In occasione dell’uscita del nuovo singolo ‘Palomar’, abbiamo avuto il piacere di intervistare i Four Seasons Quintet. Il brano è una fusione tra swing e pop contemporaneo e racconta di un incontro casuale e straordinario con il re dello swing, Benny Goodman. Da lì, come per ‘magia’, il quintetto si ritrova trasportato alla notte del 21 agosto 1935. Si narra che, proprio al Palomar Ballroom, lo storico locale situato a Los Angeles, Benny Goodman e la sua orchestra diedero vita all’era dello swing.
Benvenuti, Four Seasons Quintet! È un piacere avere l’opportunità di parlare con voi riguardo al vostro nuovo singolo “Palomar”. Potete raccontarci come è nata l’idea per questo brano?
L’idea è nata sfogliando un libro sulla storia del jazz dedicato proprio alla swing era ed ai grandi maestri. In una pagina era riportato come nell’agosto 1935 Benny Goodman con la sua orchestra conobbe il successo al Palomar, una famosa sala da ballo di Los Angeles tra la terza e la Vermont Avenue, in cui il re dello Swing decise di suonare gli arrangiamenti di Fletcher Henderson, un musicista afro-americano di Atlanta, che durante una registrazione alla NBC del 1934 gli aveva consigliato di usare dei suoni più “hot”, dei suoni più “swing”. Grazie a questo suono nuovo ed al ritmo “dondolante”, la platea esplode e la pista si riempie. E’ stato facile far partire l’immaginazione pensando a quella sera e da lì a poco è nata una nuova melodia ed il testo non poteva che riportare “Che atmosfera al Palomar stasera”.
È interessante come abbiate deciso di unire swing e pop contemporaneo in questo pezzo. Come avete gestito questa contaminazione di generi?
In realtà non è il primo brano in cui seguiamo questa linea. Tutti i nostri brani originali riportano l’unione tra innovazione e tradizione dove i suoni classici del pianoforte e della tromba si uniscono alle ritmiche e sonorità più moderne del pop il tutto viene poi legato dalla voce di Daniela che ha caratteristiche timbriche più attuali ma ogni volta che sale su un palco riesce a rievocare lo stile e le movenze delle grandi dive del passato.
Nel vostro videoclip di “Palomar”, l’atmosfera dei night club americani degli anni ’30 è molto presente. Come avete lavorato per ricreare questa ambientazione?
Intanto trovare una location adatta al tema e quale se non le sale del Sina Brufani, l’Hotel più storico della nostra città e poi sicuramente è stato importante la ricerca ed il lavoro svolto dal regista “Emanuele Vignaroli” e dalla stilista “Valentina Rosati” con i quali collaboriamo da tempo che hanno saputo ricreare un’ambientazione con tanto di luci, abiti ed atmosfera in stile. Il tutto corredato dall’energia che i ballerini hanno saputo trasmettere ad ogni nota.
Il testo della canzone parla di un incontro casuale e straordinario con Benny Goodman. Come avete sviluppato questa storia?
Esattamente. Quell’incontro per le strade della città…ha trasportato come per magia il quintetto al Palomar Ballroom in quella famosa notte del 21 Agosto 1935. L’assenza di Peggy Lee ha praticamente catapultato Daniela sul palco e di conseguenza tutti i musicisti che con il consenso di Benny hanno iniziato a suonare ed i ballerini si sono scatenati in pista. E’ inevitabile che il piede va da se….come cita la canzone!
La vostra musica trasmette un’energia contagiosa. Qual è il messaggio che sperate di trasmettere con “Palomar”?
I primi ad essere mossi da questa energia siamo noi; in fase creativa questa energia ci aiuta a non fermarci fino a che il lavoro non è ultimato. Ci piace pensare che in questo momento difficile per tutto ciò che sta accadendo nel mondo come un po’ accadde in America con i grandi dello swing a seguito del proibizionismo e della crisi economica, l’energia e la frizzantezza dello swing porti un messaggio di positività e gioia di vivere.