Ho avuto il piacere di avere il libro fra le mani, in bozze, un anno fa : ho subito realizzato che Michele Ferrara che , in collettivo con un gruppo di amici orsaresi ha ideato e poi realizzato Orsara Jazz negli anni ’90, aveva visto giusto : ci voleva un bilancio, un ricordo, una raccolta di voci protagoniste. Cosa ben realizzata dall’assemblaggio delle interviste di Sergio Pasquandrea, che da anni scrive di jazz in tutte le forme, dai racconti ai saggi. Ne viene fuori un insieme che rivela le varie fasi del festival, dal momento pionieristico ai progetti “pirotecnici”.
Non a caso questo volume è edito da Pietre Vive nella collana Quaderni di storia : infatti oltre a essere inseribile nelle sfaccettate e diverse realtà del fertile mondo del jazz pugliese, Orsara Jazz ha fatto la storia di Orsara, creando un tessuto comune tra “chi è restato” e assisteva al centro dell’estate alla pacifica invasione di gente varia, e “chi se n’ era andato” ma tornava appena possibile, per fare suoni e ricreare connessioni.
Permettetemi un ricordo da testimone : sono stati anni esaltanti. Giravi per i cortili e ci trovavi musicisti in assoli pomeridiani. Sul palco battaglie sonore. La sera qualcuno con l’organetto faceva ballare anche gli anziani . Pittori pennellavano i suoni. Le bande dei paesi si univano ai jazzisti. E tanto altro …