Smokin’ Axl – Il nuovo singolo “Sfumeggiante” in questa intervista tra news e curiosità

Fuori il singolo “Sfumeggiante” dell’eclettico Smokin’ Axl sui principali stores digitali e nelle radio in promozione nazionale. “Sfumeggiante” è un brano di critica ed esaltazione. Nel ritornello l’artista esprime meravigliato come non avrebbe mai pensato di riuscire a raggiungere certi risultati (come il riuscire a pubblicare un proprio album) che per lui sono molto importanti.  Ciò non vuol dire che si accontenterà e punterà a traguardi più lontani possibili con il suo modo di essere “Sfumeggiante” (“Smokin’” è una citazione a The Mask, nonché il nome dell’artista). La canzone parla di come sia difficile per un artista con dei testi seri e complessi, emergere in questo mondo, soprattutto se si punta su tecnica, testi rudi e un’ironia pungente. Forse è meglio andare al Festival di Sanremo e fare scalpore (qui anche una critica verso le istituzioni musicali di oggi), tanto chi ascolta non capisce di questo genere. Le ragazze vogliono il pezzo strappalacrime, i ragazzi i testi vuoti e pieni di luoghi comuni. L’artista però è nato con degli ideali, quindi deve sudare per raggiungere i suoi obbiettivi. Scopriamo news e curiosità in questa intervista!

Ciao Alex, presentati ai nostri lettori.

Ciao, io sono Smokin’ Axl. Sono nato a Mantova nel 1995, e fin da piccolo sono stato sempre attratto dal mondo della musica. Quando ero piccolo, ricordo, durante i viaggi in macchina con i miei genitori, o sulla radio o sui CD, mio papà metteva sempre della musica. A mia mamma piaceva Michael Jackson, avevamo i CD di Bad e di Thriller, e per un periodo divenne il mio cantante preferito. Poi, ricordo, all’epoca c’erano programmi come MTv, Top of the Pops e il FestivalBar, dove c’era sempre musica nuova da ascoltare. Non c’erano i social, non c’era YouTube, non c’erano gli smartphone. Internet lo avevi sul computer: se per caso lo aprivi dal telefono, sempre che ne fosse provvisto, spendevi in cinque minuti quanto un abbonamento mensile a Netflix oggi, e non era detto nemmeno che ti si caricasse la pagina. Mi sono avvicinato al genere grazie a due artisti che ho scoperto totalmente a caso: un pomeriggio, su Top of the Pops, passò questa canzone strana, di questo uomo strano, con i capelli ricci e folti sparati in aria, i basettoni, i baffi e la barba. Lui era Caparezza e il pezzo era “Fuori dal Tunnel”. Ero piccolo per capirne il significato, avevo tipo 8 anni, ma mi piacque da morire. Il secondo artista lo scoprii qualche anno dopo, quando i miei genitori mi presero il mio primo cellulare. Era un vecchio telefono usato, a conchiglia, perciò vi erano già giochi installati e suonerie, e una di queste fu il ritornello di un pezzo di un artista che sembrava giovane, anche lui strano. Non sapevo chi fosse, ma me lo immaginavo biondo e con gli occhi azzurri. Sapevo solo che quella suoneria si intitolava “The Real Slim Shady”. Nel frattempo, sempre grazie a genitori e parenti, conobbi altri artisti di quel genere, tra cui Piotta, i Beastie Boys, Jovanotti e Frankie Hi-Nrg. Con l’avvento di YouTube, giovane a quegli anni, potei ascoltare qualcosa in più di quegli artisti. Eminem e Caparezza li ascoltavo sempre, avevano quel qualcosa di diverso, a volte di buffo, ma con un significato profondo. Anche se non abbandonai Mjj. Erano due stili diversi, due musiche diverse, e mi piacevano entrambe. Quando i miei genitori mi regalarono un Mp3, lo riempii con le loro canzoni, e da lì, sognavo un giorno di poter fare anche io musica, di poter avere qualcosa di mio da dire.

Perché il titolo “Sfumeggiante”? Cosa si nasconde dietro la canzone?

“Sfumeggiante” è la traduzione italiana di “Smokin’”, una celebre battuta del film The Mask, con Jim Carrey. Sono molto attratto da quel personaggio, esalta quella parte interna di noi che non riusciamo ad esternare. E’ comico, è folle, è libero, e può far ciò che vuole, senza freni e senza troppi complimenti. La canzone è una critica alla musica di oggi, che non apprezzo molto. Testi stereotipati, stili stereotipati, personaggi stereotipati, brani praticamente vuoti. Oggi per essere qualcuno in questo campo non devi essere te stesso, devi essere ciò che vogliono gli altri. Devi dire ciò che vogliono gli altri, apparire come vogliono gli altri, ostentare ciò che vogliono gli altri. Devi essere il riflesso di ciò che gli altri vogliono che tu sia, per potersi immaginare come loro vorrebbero che tu li faccia immaginare, o per poter immaginare di avere ciò che tu sei o possiedi, solo perché loro vogliono così. In pratica, porti una maschera. E quindi, se per uscirne bisogna potare una maschera, non voglio omologarmi. Posso essere di più. Posso essere me stesso. Amo l’ironia, il sarcasmo, la pazzia, la libertà. Chi meglio di The Mask? Quindi, Sfumeggiante. Questo è Smokin’.

