JOHN ZORN
On Leaves Of Grass
Tzadik Records
2014
“On Leaves Of Grass” prende, giustamente, titolo e impulso da “Foglie d’erba”, la senzazionale raccolta di versi che l’anticonformista Walt Whitman pubblicò in varie edizioni a partire dal 1855. Qui trova posto la famosa ode O Captain! My Captain!, aggiunta nel 1865 per commemorare la morte di Abraham Lincoln, ma anche e soprattutto il poemetto di 52 stanze intitolato Song Of Myself, in cui l’estasi mistica e il processo di ricerca e percezione del divino definirono l’estetica di colui che all’unanimità è considerato il padre del verso libero e di lunghezza variabile, nonché il poeta americano che per primo cantò gli ideali della libertà e preconizzò quelli del “grande sogno americano”.
Dal duplice punto di vista espressivo e musicale, l’album si rivela estremamente accessibile e trascende il linguaggio jazzistico in una concezione avant pop che fa leva su motivi cantabili e ritmicamente fluidi, seppur spesso un po’ troppo reiterati e ripetivivi. Ciò non toglie che dietro tale apparente semplicità e godibilità si celi, in realtà, un meticoloso e articolato lavoro sulle strutture e configurazione dei blocchi sonori. Qua e là sono rinvenibili le peculiarità e le modalità della scrittura zorniana, declinate secondo gli stili e le atmosfere che sono divenuti il marchio di fabbrica del suo corposo e variegato “songbook”. Così in Alcyon Days risuonano nitide e ammalianti le arabeggianti scale “chamber klezmer” del repertorio Masada, mentre Whispers Of Heavenly Death, Sea Drift, Song At Sunset e Song Of The Open Road sprigionano attraverso contemporanei piani sequenza la cinematica motilità immaginifica sperimentata con successo in molti Filmworks.
Nell’ultima parte dell’opera, al contrario, sono più netti ed evidenti certi prototipi sperimentali coagulati con efficacia nel tessuto motivico della melodia. È il caso delle improvvise atonalità di stampo quasi dodecafonico che si alternano allo scorrevole tessuto minimal jazz di The Body Electric, mentre nel successivo Mystic Cipher gli effetti elettronici disseminati e manipolati in tale singola circostanza da Ikue Mori catapultano il mood anteriormente solare e rassicurante del disco in un fosco e contorto carosello “dark ambient” di timbri e accenti elettroacustici.
La conclusiva America è invece una brillante suite di “file cards” e “game pieces ” zorniani che per quattrordici minuti dispiega il fenomenale bagaglio tecnico dei quattro musicisti in un avvincente e composito discorso sonoro di swing (elaborato secondo tempi di varia andatura), improvvisazione, cartoon music, cluster, musica parasinfonica e brevi intermezzi d’isterica cacofonia. Certo, nulla che già non sapessimo o non avessimo mai ascoltato da parte di Zorn, ma in una linea di confronto con i precedenti resta inconfutabile il fatto che “On Leaves Of Grass” sia il lavoro più estroso e fantasioso finora ideato dal musicista e maître à penser newyorkese per questo suo bel progetto.
Voto: 7,5/10
Genere: Creative Music / Avantgarde / Contemporary Jazz
Musicisti:
John Zorn – conductor, composer
John Medeski – piano
Kenny Wollesen – vibes
Trevor Dunn – double bass
Joey Baron – drums
Ikue Mori – electronics in “Mystic Cypher”
Brani:
01. Whispers Of Heavenly Death
02. Song At Sunset
03. Halcyon Days
04. Portals
05. Sea Drift
06. Song Of The Open Road
07. The Body Electric
08. Mystic Cyphers
09. America
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