JULIAN LAGE | Squint

JULIAN LAGE
Squint
Blue Note Records
2021

Se l’anno scorso aveva fatto centro con Bill Frisell, ora la Blue Note potrebbe ripetere il colpaccio grazie ad un altro chitarrista. Sto ovviamente parlando di Julian Lage, fresco acquisto di scuderia che con il nuovissimo “Squint” sembra già aver fatto incetta di elogi e ipotecato il podio dei “best seller” dell’anno, con sicuri premi e riconoscimenti annessi e connessi.

 

Insomma, sembra che nell’ultimo paio d’anni la formula chitarra-basso-batteria vada per la maggiore anche in campo jazz e dintorni, mettendo nel novero il superbo Dave Holland di “Another Land” nonché il recentissimo trio di William Parker, artefice del notevole “Mayan Space Station” di cui vi darò presto conto su queste stesse pagine.

Tornando a “Squint” mi vien subito da dire che qui si possono realmente apprezzare a tutto tondo la stoffa e le capacità di scrittura del giovane talento californiano. Il salto di qualità rispetto al precedente “Love Hurts” del 2019 (anno in cui il chitarrista è stato persino avvistato e ascoltato su Tzadik, al fianco del collega Gyan Riley, per interpretare dieci spartiti del terzo Masada Book zorniano) pare piuttosto evidente, se non altro perchè Lage si mette di nuovo in gioco con farina del suo sacco, abbandonando la “comfort zone” delle cover.

Ulteriore punto a favore, suo e di questo lavoro, è anche l’accresciuta sintonia con il batterista Dave King (ex The Bad Plus) e il contrabbassista d’origine peruviana Jorge Roeder, partner di assoluto valore con cui il Nostro sembra aver davvero trovato la quadra del cerchio per esprimere al meglio le proprie qualità e potenzialità.

Così, prescindendo dal solo apripista di Etude e da un paio di rifacimenti altrui (la tenerissima ballad Emily di Johnny Mandel e la soffusa vena country di Call Of The Canyon, composta da Billy Hill e portata al successo da Frank Sinatra con l’orchestra di Tommy Dorsey nel 1940), il restante materiale della scaletta firmato da Lage prende i sentieri più diversi con la fluida elettricità di una sei corde propensa a dispensare non solo raffiche di scale terse e precise (Familiar Flower, Squint), ma anche grumi blues e suoni di frontiera (Boo’s Blues e Day And Age, brano, quest’ultimo, ripreso con maggior mordente rispetto alla versione per sola chitarra pubblicata nel 2015), affiancati da riff meno lineari, in equilibrata collisione con asimmetrici colori rock-funk-fusion (vedi Saint Rose e Twilight Surfers).

In conclusione, la tecnica e la creatività di Julian Lage elargiscono e racchiudono in “Squint” quanto di meglio finora espresso e appreso in seno alle importanti esperienze e frequentazioni della sua straordinaria carriera. Null’altro da dire. Una chitarra e un nome che si raccomandano da soli.

Voto: 8/10
Genere: Contemporary Jazz / Americana / Blues / Creative Music

Musicisti:

Julian Lage – electric guitar
Jorge Roeder – double bass
Dave King – drums

Tracklist:

01. Etude
02. Boo’s Blue
03. Squint
04. Saint Rose
05. Emily
06. Familiar Flower
07. Day And Age
08. Quiet Like A Fuse
09. Short Form
10. Twilight Surfer
11. Call Of The Canyon

Links:
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