“Codex Argenteus”, il nuovo album di God In Panic

Artista: God In Panic   Album: Codex Argenteus Etichette: Gula Mons Records e La Vigna Dischi              Uscita: 30 aprile 2021 in CD, digitale e doppio LP 180 grammi in edizione limitata e numerata

Codex Argenteus è il secondo album di God In Panic, pubblicato il 30 Aprile 2021 e disponibile in CD, digitale e doppio LP, 180 grammi in edizione limitata e numerata, contenente una bonus track. Questa volta, alla propria etichetta Gula Mons Records si è unita La Vigna Dischi di Paolo Tedesco, per una produzione esclusiva che si avvale nuovamente della collaborazione di Fabio Genco (Vicolo Recording). Per il singolo Into The Night Dust, lanciato il 9 Aprile, la Dormomale Productions ha realizzato un videoclip utilizzando come tecnica l’animazione sincopata 2D, i cui fotogrammi sono disegnati con inchiostro su carta.

Il tanto atteso disco propone un sound intenso, attraverso cornici astrali disegnate da monolitici riff di chitarra neofolk e cadenzati ritmi elettronici che si intrecciano alle intense melodie vocali in un magico quadro art-rock. Elementi melanconici delineano scenari lunari che sfociano nel darkwave e culminano nel drone, ad essi, talvolta, si alternano toni delicatamente più fulgidi e solari, offrendo una trama musicale ricca e diversificata.

 

Codex Argenteus” prosegue il cammino esplorativo alla ricerca della Verità iniziato con il precedente album “Of Memories And Nothingness”, evocando simbolismi alchemici e cosmogonici, con richiami mitologici, apocalittici e danteschi.

Il Mondo, si rivela distorto e ingannevole (Il Crepuscolo Degli Dei), e sotto le sembianze maestose di un Sole, acceca la Vista impedendo di scorgere la Realtà. E’ necessario che quel Sole delle False Credenze, quella candela del cielo (The Skycandle Departure) venga spenta, lasciando spazio alla Luce nascosta che può palesarsi solo nell’oscurità, al pari di una Luna che come una nave solca un cielo notturno senza nubi.

Le macerie derivanti dal crollo delle Illusioni delineano un tortuoso labirinto da percorrere. E’ forte il riferimento al Cretto di Burri, opera realizzata inglobando nel cemento i resti della città di Gibellina distrutta dal terremoto del ’68. La morte dei preconcetti apre le porte verso un simbolico Aldilà e per raggiungerlo bisognerà pagare un obolo a Caronte (Charon’s Obol), mitologico traghettatore di anime dantesco. I nuovi luoghi in cui la Coscienza si addentra assumono le sembianze di scenari ultraterreni e spaziali (Warriors Of The Light) dove le proprie aspirazioni mai realizzate sono sospese come stelle addormentate (The Sleeping Stars) e i tormenti interiori ribollono come mari notturni spingendo ad una spietata autoanalisi. Le campane di Giove (Jupiterian Bells) risollevano la speranza di poter giungere al Sapere Universale, incarnato in un simbolico Dio. L’ammissione della propria Ignoranza spinge se stessi ad oltrepassare i propri limiti culturali ed etico-morali e a rimettere in discussione tutte le passate certezze (Into The Night Dust).

Attraverso lo spirito dei Saturnalia (Saturnalia), antica festa pagana romana, si sovvertono le regole e si ribaltano i ruoli sociali: l’eccesso diventa la regola per testare le novità e per acquisire un nuovo livello di consapevolezza. La vecchia Realtà è ormai distante, e fuori dal quel caos (Out Of Chaos) possiamo osservarla da una prospettiva differente, ormai puri e autentici come un bambino. Resta ancora uno scoglio da superare: affrontare il nostro Inconscio, il Nostro Silenzio, quel lato oscuro di noi del quale percepiamo solo vaghi segnali, come lo spirare di venti lunari (Moonwinds). Un uomo che conosca davvero se stesso è come un capitano che sappia dirigere la sua nave senza smarrire la rotta. Ed eccoci finalmente fuori dal labirinto: gli occhi sono ormai aperti ad ammirare una nuova alba nascente e le stelle morte tornano a brillare (De Svlphvre). Ma quello che sembra un traguardo potrebbe essere soltanto l’inizio di una nuova fase, di un nuovo ciclo, di un nuovo meraviglioso cammino (Omicron-Omega).

Contatti e social

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BIO

Vincenzo Ingraldo, noto artisticamente come Vena, fin dagli inizi degli anni ’90 si dedica allo studio della chitarra e alla composizione di canzoni, militando in varie band e fondandone di proprie. I tratti distintivi delle sue prime produzioni sono la trasparenza e la rotondità dei suoni, in cui si amalgamano caleidoscopiche esperienze di inquietudine interiore tracciando creature allucinate e devianti che incantano all’ascolto. Il progetto God In Panic nasce nel 2010 da un’ispirazione industrial, che plasma a tratti riferimenti neofolk, dark ambient e avant-garde. Pubblicato nel 2014 dall’etichetta indipendente Gula Mons Records, “Of Memories And Nothingness” è il primo full-length firmato God In Panic. “Il suo suono è tormentato, i beat industriali quasi desolanti nel loro contrapporsi all’elegia della chitarra classica, il suo sapore dark ambient ossessivo quasi come i mantra vocali che Vena recita come un moderno sciamano metropolitano. Le sue melodie giacciono, affascinanti, sotto la crosta fredda delle macchine o vengono abilmente manipolate dall’elettronica.” Con l’uscita del disco sono stati anche lanciati il videoclip del singolo “YZR” e quello del brano “On Ruins”, realizzati dal regista Salvino Martinciglio, che ricreano le emblematiche atmosfere trattate nel concept dell’album. Nel 2016 esce il singolo “Cold Calling”, prodotto in vinile 7’’ e in digitale per un progetto meta-artistico berlinese chiamato “MySpam” a cura di Stefan Riebel.