegni, accompagnato dal chitarrista Gabrio Baldacci, da Glauco Benedetti al basso tuba, dal batterista Federico Scettri e dal percussionista Simone Padovani.

Rubegni, già membro dei Funk Off e della Cosmic Reinassance di Gianluca Petrella, apre con Russian Lullaby e delinea il profilo di Armstrong permeandolo con nuove ed innovative immissioni elettroniche di ispirazione funky, non trascurando l’opportuno inserimento di elementi del jazz delle origini, come le sonorità del basso tuba. Meritatissimi applausi sottolineano l’apprezzamento della platea sul brano di chiusura, Black & Blues.

Nel primo pomeriggio torniamo alla Sala Podiani per ascoltare il pianista, arrangiatore e compositore Roberto Ciammarughi.

Si presenta condividendo con il pubblico i tre elementi che caratterizzano il suo percorso artistico e musicale: le invenzioni, che caratterizzano la fase creativa; i pensieri che ci sono dietro alla musica che si suona e, infine, le canzoni, ossia i pensieri che prendono una forma musicale.

Il suo pianismo è un insieme di improvvisazione e di lettura di parti scritte, chiaramente permeato dalle molteplici e variegate esperienze musicali fatte nella sua carriera non soltanto nel contesto jazzistico, ma anche nell’ambito delle colonne sonore di film, spettacoli televisivi e teatrali.

Una applauditissima performance per celebrare, caso vuole, l’esatto quarantennale dalla sua prima esibizione ad Umbria Jazz.

Fabrizio Bosso About Ten_umbria jazz
La formazione About Ten sul palco di Umbria Jazz 2024

Alle 17.00 al Teatro Morlacchi ci attende About Ten, il nuovo ensemble musicale dell’eccelso trombettista torinese Fabrizio Bosso. Accompagnato non soltanto dai fantastici membri del suo quartetto, Julian Oliver Mazzariello al piano, Jacopo Ferrazza al contrabbasso e Nicola Angelucci alla batteria, Bosso si avvale in questa occasione di un giovane sestetto di fiati e della direzione artistica del Maestro Paolo Silvestri.

La prima sua collaborazione con il Maestro Silvestri risale al 2007, quando uscì l’album “You’ve changed” ed è stata consolidata nel tempo da altri apprezzatissimi progetti, come “Duke” e “The Champ”, rispettivamente dedicati ad Ellington ed a Gillespie.

La scaletta del concerto attinge da queste due precedenti esperienze, alternando brani di Ellington come Caravan ad altri di Gillespie come A Night In Tunisia e Manteca, al quale Bosso dedica anche un brano originale di sua composizione, Dizzy’s Blues.

Fragorosi e meritati applausi per questo grande musicista: Bosso, generosissimo, non manca di esaltare le qualità dei componenti del suo quartetto – suoi amici oltre che ideali compagni di palco – perché gli consentono di ‘tirare fuori il suono che ha pensato‘; dà inoltre tanto spazio e visibilità ai giovani – bravissimi – che compongono il sestetto dei fiati.

L’ appuntamento musicale serale delle 21.30 è nuovamente al Morlacchi: il pianista Alessandro Lanzoni con il suo trio, composto da Matteo Bortone al contrabbasso ed Enrico Morello alla batteria, ospita, per l’occasione, il sassofonista siciliano Francesco Cafiso. Lanzoni e Cafiso, entrambi insigniti di prestigiosi premi come il Massimo Urbani ed il Top Jazz, sono stati due enfant prodige del jazz italiano.

Concerto fluido e molto accattivante, durante il quale si alternano brani originali di Lanzoni, come Mad Bog, Duke Cloud’s e Chewing Game ad altri di Bortone, come Salon Malaga.

In questa occasione, Lanzoni viene insignito del Premio di Ambasciatore dell’Umbria nel Mondo, conferitogli dalla Fondazione Perugia.

La serata si conclude al Secret Bistrot, dove apprezziamo la Resident Band del festival, ossia il gruppo formato dai sassofonisti Piero Odorici e Daniele Scannapieco, Paolo Birro al piano, Aldo Zunino al contrabbasso ed Anthony Pinciotti alla batteria. Al termine della loro applaudita esibizione, il quintetto dá vita ad una nutrita jam session, che vede protagonisti anche i ragazzi che partecipano ai corsi di specializzazione della Berklee College of Music che si stanno tenendo in questi giorni qui a Perugia.

 

Giovedì 18 luglio si apre al Palazzo dei Priori nell’ affrescata Sala dei Notari con il Blindfold test. In collaborazione con Downbeat, Ashley Kahn sottopone all’attenzione di Fabrizio Bosso alcuni brani famosi, eseguiti da altrettanti noti trombettisti, invitandolo ad indovinare i nomi degli esecutori e dei brani. Bosso, simpaticamente, prende parte al gioco ed individua ben cinque di loro correttamente: Clifford Brown, Paolo Fresu, Lester Bowie, Randy Brecker e Christian Scott. Bravo!!!

Alle 15.30 alla Sala Podiani ci attendono Eddie & The Kids, alias Edoardo Ferri alla chitarra elettrica, Enzo Pietropaoli al basso e Fabrizio Sferra alla batteria. Un concerto “inaspettato” di questa garage band aperta ad ogni genere musicale, dal jazz tradizionale ai più noti brani del rock. Si spazia da I Concentrate On You di Cole Porter ad After The Gold Rush di Neil Young, per chiudere con Hallelujah di Hamidon, bis dedicato alla memoria di Riccardo Stefanini, anima libera e storico collaboratore di Umbria Jazz purtroppo scomparso lo scorso marzo.

Una corsa al Teatro Morlacchi e ci immergiamo nelle suggestioni musicali dello splendido Trio del pianista Christian Sands. Con lui sul palco il contrabbassista Yasushi Nakamura ed il batterista Ryan Sands. Un concerto che viaggia dalle origini del jazz alle tentazioni di una modernità sperimentale, mentre si susseguono i brani: In Your Own Sweet Way, MMC, Strange Meadow Lark e Crash, dedicata alle onde del mare, che si infrangono sulla battigia e vengono paragonate a noi spettatori, che oggi ci siamo imbattuti nella loro musica. Chiusura, accompagnata

dall’ovazione dei presenti, con Can’t Find My Way Home di Steve Winwood.

Ci precipitiamo all’Arena Santa Giuliana dove al Lancia stage ascoltiamo lo Young Lions Quartet di Nico Gori che ha due graditissimi e talentuosi ospiti: Dario Cecchini, già leader dei Funk Off al sax baritono e Marco Morgera alla tromba. Ci intrattengono piacevolmente con alcuni classici del jazz come The Shadow Of Your Smile, Tea For Two e Look To The Sky, alternandoli a brani originali, come Ego, dello stesso Gori.

In tarda serata ci fermiamo ai Giardini Carducci, dove tiriamo tardi con il contagioso Funk dei Sammy Miller & The Congregation e la divertente performance di classici swing ballabili di Ray Gelato & The Giants.