INTERVISTA: Alla scoperta dei Malvasia

I Malvasia sono un gruppo Alternative Rock formatosi a Milano nel 2022. Il gruppo è composto da Mario Palmisano (chitarra e voce), Marco Miccoli (chitarra), Matteo Marchetti (basso e cori), Francesco Papale (batteria) e Salvatore Gravina (chitarra, cori e tastiera). Il progetto unisce testi schietti e ritornelli ossessivi, ai riff dal forte impatto ritmico e sonorità distorte, ottenendo così un mix musicale che spazia dall’alternative rock al pop, dal punk rock al cantautorato.

Lo scorso 15 dicembre è uscito su tutte le piattaforme “Fumo negli occhi”, il primo singolo del loro progetto musicale. Abbiamo colto l’occasione per fare una chiacchierata con loro:

Qual è stato il momento in cui avete capito che era ora di dar vita al vostro progetto musicale?

I Malvasia nascono come una sfida tra Mario e Marco; una di quelle fantasie condivise ad alta voce tra anime affini, incoraggiate da qualche birretta in una calda serata estiva.

Il progetto inizia ufficialmente nel 2022, ma in realtà era nelle nostre teste da diversi anni: è l’evoluzione naturale delle nostre identità. Avevamo bisogno di dividerci, dopo anni di musica ed esperienze condivise; restare da soli, provare esperienze diverse e confrontarci con realtà sconosciute. Il progetto Malvasia ha preso il suo corso naturalmente e con una velocità inaspettata: dopo alcuni mesi di lavoro a distanza, abbiamo sentito la necessità di dare forma e sostanza a tutte quelle idee e a tutti quei pensieri. Non avevamo più nulla da perdere. O dentro o fuori.

Come sentite di essere evoluti dagli inizi a oggi?

Come gruppo, nel tempo sono cambiate sicuramente consapevolezza e intenzioni. Abbiamo iniziato con la voglia di provare ad incastrarci, ciascuno con il proprio bagaglio di vissuti e la necessità ingombrante di sgomitare per trovare il proprio posto e la certezza di essere ascoltati. Adesso sappiamo che, insieme, siamo davvero in grado di fare qualcosa che ci faccia stare bene, che ci faccia sentire sereni. Tutto quello che stiamo vivendo è una parte di quella bellezza che pensavamo di non essere più in grado di sentire.

A livello musicale, invece, è sicuramente cambiato il nostro approccio. Abbiamo influenze diverse e 5 differenti modalità di intendere la scrittura musicale. Unire il tutto nel migliore dei modi è un esercizio difficile, anche perché il genere che ne risulta è molto diverso da quello a cui ciascuno di noi è abituato a suonare … ma ci stiamo prendendo gusto.

Siamo ancora agli inizi e, anche se il riscontro da parte del pubblico è davvero incoraggiante, sappiamo di dover crescere per poterci confrontare con un pubblico maggiore e più esigente.

Perché avete scelto proprio “Fumo negli occhi” come singolo di debutto?
Potremmo dare delle bellissime risposte a questa domanda, ma la verità è che non abbiamo avuto altra scelta. Stavamo lavorando ad altri nostri brani, ed eravamo orientati su scelte completamente diverse. “Fumo negli occhi” si è fatto strada da solo, conquistando il produttore e altri addetti ai lavori. Ci sembrava un pezzo troppo acerbo, incompleto e distante dal resto del repertorio, ma ha conquistato davvero tutti… e alla fine ha convinto anche noi!

Che musica state ascoltando in questo periodo?
A questa domanda rispondiamo individualmente perché è letteralmente impossibile fare una sintesi.
Salvatore: ultimamente sto ascoltando molto jazz, in particolar modo Bill Evans e Django Reinhardt. Oltre ciò, mi capita di ascoltare a ripetizione De Andrè e i The Strokes. La costante universale nelle mie cuffiette resterà, però, sempre Beethoven.
Matteo: un po’ di tutto. Attualmente in rotazione ho gli ultimi di Mitski e dei Periphery, mentre per quanto riguarda la quota italiana Liquami e Daniela Pes sono sicuramente gli artisti rivelazioni dell’anno appena passato che sto ascoltando con più frequenza.
Francesco: Ultimamente sto bazzicando molto per l’elettronica sperimentale, per cui ho covato sempre un amore. Parlo di artisti come Flume, Iglooghost, che sono tra i miei preferiti.
Mario: in questo periodo Battiato e Caparezza sono un balsamo per anima e orecchie, gli Elephant Brain mi stanno regalando giuste dosi di rabbia e i The Fratellis… non lo so ma Costello Music è uno dei miei album preferiti.
Marco: Ultimamente ho strani gusti. Passo dal metal più estremo al pop più sdolcinato.

C’è un artista con cui vorreste condividere il palco?
Anche per questa domanda sarebbe più facile rispondere separatamente, ma proveremo a fare una sintesi.
Francesco non ha dubbi: “chiaramente i Verdena!”. Matteo ascolta generi totalmente diversi tra loro, ma crede sia importante confrontarsi con artisti affini al nostro sound, quindi sicuramente i Ministri, The Zen Circus e i Fast Animals and Slow Kids. I primi due assieme ai Voina, sono un pezzo fondamentale del vissuto di Marco e costituiscono uno dei motivi principali per cui ha ricominciato a fare musica. Salvatore ha un debole per Fulminacci, ma sogna i palchi internazionali e un’apertura a Mac Demarco.