Hanno un filo conduttore i brani che hai pubblicato negli anni?

Posso dire che negli anni, l’unico filo conduttore è stata la mia crescita personale. I brani di anni fa erano più grezzi, più acerbi, concepiti da un ragazzo immaturo, ancora in cerca di una propria identità. Non dico di averla trovata, ci sto lavorando. Ma sono sulla buona strada. Ogni brano racconta di me, di un momento. Un’emozione, un pensiero, un racconto, un’esperienza. La cosa che li accomuna è la voglia di dire qualcosa, o di far capire qualcosa. La vita non ha effettivamente un filo conduttore: oggi sei arrabbiato, domani sei triste, dopodomani sei apatico. Oggi non succede nulla, domani succede tutto, e poi ancora nulla. Perciò, si può dire che ogni brano ha vita propria, anche se spesso li unisco di Album o Mixtape, che possono generalmente riferirsi a un periodo, un periodo pieno di eventi, pieno di canzoni.

Un sound che trasuda originalità e personalità, ma anche con molti riferimenti ai grandi del passato, old school, quando la musica rappresentava ancora l’apice dell’espressione umana evolvendo e condizionando l’intera società. Quali i tuoi riferimenti artistici che hanno aiutato la tua ispirazione nella tua musica?

Come già detto prima, i miei riferimenti sono da ricercare negli anni della mia gioventù. Tra gli artisti che più mi hanno ispirato e tutt’ora mi ispirano si trovano Eminem e Caparezza. Negli anni poi mi sono ispirato a vari artisti, a seconda di ciò che ascoltavo, di ciò che mi piaceva, o delle novità che ritenevo valide per me. Sono legato alla musica Old School, fan dei Sangue Misto, dei Colle der Fomento e dei Cor Veleno, oltre che degli MC’s Al Cubo. Nei tempi scolastici sono cresciuto con i Club Dogo, Dargen D’Amico, i Two Fingerz, Marracash, Fabri Fibra, Mezzosangue, Frankie Hi-Nrg. Poi negli anni mi sono avvicinato, e limitato, ai primi progetti di Gemitaiz e MadMan (non mi piace molto lo stile che hanno sviluppato negli ultimi anni). Infine, ora, mi sono avvicinato ad artisti come Mattak, Rancore e Murubutu. Tra gli altri, ricordo anche Babaman, che mi ha accompagnato in varie parti della mia vita. Fuori dall’Italia, posso citare i Beastie Boys, i classici B.I.G. e 2Pac, Tech N9ne, Busta Rhymes.

Quali sono i tuoi obiettivi da voler raggiungere? Cosa ti aspetti da questo tuo nuovo percorso artistico e discografico?

Non nutro enormi obbiettivi. Potrei dire che il sogno è poter arrivare ad essere considerato il migliore, poter riempire gli stadi e cantare davanti a milioni di persone, ma il mio obbiettivo primario è poter avere un pubblico davanti cui cantare e a cui poter far arrivare ciò che ho da esprimere. In un mio vecchissimo pezzo dissi “Vorrei suonare venti volte al mese, in pratica ogni sera: vivo per due strofe, è quello che vorrei per la vita intera”.

Artisticamente parlando, nonostante la tua giovane età, rifaresti tutto oppure hai dei rimpianti?

Rifarei tutto, ma ci sono comunque dei rimpianti. Vorrei aver preso le cose più seriamente molto tempo fa. Ho fatto un periodo in cui mi sono allontanato dalla musica, non per niente ci sono 4 anni di vuoto nella mia discografia. Tutto sommato, non è mai tardi, e se tanto mi dà tanto, sono soddisfatto di chi sono e di dove sono arrivato.

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“Sono sempre io, non sempre chi vorrei ma non puoi cambiarti dentro, cambia il destino che ti crei, cambia il modo in cui ti vedi ma non rimuovi croste e nei: ognuno è speciale e diverso, si orgoglioso di chi sei!” Questi erano dei versi di un mio vecchio pezzo del 2016, che comunque ritengo attualissimi: sii te stesso, e siine orgoglioso. Puoi essere ciò che vuoi finché rimani te stesso. Io forse realizzerò il mio sogno, o forse no, ma poco importa: mi importa che questo mi rende felice, mi importa che questo mi rende me stesso, e per me questa è già una vittoria.